
Così la Jaguar XJ-S ha tirato avanti fino al ’96
L’entrata in produzione della versione cabriolet (prima come versione “rivista e corretta” della coupé, poi come modello vero e proprio, fa della Jaguar XJ-S un modello di successo sull’importante mercato americano, dove le vendite raggiungono il picco nel 1987 (circa 5.400 esemplari). In gran parte si deve proprio alla Cabriolet, che è riuscita a fidelizzare molta clientela convincendola a non scegliere un altro marchio. È un buon risultato se rapportato alla previsione iniziale di 3.000 esemplari l’anno. Nella seconda metà degli Anni, 80, tuttavia a livello globlale si evidenzia un deciso calo delle vendite dovuto alla bassa qualità percepita. Le auto costruite nel 1986 e nel 1987 soffrono di problemi elettrici, allo sterzo e alle sospensioni. La casa incolpa i fornitori ma vi sono anche difetti di progettazione, in particolare dell’impianto elettrico, poco robusto.
NELL’ORBITA FORD. Alla fine degli Anni ’80, di fronte alla necessità di finanziare il lifting del modello, di recuperare il grande investimento del nuovo Centro Tecnico di Whitley e di continuare con lo sviluppo della sua erede (la F-Type) emerge la necessità di trovare un partner finanziario. Nel novembre ’89, dopo una breve trattativa, Ford acquisisce il controllo e mentre è in corso la scrupolosa analisi della gamma, viene approvato l’aggiornamento della gamma; poco prima era stato introdotta una nuova versione del 6 cilindri cresciuta a 4 litri (sebbene curiosamente il 3.6 era rimasto in produzione). Nel luglio del 1990 Sir John Egan lascia l’azienda dopo circa dieci anni al timone. È un periodo altalenante e l’azienda, in quel momento, ha problemi di bilancio. Il nuovo Boss Bill Hayden trova una situazione di elevato affanno: il marchio è in grave ritardo dal punto di vista dei processi e attrezzature di produzione. Ma almeno l’orgoglio Jaguar è vivo e pulsante.
IL CAMBIO DI NOME: “XJS”. Nel maggio 1991 Jaguar annuncia l’aggiornamento a partire dal cambio di denominazione: la nuova XJS è in catalogo con il sei cilindri 4.0 da 223 Cv (con cambio manuale a 5 marce o automatico a quattro). Il V12 continua la permanenza in listino ma è sempre più ostacolato dalle norme sulle emissioni e la sicurezza (eroga solo 280 cavalli). Dal punto di vista estetico, a parte i finestrini laterali posteriori ridisegnati, la rinnovata XJS appare poco diversa dalla XJ-S uscente. In realtà la maggior parte dei cambiamenti è sotto la pelle. L’obiettivo principale è rendere la produzione più rapida e semplice utilizzando un minor numero di pannelli e migliorando la qualità. Sono inoltre rivisti gli interni.
NUOVO V12. Nel 1992 viene presentata la nuova XJS Cabriolet con sei cilindri, scelta positiva che porta l’incremento delle vendite ma a scapito della V12, poco potente e con prestazioni poco soddisfacenti. Per ridare vigore a un propulsore così storicamente affascinante la depandance sportiva Jaguar Sport (nata da un accordo tra la Casa e Tom Walkinshaw Racing) sviluppa una versione speciale (XJR-S) con circa 310 cavalli abbinato a cambio automatico a quattro marce. Ha uno stile poderoso con proporzioni erculee; raggiunge 260 km/h con uno scatto da 0 a 100 km/h in 6,6 secondi. Per i clienti esagitati è invece possibile accedere alla preparazione del tuner Lister (specialista sulle Jaguar): la sua XJS V12 ha motore portato a 7 litri ed è sovralimentato con due compressori; “erutta” con violenza 600 cavalli. Nel ’93, peraltro, Ford sostiene un grande impegno finanziario per rinnovare completamente il sito produttivo di Browns Lane. Per rimanere competitiva l’azienda avrebbe dovuto investire in nuovi modelli, specie dopo la cancellazione della F-Type. Perciò è necessario tenere in vita la XJS il più possibile. Mentre, quindi, iniziano i lavori sul nuovo progetto F100 (estate del ’92) si lavora a un profondo restyling utilizzando anche un motore 8 cilindri di prossima uscita.
LE ULTIME CONCLUSIONI. Nell’autunno del 1994 entra in listino la X300 nell’ambito del modello XJ: l’unità 6 cilindri eroga circa 249 cavalli. La forza di vendita compie un grande sforzo per tenere alto l’interesse del pubblico nonostante il ciclo del modello sia prossimo a concludersi. Il canto del cigno è, infine, la riscoperta del fascino della XJS nei panni di automobile d’epoca grazie a innate doti di raffinatezza e comfort. Nell’aprile 1996 una XJS V12 in tinta blu, esemplare numero 115.413 è l’ultimo a uscire dalla catena di montaggio. Nell’ottobre del 1996 la Jaguar XK8 debutta sul mercato.