Dodici conquiste dell’uomo nello Spazio (3/3)
Che lo Spazio sia il settore strategico su cui scommettere è ormai un fatto assodato, perché in grado di generare crescita, servizi e tecnologie inedite. Anche il Bel Paese, qualche settimana fa, ha fatto un passo avanti nella corsa allo Spazio – quella europea perlomeno – aggiudicandosi un contratto da 1,47 miliardi di euro per la fornitura di sei dei dodici nuovi satelliti del sistema Galileo: merito dell’italianissima Thales Alenia Space, in una joint venture con Leonardo. Ma la partita vera si gioca oltreoceano e i due uomini più ricchi del pianeta, Jeff Bezos e soprattutto Elon Musk, sono già lanciati a tutta velocità. Da un lato c’è Blue Origin con il progetto di un lander lunare cargo previsto per il 2024, dall’altro c’è la più collaudata SpaceX di cui tanto si è parlato lo scorso anno.
UNO SGUARDO AL FUTURO E UNO AL PASSATO. “Fare dell’umanità una specie multiplanetaria” è la promessa di Elon Musk che, attraverso la sua principale società non quotata in borsa e a lungo derisa, ha in realtà già contribuito ad abbassare significativamente i costi di lancio, costruendo un rapporto solido con la NASA e consentendo agli Stati Uniti di riportare gli astronauti sulla ISS — dopo un lungo periodo in cui è stato necessario noleggiare il veicolo russo Soyuz. Musk ha dichiarato di voler portare l’uomo su Marte nel corso di questo decennio e noi di Veloce, un po’ per fiducia e un po’ perché amiamo qualsiasi cosa genere di velocità, vogliamo credergli. In vista dei prossimi aggiornamenti, abbiamo pensato fosse doveroso fare un recap crono-velocistico dei dodici momenti più importanti nella corsa allo Spazio, dal primo satellite mandato in orbita ai giorni nostri. Ecco le ultime quattro missioni che abbiamo selezionato per voi.
STS-41B: 28.900 km/h (1984). L’STS-41B è una missione dell’Orbiter Challenger lanciata dal Kennedy Space Center in Florida il 3 febbraio 1984. Durante la missione vennero posizionati due satelliti artificiali di comunicazione nonché eseguite manovre rendez-vous per testare per la prima volta degli appositi sensori e dei programmi di volo computerizzati. Questa missione segnalò il primo impegno della Manned Maneuvering Unit (MMU) e del Manipulator Foot Restraint (MFR), ma viene ricordata principalmente perché l’astronauta Bruce McCandless eseguì il primo volo nello spazio in assoluta libertà usando uno dei due MMU a bordo della navicella spaziale. Dopo otto giorni in orbita, l’11 febbraio 1984, il Challenger eseguì il suo primo atterraggio sulla pista del Kennedy Space Center. McCandless, nell’arco del suo operato, raggiunse più di 312 ore di volo nello spazio, comprese ben 4 ore di volo con la MMU nell’arco di questa missione e della STS-31 del 1990 a bordo del Discovery.
ISS: 27.600 km/h di velocità media (1998). La Stazione Spaziale Internazionale è dedicata alla ricerca scientifica e gestita come progetto congiunto da cinque diverse agenzie spaziali: la NASA, la russa RKA, l’europea ESA, la giapponese JAXA e la canadese CSA-ASC. La struttura della stazione, con i suoi oltre cento metri di intelaiatura, copre un’area maggiore di qualsiasi altra stazione spaziale precedente, tanto da renderla visibile dalla Terra a occhio nudo. Le sezioni di cui è composta sono gestite da centri di controllo missione a terra, resi operativi dalle agenzie spaziali che partecipano al progetto. Viaggia a una velocità media di 27.600 km/h, completando 15,5 orbite al giorno e viene mantenuta in orbita a un’altitudine compresa tra 330 e 410 km dal livello del mare ed è abitata continuativamente da un equipaggio variabile tra 2 e 7 astronauti. La costruzione della ISS è iniziata nel 1998 e dovrebbe restare in funzione fino al 2024, data prevista per il raggiungimento degli obiettivi scientifici, per poi essere smantellata, distrutta o riutilizzata parzialmente entro il 2028. Il 2 novembre scorso sono stati celebrati i 20 anni dell’uomo a bordo della Stazione Spaziale: il primo equipaggio si era infatti insediato lo stesso giorno del 2000.
PARKER SOLAR PROBE: 692.000 km/h (2018). La Parker Solar Probe è una sonda spaziale della NASA, progettata per analizzare attentamente il Sole e i suoi venti solari. Il lancio è avvenuto il 12 agosto 2018 alle ore 07:31 UTC dal Launch Complex 37 nel Cape Canaveral Air Force Station a Cape Canaveral, con un ritardo di dieci anni rispetto alla sua prima ipotesi di lancio. Deve il suo nome al fisico Eugene Parker, che per primo teorizzò la presenza del vento solare. Quest’ultimo è un flusso di particelle cariche emesso dall’alta atmosfera della nostra stella, generato dall’espansione continua della sua corona nello spazio interplanetario, principalmente composto da elettroni e protoni con energie normalmente compresi tra 1,5 e 10 keV. Durante la sua missione di sette anni, il veicolo spaziale eseguirà un totale di 24 perieli, che porteranno il veicolo spaziale fino ad una distanza inferiore a 6 milioni di chilometri dalla superficie del Sole. Nel settembre 2019 la sonda ha completato il suo terzo sorvolo ravvicinato – a 24 milioni di chilometri – viaggiando ad una velocità di 343.100 km/h, ma durante uno degli ultimi sorvoli – previsto nel 2024 – la gravità del Sole spingerà la Parker all’incredibile velocità di 692.000 km/h.
SPACEX CREW DRAGON DEMO 2: 27.000 km/h (2020). SpaceX, l’azienda fondata da Elon Musk nel 2002, è stata la prima compagnia privata ad inviare degli esseri umani in orbita ed è stata certificata a farlo ogni volta che lo vorrà. Il lancio della capsula spaziale Crew Dragon, fissato inizialmente per il 27 maggio 2020 alle 20:32 UTC, dopo essere stato rimandato a causa di condizioni meteo avverse, è avvenuto il 30 maggio 2020 alle ore 19:22 UTC e il giorno successivo l’equipaggio – gli astronauti Bob Behnken e Doug Hurley – ha attraccato al modulo Harmony della ISS. La capsula e mentre il suo secondo stadio completava la propria spinta, accelerando Crew Dragon fino a 27.000 Km/h, il primo stadio ha eseguito la procedura di rientro automatico atterrando sulla piattaforma autonoma Of Course I Still Love You, un successo nel successo. Domenica 2 agosto 2020 alle 1:34 UTC la capsula ha iniziato la separazione dalla Stazione Spaziale Internazionale e il successivo ammaraggio è avvenuto alle 18:48 UTC nel Golfo del Messico al largo di Pensacola, in Florida. È stato il primo volo orbitale con equipaggio di un veicolo statunitense dall’ultimo lancio del programma Space Shuttle avvenuto nel luglio del 2011. Un’impresa già entrata nella storia, un’avventura realizzata anche grazie al know-how italiano come vi raccontammo qui, l’inizio di una nuova era per i viaggi nello spazio.