Cupra, la genesi: dai rally alla Seat Ibiza GTi
Ma perché Cupra? Questo nome deriva dalla combinazione abbreviata di cup ‘Cup’ e ‘Racing’. Una formula che, prima di apparire sulle vetture stradali, si mostrò su quelle da corsa. A metà degli anni ’90 la FIA decise di istituire un nuovo regolamento, quello destinato alle Kit-Car. Si trattava in realtà di un’evoluzione della normativa Gruppo A, che andava ad amplificare il potenziale delle automobili a due ruote motrici con motore aspirato. Da qui l’idea di istituire un classifica, all’interno del mondiale rally, destinata a questo tipo di auto. In realtà le prime della classe in questo panorama tutto avanti erano le vetture di classe K11, ovvero le due litri aspirate, capaci di superare ampiamente i 250 cavalli di potenza massima.
TRE MONDIALI. In breve, Seat decise di aderire a questo campionato con la Ibiza GTi 16v in allestimento Kit-Car. Da qui l’idea di dare vita al brand Cupra, che aveva il compito di identificare la componente emozionale e prestazionale di Seat. Di fatto le Kit-Car spagnole, complice pure una scarsa concorrenza e competitor che avevano deciso di disputare il campionato in modo saltuario, si portò a casa ben tre titoli mondiali di F2 (così la denominazione nella titolazione delle Kit-Car all’interno del WRC) nel 1996, ’97 e ’98.
ARRIVA SU STRADA. Chiarita l’origine delle Cupra, nel 1996 il primo facelift porta in dote alcune marginali modifiche estetiche come i paraurti più tondeggianti e fanali posteriori bruniti; ci sono cambiamenti anche nella gamma dei motori: via di produzione l’1.8 16 valvole, al suo posto arriva il potente due litri da 150 cv, che equipaggiava già Golf e Toledo. È questa l’occasione giusta per passare alla nuova denominazione Cupra della versione GTi della sportiva spagnola. Chi non ricorda poi la strumentazione con la grafica numerica di colore giallo, il colore che ha (quasi) sempre distinto le versioni più pompate sviluppate e prodotte da Seat. Lo schema delle sospensioni è tradizionale: davanti c’è un McPherson mentre dietro le ruote sono interconnesse. Particolari cuscinetti elastici collegati al telaio sono capaci di modificare la geometria delle ruote posteriori in curva in base al carico.
CORDOBA. A tre anni di distanza arriva un secondo restyling per la Ibiza, questa volta più incisivo. Il frontale diventa più aggressivo, introducendo il nuovo family feeling della Casa, i fanali posteriori sono più grandi e il tergilunotto è incernierato al portellone. Del vecchio esemplare rimangono solo il pianale e l’impostazione tecnica generale. Anche l’abitacolo viene completamente rielaborato. Nel 2000, in occasione dei 50 anni della Seat, debutta una nuova versione di Cupra, con l’1.8 turbo da 156 cv, la prima della sua categoria a dotarsi di esp. Meccanica, quest’ultima, condivisa anche con la Cordoba, ovvero il modello simil-coupé con coda, su base Ibiza. Vettura che ebbe pure una variante da corsa, la Cordoba WRC, che gareggio alcuni anni (dal ’98 al 2000) nel mondiale Rally.
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