Cinque concept Alfa Romeo da perderci la testa

Cinque concept Alfa Romeo da perderci la testa

Quando si parla di Alfa Romeo si può dire quel che si vuole, ruggine, svalutazione, delicatezza… ma per quanto riguarda lo stile bisogna proprio cucirsi la bocca. La casa italiana ha i suoi difetti, ma la maggior parte dei modelli si è sempre contraddistinta per linee sensuali e sexy, dalla leggendaria 33 Stradale alla più moderna 4C. Abbiamo fatto una sudatissima selezione di alcuni dei concept (eccetto uno di produzione) più attraenti e particolari mai realizzati dalla casa del biscione, anche se francamente l’elenco avrebbe dovuto essere lungo almeno il triplo.

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ALFA ROMEO 164 Q4 SCIGHERA. Uno dei concept meno noti di Alfa, una supercar due posti a motore centrale con telaio in alluminio e fibra di carbonio. In qualche vaga maniera la Scighera – che significa foschia – è imparentata con la 164, dalla quale riprende il 3.0 litri V6 Busso ma aggiornato con una coppia di turbine che spingono quella particolarissima linea a 299 km/h. Le portiere della Scighera si aprono in maniera convenzionale, i vetri invece si sollevano in stile ali di gabbiano e possono essere rimossi. Sempre dalla 164 arriva la trazione integrale, la linea invece è opera della Italdesign di Giugiaro, un puzzle di curve morbide e sfoghi minacciosi. È del 1997.

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ALFA ROMEO BAT 5/7/9. Questo trittico di metà anni ’50 nasce per mano di Franco Scaglione, incaricato da Alfa di realizzare tre sportive – su base 1900 – col minor coefficiente di penetrazione aerodinamica possibile. Le B.A.T. prodotte (Berlinetta Aerodinamica Tecnica) sono tre: la 5, la 7 e la 9. La 5 è quella con l’anteriore più particolare, la 7 quella col posteriore più scenografico, caratterizzato da due magnifiche pinne curve che all’epoca dovevano apparire aliene. La 9, con i fari a vista, è relativamente più sobria e preannunciava un’ipotetica vettura di produzione. Lo studio fu un successo dal punto di vista aerodinamico, con la BAT 7 capace di un Cx assurdamente basso di 0,19; tutte e tre, con soli cento cavalli, toccavano i 200 orari. Dal 2008 esiste anche la BAT 11, basata sulla 8C Competizione e disegnata dalla carrozzeria Bertone reinterpretando i tratti delle antenate.

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ALFA ROMEO 8C COMPETIZIONE. A proposito della 8C Competizione… ok non è rimasta una concept, ma è un tale capolavoro di design che non potevamo non includerla. Fu presentata a Francoforte nel 2003 (21 anni fa!) e per qualche magico motivo la versione di produzione era ancora più attraente del prototipo. Il propulsore è un V8 4.7 litri Ferrari/Maserati aspirato con 450 cavalli e un sound da pelle d’oca, peccato per il cambio robotizzato. L’8C non è considerata la supercar migliore del mondo dietro al volante, ma tanto la tentazione sarà sempre quella di parcheggiarla in un posto scenico e scendere per ammirare quelle linee fantastiche…

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ALFA ROMEO 1900 C52 DISCO VOLANTE. Nasce poco prima dei concept BAT, e non fu meno ammirata o lodata del trittico aerodinamico. La C52, soprannominata ‘Disco Volante’ per il suo look incredibile e simile al disco di un UFO, venne disegnata dalla Carrozzeria Touring e progettata da Gioacchino Colombo e Giancarlo Chiti come versione estrema della 1900C Sprint. Il motore quattro cilindri vanta 158 cavalli e spinge la bellissima Alfa (di soli 735 chili) a 220 km/h, ma la scarsa stabilità alle alte velocità fece arenare il progetto, e nonostante la valanga di richieste la casa del Biscione conservò la Disco Volante come vettura sperimentale. Ne esiste anche un esemplare Coupé.

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ALFA ROMEO TZ3 CORSA. Tecnicamente la TZ3, erede moderna delle mitiche TZ1 e TZ2 (Tubolare Zagato), fu prodotta in una ridottissima serie di 9 esemplari (la TZ3 Stradale), ma in questo specifico caso ci riferiamo all’unico prototipo esistente, la TZ3 Corsa. La muscolosa ‘Tubolare Zagato 3 Corsa’ nasce per celebrare i cent’anni della casa del biscione e i 90 anni di Zagato, ed è a tutti gli effetti una vettura da competizione: telaio in carbonio, carrozzeria in alluminio battuto a mano, interni spartani puramente racing e un peso inferiore a 9 quintali; il motore anteriore è un V8 4.2 litri a carter secco con 420 cavalli. La TZ3 Stradale venne basata invece sulla prepotente Dodge Viper ACR, mossa da un 8.4 litri V10 da 600 cavalli e 760 Nm.

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ALFA ROMEO 33 BERTONE CARABO. Chiudiamo con una delle maggiori attrazioni del Museo Alfa di Arese, la coloratissima Carabo. Questo concept nasce nel 1968 grazie alla matita di Marcello Gandini, un punto di riferimento per il design e una vera rivoluzione grazie a linee taglienti e squadrate che anticiperanno molte supercar degli anni ’70. La Carabo è basata sulla stupenda 33 Stradale, ed inizialmente sfruttava lo stesso V8 aspirato da 230 cavalli; in seguito venne sostituito con il più pacioso V8 della Montreal associato ad un cambio manuale a sei marce. Questa supercar vistosissima rimarrà esemplare unico, ma aprirà la strada ad una miriade di incredibili modelli.

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