Contemporary cool: l’influenza del pensiero
Hanno storie e background differenti. Esercitano professioni molto diverse. I loro stili di vita sono spesso molto distanti tra loro. C’è chi vive e lavora dal Vecchio Continente, chi è nato terra del Sol Levante e chi ha scelto l’egida della bandiera statunitense. Che cos’hanno in comune le personalità che vi stiamo per proporre? La vostra – e la nostra – stessa passione, quella incontrollabile per auto e motori. Un amore che in loro è nato per i motivi più disparati e che li ha portati a intraprendere percorsi unici. Ognuno di questi meriterebbe un approfondimento specifico e, chi lo sa, magari un giorno leggerete tra le pagine di Veloce anche qualcosa di più esteso sul loro conto. Siete curiosi di sapere chi sono? Eccoli, in ordine alfabetico.
AKIRA NAKAI. Se un autore di manga si dovesse ridisegnare una 964, questa avrebbe sicuramente le sembianze di una RWB. Rauh-Welt Begriff ha saputo rimescolare l’eccellenza delle vetture più iconiche di Stoccarda con l’estetica tipica dell’anime e con la proverbiale qualità del ben fatto nipponico. Le RWB sono delle 911 palestrate, pompate, con passaruota assai vistosi, pneumatici da paura, alettonazzi da panico e colorazioni molto particolari. Possono piacere o non piacere e a noi di Veloce, piacciono. Sono uniche nella loro esagerazione. Akira Nakai ha iniziato come drifter a bordo della sua AE86. Un bel giorno poi, mentre lavorava in un carrozzeria, ha messo le mani sulla sua prima Porsche: erano i primi anni ’90, progettava le componenti nella sua mente, senza nemmeno un disegno su carta e poi via a rimodellare. Da allora non ha mai smesso. Nemmeno con la sua birra preferita, Stella Artois.
@rwb_rauhweltbegriff
ALBERTO VASSALLO. Alberto Vassallo è il fondatore della piattaforma Car&Vintage, tra le più influenti a livello internazionale (ha da poco superato i 500mila follower su Instagram). Nel novembre dello scorso anno ci diede una mano individuare la personalità del mondo auto a cui attribuire il nostro primo premio, il Tributo Veloce 2019 assegnato in occasione di Milano AutoClassica. “Credo che Car& Vintage non abbia avuto ‘successo’: questa la parola onestamente mi mette un po’ in imbarazzo; però penso che Car&Vintage sia entrato nei cuori delle persone per come ha trattato, sin da subito, l’automobile. In modo diverso. Per me non ci sono solo quattro ruote, telaio e scocca, ma molto di più. Ho sempre cercato di trattare l’auto al pari di come si fa con arte e design. Per questo ho individuato nei fotografi di moda, arte o guerra i giusti collaboratori. Ho cercato, insomma, un approccio all’auto quasi disinteressato e il risultato è stato riuscire a far percepire le macchine con e i motori che trattiamo con occhi diversi”. La ricetta del successo, in fondo, è tutta qui. Ma non copiatelo anche voi: A) lo hanno già fatto in tanti; B) è tempo di guardare oltre. Futuro: Alberto Vassallo se lo immagina “Positivo, perché l’auto sta avendo un grande successo e – sopratutto – avrà una grande accelerazione. La nicchia che cerchiamo noi e sempre in evoluzione […]. Credo che la parola vintage, in campo automobilistico, sia stata ancora poco utilizzata: in fondo le storie da raccontare sono ancora tantissime. E su Car&Vintage parliamo anche di ‘acqua’ (imbarcazioni, ndr) e cielo (aerei, ndr), non solamente terra”.
Car&Vintage
ARTHUR KARAKOUMOUCHIAN. “Guidare auto è il mio passatempo preferito. Qualsiasi auto: anche se brutte esteriormente, sanno comunque essere divertenti. Adoro andare veloce e corro. La polizia mi odia”. Arthur Kar ha iniziato il suo percorso lavorativo a sedici anni, lavando auto in una concessionaria. Qualche anno fa ha fondato L’Art de l’Automobile, dealer di auto speciali per clienti molti speciali, ma anche brand che fonde la sua passione per le macchine con arte e moda. È nato a Beirut, oggi opera prevalentemente tra Parigi e Los Angeles; apprezzato dalla sua clientela – in particolare modo per la sua discrezione – Kar frequenta spesso il suo showroom sotterraneo parigino dove sono ammassate Ferrari, Porsche, Lamborghini e Rolls-Royce, per lo più youngtimer. Ultimo suo sfizio: una delle cinque Panda 4×4 Icon-e by Garage Italia.
@lartdelautomobile
CARLO BORROMEO. Il poliedrico designer Carlo Borromeo, oltre ad essere uno dei fondatori e direttore creativo dello Studio Borromeo & De Silva di Milano, è co-founder – insieme a Lapo Elkann – di Garage Italia, l’hub creativo con sede nell’ex stazione di servizio Agip di Piazzale Accursio a Milano. Non pago, ha deciso – in compagnia dell’amico Eugenio Amos – di prendere parte come socio al progetto Automobili Amos che ha dato vita alla Futurista. Amante del bello e del Made in Italy, ama trascorrere il tempo libero con la sua famiglia, quando non al volante della sua Delta Evoluzione o di una Fiat 500 Jolly Icon-e nei dintorni di Borgo Egnazia, in Puglia.
@carloludovico
CAMILLE GUIKAS. Camille è giovane, appassionata di corse e velocità. È cresciuta tra circuiti e concorsi d’eleganza, perché suo padre Jean Guikas ha fondato nel 1989 la GTC, società dedita alla compravendita di vetture classiche – molto spesso da corsa – a dir poco uniche ed esclusive. I ricordi della sua infanzia sono molto particolari: s’annoverano giri sul sedile passeggero a bordo di una Countach LP400 dall’età di quattro anni oppure a bordo di una Ferrari 512 S, in pista, a dieci anni appena compiuti. Ha iniziato studiando legge ed economia, ma ha finito per scegliere l’attività di famiglia. Era inevitabile. Nel 2012, a vent’anni, ha partecipato al 4L Trophy, percorrendo 6mila chilometri in Marocco su una Renault 4 insieme da un’amica, spesso provvedendo alle riparazioni necessarie strada facendo. Due anni dopo arriva la sua prima esperienza su una monoposto, nel 2006 addirittura una Ferrari 430 GTC sul Circuit de la Sarthe. La sua vita oggi è ritmata da eventi come Retromobile, da Concorsi d’Eleganza come Villa d’Este e Pebble Beach; le varie aste in concomitanza sono naturalmente una costante.
@camilleguikas
EUGENIO AMOS. Eugenio ha i motori nel sangue, sin da piccolo. Ha ereditato questa passione dal padre, uno che negli anni Ottanta si è anche fatto anche una Parigi-Dakar. Il giovane Amos oggi è un pilota, un collezionista e un imprenditore. Lo scorso dicembre ha partecipato all’East African Safari Rally a bordo di una 911 preparata dalla Tuthill con livrea Alitalia. La sua collezione di auto è nota per essere molto dinamica, al contrario di tutte le altre. È raro che Eugenio s’affezioni ad una particolare vettura – anche se si tratta di una F40 Verde Abetone – ma ci sono tuttavia alcune eccezioni. Al momento nel suo garage trovano posto: una delle 25 Mercedes-Benz CLK GTR, una Ferrari 275 GTB con targa nera originale di Modena, una Delta HF Integrale Martini e la sua Delta, quella fatta da lui, la Futurista. La storia del progetto Automobili Amos ormai la conoscete bene, noi di Veloce ve l’abbiamo raccontato qui.
@automobili_amos
GUGLIELMO MIANI. Guglielmo Miani, milanese, classe 1976, è un imprenditore molto carismatico. Oggi è presidente e CEO di Larusmiani, il brand di abbigliamento e sartoria più antico nel quadrilatero della moda meneghina fondato nel 1922 da suo nonno con cui condivide il nome. È anche presidente del MonteNapoleone District, associazione che conta oltre 150 soci tra brand del lusso e proprietari immobiliari che s’affacciano sulla celeberrima via. Tra le sue passioni ci sono la vela, il Made in Italy e le automobili, in particolare Porsche e Bentley degli anni Novanta. Nel suo portachiavi, tra le altre, ci sono le chiavi per accendere una Continental T Mulliner Special Commission, un’Alfa Romeo SZ, una Mini Moke, una BMW M3 E36 Cabriolet, nonché due Porsche Turbo – 993 e 996. In vetrina, da Larusmiani, c’è sempre una vettura capace di far girare la testa, mentre in location esterne – sempre amene – c’è Fuoriconcorso, evento a tema ideato all’instancabile gentleman milanese.
@larusmiani
GUY BERRYMAN. Sapevate che il famoso bassista dei Coldplay è una delle menti dietro a Road Rat, uno dei magazine di carculture più belli della storia? Un cartaceo elegantissimo, mai scontato, sempre interessante, mai ossessivo. Ovviamente stracopiato. Come si conviene per un vero appassionato, il garage di Mr. Berryman è molto particolare e al suo interno si trova un mix di vetture davvero singolare. Al momento ci sono tre Porsche – 914 ex gara, 356 Zagato Speedster e 911- una Lancia Flaminia Sport Zagato, una Bizzarrini GT 5300 Strada, una Citroën SM – quella col V6 Maserati sotto al cofano – un’Alpine A220 Le Mans e, dulcis in fundo, una Bugatti Veyron.
@guyberryman
MAGNUS WALKER. Dreadlock lunghi fino ai fianchi, jeans strappati e tatuaggi. Una vita chiaramente vissuta a tutta velocità. Ne ha fatta di strada il caro Magnus da quando, studente nella lugubre Sheffield, sognava di possedere una 911. Nel 1982 andò in California per una vacanza- studio e non tornò più indietro. Quattro anni dopo, per 7500 dollari, comprò la sua prima Porsche. Oggi ha una collezione incredibile: le cerca, le trova, le restaura, le customizza, le guida e le cura. A volte le vende. Al momento ne ha 25 e il valore totale super i 7 milioni di dollari. Che dite, ci ha saputo fare?
@magnuswalker
MAI IKUZAWA. “Guida all’italiana, vesti alla giapponese, bevi alla russa e bacia alla francese” questi sono i quattro comandamenti con cui Mai Ikuzawa si presenta nel suo profilo Instagram. Il padre Tetsu, pilota, è famoso per aver sorpassato in gara una Porsche 904 mentre guidava una Prince Skyline, facendo principiare il mito di quest’ultima; ha corso anche nel Campionato di F2 ed è inoltre stato il primo scudiero nella storia del Sol Levante a prender parte alla 24 Ore di Le Mans. Lei ha studiato al Saint Martins College of Arts and Design e oggi passa con disinvoltura da un paio di stivali vintage di Vivienne Westwood quando è in città, a un casco da corsa Arai quando scende in pista, senza farsi mancare un paio di sci Black Crows se si trova sulle nevi di Chamonix durante la stagione invernale. A Londra ha fondato un’agenzia creativa, la Bow Wow International, e tra i suoi clienti c’è anche Aston Martin. La sua daily car londinese è una GT-R – la prima arrivata nel Regno Unito – mentre nelle Alpi Francesi innevate preferisce muoversi con una Impreza WRX STi.
@teamikuzawa
MICHELE LUPI. Oggi è Men’s Collection Visionary per il marchio Tod’s, ma prima di passare al settore del lusso Made in Italy, Michele Lupi si è dato da fare – e non poco – con la carta stampata. Ha co-fondato e diretto l’edizione italiana di Rolling Stone, è stato direttore di GQ, di ICON e Icon Design; per un breve periodo anche di Flair, nonché vicedirettore di Vanity Fair; oltre che autore del libro Racers, storie di uomini con la velocità nel cuore. Grande amante di motori – sia su due sia su quattro ruote – di cultura e sottocultura, di musica – rock e punk in testa – architettura, grafica, design e lifestyle. Ha una Mercedes-Benz 280 TE W123 station wagon color blu scuro – riconoscibile per i due grossi fendinebbia gialli anteriori – e ogni tanto ama farsi una cavalcata sulla sua BMW R80 Basic.
@michelelupi
ROD EMORY. Chi restaura e customizza vetture di Stoccarda solitamente si occupa di 911. Rod Emory, invece, preferisce le classiche 356. La Emory Motorsport è stata fondata da lui e da sua moglie Amy nel 1996 e in questi anni sono state quasi 200 le opere sfornate dalla loro officina con sede a McMinnville, in Oregon. La produzione spazia dalle Outlaw alle Special one-off, fino ad arrivare alla Emory RS. L’ultima nata è un incrocio ideale tra una 356 e una 964, con un look a metà strada tra il vintage e Mad Max da un lato e caratteristiche dinamiche moderne dall’altro. Pesa 900 kg e ha circa 400 cavalli: una creazione che si ama o si odia, ma che – in ogni caso – mette in evidenza una qualità davvero ineccepibile sotto ogni aspetto.
@rodemory
RONNIE KESSEL. Il giovane Ronnie è al timone – che stringe con professionalità esemplare – di un paradiso, un vero e proprio parco giochi per ogni amante delle quattro ruote: dealer Ferrari, Maserati, Pagani e Bentley, officina autorizzata alla manutenzione e al restauro delle classiche di Maranello, nonché team dedicato alle competizioni di vetture sia classiche sia moderne. Tutto in uno, sedi a Lugano e Zug, oltre un centinaio di dipendenti. Questo paradiso va amministrato sapientemente e Ronnie lo fa da quando era poco più che ventenne, a seguito della scomparsa prematura dell’amato padre Loris, ex pilota di Formula 1 e imprenditore che ha fatto delle auto sportive e di lusso il proprio core business. Il delfino Kessel è stato meravigliosamente indottrinato: passione, lavoro, rispetto, disponibilità e impegno sono i valori che traspaiono quando si ha a che fare con Ronnie, in ogni momento e ad ogni livello.
@ronniekessel
TED GUSHUE. Il cursus honorum di Ted – americano, estroverso, amante del bel mondo, di sigari e orologi – è iniziato con la creazione e la gestione di Supercompressor.com, costola lifestyle maschile del Thrillist Media Group. Strada facendo ha collaborato con numerose testate tra cui GQ, Hodinkee e The New York Observer. È in seguito diventato executive director per la piattaforma Petrolicious, uno dei maggiori player mondiali nel campo dell’editoria e della produzione video in campo automotive. Ha una 911 S del 1976, su cui ha fatto montare il motore di una Carrera 3.2 del 1988, suo anno di nascita. Oggi la sua abitazione è una barca, ormeggiata nel centro di Londra. Al momento, però, non riesce ad occuparla spesso: è sempre in giro per i quattro angoli del globo, inseguendo la maggior parte dei soggetti che poi ritroviamo in Type7, l’Instagram magazine di Porsche di cui è editor. Ted non si ferma mai, prende almeno un centinaio di voli l’anno e gira sempre in compagnia dalla sua fidata Leica. Da qualche tempo, infine, è diventato uno dei global ambassador di Sankt Moritz. Top of the World.
@tedgushue
Complimenti per il sito veramente benfatto! interessantissimo….
Grazie mille!