C’era una volta il #maskioalfa: 75 Evoluzione
Nell’anno in cui ricorre il compleanno numero 110 della gloriosa Casa del Biscione, noi di Veloce abbiamo provato a rendere omaggio ad una figura molto particolare che ha goduto e tutt’ora gode di particolare lustro, il #maskioalfa. È un personaggio maschile nel 99 percento dei casi – che la compagine femminile non se ne abbia – legato a doppio filo con la sua Alfa Romeo. E a una certa cultura che alcune delle auto di Arese hanno involontariamente (o no?) alimentato. Stiamo parlando di Alfa particolari e un po’ sopra le righe. Secondo la nostra ricostruzione, che poi ha portato alla selezione delle auto che troverete in questo capitolo, questo #maskioalfa è anche attento al look (qualunque esso sia) senza essere vanesio, è amante della bella vita (almeno, di un certo tipo) e del gentil sesso. Ecco quindi la selezione ragionata dei cinque modelli che hanno più rispecchiato, tra gli anni ’70 e gli anni ’80, l’identikit del ‘nostro’ #maskioalfa. Cinque vetture iconiche, cinque Biscioni oggi da collezione, cinque sogni a quattro ruote che ancora oggi fanno gola ad ogni Alfista che si rispetti. Indipendentemente dal suo essere… alfa.
Siete amanti delle Alfa Romeo? Nella nostra #alfaweekveloce troverete anche una selezione dei modelli più rappresentativi della casa di Arese.
75 TURBO EVOLUZIONE (1987). Qui parliamo di un mostro sacro: l’ultima delle Alfa Romeo classiche, roba che tra alfisti manco si discute. L’architettura è quella super-collaudata dell’Alfetta: transaxle + De Dion. Un po’ troppo alta, un po’ troppo stretta, ma terribilmente affascinante: in Alfa sono stati dei geni a ‘tirar fuori’ una macchina del genere da un carry-over già spinto, la Giulietta del 1977. Se la 75 (qui la storia completa) nasce con tratti decisi ed aggressivi, la Turbo Evoluzione esagera. Viene prodotta in 500 esemplari e adotta quella particolare configurazione aerodinamica per ottenere l’omologazione al Gruppo A Turismo. Unica colorazione disponibile, Rosso Alfa; tutte con quei cerchi rossi montati su gomme sproporzionatamente strette rispetto ai passaruota allargati. Ieri kitsch, oggi terribilmente cool.
FINALMENTE IL TURBO SI MERITA UN’ALFA. La messa a punto è esclusiva: assetto più rigido, impianto frenante potenziato, niente servosterzo – il #maskioalfa si scortica le mani dagli applausi – cilindrata differente (1762 anziché 1779 cc) e, ufficialmente, stessa potenza della 1.8 turbo standard ovvero 155 cavalli. Un propulsore che rappresenta la risposta, moderna e affidabile, di Alfa Romeo ai sovralimentati per vetture di serie, dopo le proposte dal sapore sperimentale (Alfetta GTV e Giulietta Turbodelta, entrambe a carburatori, senza elettronica). È altresì uno tra i primi motori turbocompressi a essere dotato di un sistema di auto-limitazione elettronico per evitare il fuorigiri. La 75 Turbo Evoluzione pesa solo 1150 kg e vola: 215 km/h di punta massima e 0-100 km/h in 7″5. L’anteriore è caratterizzato da un’ala particolarmente pronunciata, perfetta per essere sfondata affrontando il marciapiede in fase di parcheggio; i rivestimenti interni i medesimi della sorella da cui deriva, mentre la strumentazione guadagna gli indicatori in rosso/arancione acceso. Il pay-off pubblicitario parla chiaro: “Finalmente il turbo si merita un’Alfa”.
Per il Maschio Alfa con le corse nel sangue
Se non ricordo male erano 5000. Solo per i rally c’era la possibilità di VO (variante di omologazione) di sole 500 vetture, ma per la pista l’omologazione era con 5000 esemplari.