David Prowse, la forza sia con te, Dart Fener
Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana… C’era un omone di due metri e rotti vestito da supereroe con una croce verde sul petto. Era di Bristol, e se lo sentivi parlare lo capivi subito che veniva dalla campagna. Si chiamava David Prowse, di professione bodybuilder, ma in realtà lui sognava di fare l’attore. Peccato che con quell’accento da contadino del West Country non avrebbe mai bucato lo schermo. Poveretto, dicevano in molti. Ma lui è uno tenace e non molla, si gioca le carte che ha e una stazza così lo rende un ottimo Frankenstein in una serie di filmetti. Che lo fanno notare da quelli del Green Cross Code (il comitato anglosassone che negli Anni ’70 comincia a insegnare ai sudditi di Sua Maestà ad attraversare la strada senza farsi mettere sotto), che avrebbero un ruolo perfetto da proporgli: starsene lì vestito da superman di noialtri e dire solo quattro parole in croce, appunto (Stop, Look, Listen e Think). Lui ci mette talmente tanto impegno che un giorno riceve la telefonata di Kubrick, che aveva bisogno di un nerboruto, e secondo lui per quella parte in Arancia Meccanica, Prowse era perfetto.
IL CATTIVO… È grazie a questa pellicola che David colpisce la fantasia di un altro regista (del resto è difficile che una bestia così passasse inosservata), che sta preparando una trilogia di fantascienza. Il californiano George Lucas aveva giusto un paio di ruoli che potevano andar bene per il contadinotto inglese e quando lo incontra gli fa “scegli tu: il buono peloso o il cattivo mascherato?” (“tanto in entrambi i casi ti doppiamo”, ma questo non glielo disse). E il resto è storia, visto che Prowse snobbò Chubeka e diventò Dart Fener (anche se per colpa di quel suo accentone fu subito soprannominato Dart Farmer…). Perché scelse il cavaliere nero? “Sono sempre i cattivi, quelli che non vengono dimenticati“, amava far notare.
…BUONO. Che destino, quello di David, entrare nella storia per il ruolo del secolo e nessuno che ti abbia mai visto in faccia, né sentito parlare, manco quella volta che Luke Skywalker gli sfila la maschera per guardare suo padre negli occhi. Be’, quello che vedi in quella scena non è mica David. È Sebastian Shaw. E così se chiedi a Google di mostrarti com’è fatto il cattivo più iconico del grande schermo, quello della spada laser rossa e della Morte Nera, degli inseguimenti interstellari e di quel costume sexy come una supercar in carbonio, be’, vedrai solo uno stangone con la faccia da buono che insegna ad attraversare la strada a bambini e ragazzine di tutta l’Inghilterra. Del resto Luke l’aveva predetto in tempi non sospetti quando, nel duello finale de’ Il ritorno dello Jedi, di fronte all’imperatore gli disse proprio “avverto il bene che è in te…“.