È una brutta Mini ma sa di Aston Martin
LUSSO URBANO. Ricordate l’Aston Martin Cygnet? Era un tentativo, che riscosse poca fortuna a dire il vero, del marchio inglese di produrre in serie una lussuosa una citycar, derivata in quel caso dalla Toyota iQ. La Cygnet non ha rappresentato però il primo momento in cui la storia della Aston Martin si è incrociata con l’esigenza di mettere in produzione un modello prettamente cittadino e dalle umili origini. Nel 1984 infatti un principe saudita si rivolse al carrozziere Tickford, di proprietà proprio dell’Aston Martin, per realizzare una Mini 1000 HLE completamente personalizzata, che potesse essere usata nei suoi spostamenti nelle città europee. Il budget a disposizione? Praticamente illimitato.
DALLE CARROZZE ALLE CARROZZERIE. La Tickford venne fondata nel 1820 come Salmons & Sons e aveva sede nella Tickford Street, di Newport Pagnell, dove c’era anche lo stabilimento storico dell’Aston Martin. Inizialmente la sua attività fu dedicata alla realizzazione di carrozze destinate al traino di cavalli, ma verso la fine del XIX secolo iniziò a costruire le carrozzerie per i primi veicoli motorizzati in circolazione sulle strade inglesi. Nel 1955 David Brown, proprietario dell’Aston Martin, acquistò l’azienda, che nel frattempo aveva cambiato nome in Tickford, e la utilizzò per produrre alcuni modelli Aston per più di 30 anni. Nel 1981 venne creata una società chiamata Aston Martin Tickford che si occupò di lavori ingegneristici per molti importanti costruttori e sviluppò la Tickford Capri Turbo, la MG Maestro Turbo e la Ford Sierra Cosworth RS500.
COSTÒ L’EQUIVALENTE DI 170 MILA EURO. E tra le produzioni di quegli anni ci fu anche questa Mini Tickford del principe dell’Arabia Saudita: un modello unico nel suo genere la cui realizzazione costò all’epoca 50.000 sterline. Al cambio, considerando l’inflazione, oggi sarebbero circa il triplo, 150 mila sterline, che in euro si scambiano con più o meno 170 mila euro. Ma attenzione: in questa cifra non era compresa la Mini di partenza, ma solo il lavoro svolto dalla Tickford per personalizzarla. E adesso, questa singolarissima vettura, che nel frattempo ha percorso solo 13.065 km, è stata messa all’asta e verrà battuta da Bonhams domenica 16 aprile al Goodwood Members’ Meeting. La quotazione stimata della Min i Tickford è compresa tra le 60 mila e le 80 mila sterline (da 68 mila a 90 mila euro).
COME UN UNICORNO. Ne è uscito un vero e proprio “unicorno” tra le innumerevoli conversioni alle quali è stata sottoposta la Mini classica. Il tocco della Tickford ha portato a un frontale completamente rivoluzionato, in cui spiccano i fari rettangolari posizionati verticalmente. La griglia anteriore è stata chiusa, mentre nella parte bassa è stato aggiunto uno spoiler. I passaruota maggiorati ospitano ora un set di cerchi Minilite. La verniciatura argento, con il dettaglio di una sottile linea di cintura rossa, e il tetto nero in vinile, come imponeva la moda dell’epoca, completano l’aspetto esterno della Mini Tickford.
ABITACOLO FARAONICO. Ma è all’interno dell’abitacolo dove si vedono maggiormente le parentele con l’Aston Martin. La Tickford ha infatti rivoluzionato gli interni della piccola inglese, rivestendo i sedili Recaro, il divanetto posteriore, le portiere e i bordi del cruscotto con pregiata pelle rossa Aston Martin. L’ambiente è ulteriormente impreziosito da un cruscotto in radica di noce che incornicia l’impianto audio con altoparlanti Clarion. Non è stato toccato invece il motore, quindi sulla Mini Tickford rimane sempre il 4 cilindri da 998 cc raffreddato a liquido, in grado di produrre una quarantina di cavalli.