Bugatti Atlantic. La più bella del mondo?
Nei primi Anni ’30 il talentuoso Jean Bugatti, primogenito di Ettore, è il principale designer del catalogo Bugatti. Jean dà un contributo decisivo alla nascita della Tipo 57, presentata nel ’34. Questa è a listino nelle normali configurazioni berlina o nelle più desiderate coupé e roadster. Nell’alto di gamma del catalogo figurano la Stelvio, la Ventoux e l’Atalante, con telaio standard o più sportivo per prestazioni elevate grazie al generoso motore otto cilindri.
IL PROTOTIPO AEROLITHE: È LEI IL VERO CAPOLAVORO? Si pensa a un modello compendio di stile e tecnica, di design e meccanica raffinata. La storia della Tipo 57 SC Atlantic comincia al Salone di Parigi del 1935 dove Bugatti presenta l’Aerolithe, telaio 57533. È un gioiello di design Art-Déco con una carrozzeria tanto affascinante nei volumi quanto complessa nella realizzazione. I pannelli sono realizzati in electron, una lega al 90 percento di magnesio e 10 percento di alluminio; è leggero, e resistente ma infiammabile perciò la saldatura è esclusa. La Bugatti costruisce la carrozzeria rivettando i fogli metallici. Questa ha il suo massimo colpo d’occhio nella spina che corre lungo la parte centrale. L’Aerolithe è equipaggiata con un motore otto cilindri in linea di 3,3 litri, bialbero senza compressore. Questo prototipo scompare durante la guerra, forse nascosto, forse smontato. In epoca recente la storia ricomincia da un telaio Type 57 originale (57104) di proprietà del canadese David Grainger. Nel suo atelier di restauro, The Guild Automotive Restoration, la Aerolithe rinasce con una nuova carrozzeria rigorosamente in magnesio e con il colore originale, ottenuto dopo complessi studi e ricerche.
LA TYPE 57 SC AERO COUPE. L’anno successivo al prototipo Aerolithe, al Salone di Parigi del ’36, fa il suo esordio il modello definitivo, la Type 57 Aero Coupé. Il telaio ha nel frattempo beneficiato di alcuni miglioramenti. Abbandonato l’elektron, la carrozzeria viene costruita con alluminio (mantenendo la rivettatura) su un progetto di stile pressoché identico (cambia solo qualche dettaglio come la calandra in posizione leggermente più incassata).
LE QUATTRO ATLANTIC. Nell’autunno del ’36 sono prodotti i primi due esemplari. Va precisato che in quelle settimane un caro amico di Jean Bugatti, il pilota aeronautico Jean Mermoz, perde la vita durante un volo nell’Oceano Atlantico. In sua memoria Jean Bugatti modifica il nome della Aero in Bugatti 57 SC in Atlantic Coupé. Il primo esemplare, telaio 57374, viene consegnato al Barone Rotschild nel settembre ‘36. Ha telaio ribassato e motore senza compressore (viene montato nel ’39). Il Barone abbandona la macchina a Londra nel 1941 dopo aver fuso il motore, poi rifatto da un meccanico che nel frattempo la acquista; comincia un valzer di proprietari fino a oggi. Attualmente appartiene a Peter Mullin e Rob Walton (quest’ultimo possiede anche l’unica Maserati 450 S Coupé Zagato del ‘57) ed è custodita presso il Mullin Museum in California.
La seconda Atlantic, telaio 57473, trascorre una vita tranquilla fino al ’55: il 22 agosto il proprietario René Chatard e un’amica vengono travolti da un treno su un passaggio a livello; i passeggeri perdono la vita e l’Atlantic, ridotta un rottame, finisce da un demolitore. Qui resta fino al ’63: un collezionista francese acquista i resti e la ricostruisce in quattordici anni. Nel 2006 viene venduta al suo attuale proprietario, che inizia un restauro totale e la riporta alle condizioni pre-incidente.
La terza Bugatti Atlantic, telaio 57591, viene consegnata nel ’38 al tennista Richard Pope. Si può riconoscere per il particolare design della calandra e la mancanza degli spats sui passaruota posteriori. Nel ’39 anche Pope la riporta in fabbrica per montare il compressore. La tiene fino al 1967. Da qui in poi cambia proprietario varie volte fino al 1988, quando viene acquistata dallo stilista Ralph Lauren. Questi l’ha totalmente restaurata e cambiato il colore: da blu la 57591 è diventata nera. Nel 1990 ha vinto il Best of Show del Concorso di Pebble Beach e nel 2013 la Coppa d’Oro del concorso d’Eleganza Villa d’Este.
Manca all’elenco l’ultimo telaio, 57453, costruito nell’ottobre ’36 per lo stesso Jean Bugatti, colore nero, unica con compressore dalla nascita. Viene utilizzata come auto dimostrativa ma scompare alla fine degli Anni ’30 senza lasciare traccia. Partendo dal fatto che non ha mai avuto con sé una documentazione precisa (e che pare il numero di telaio sia stato cambiato più volte dalla fabbrica) il suo destino potrebbe aver seguito numerose strade: ceduta al pilota Robert Benoist, amico di Jean Bugatti; oppure venduta al pilota inglese William-Grover Williams nel periodo del suo trasferimento a Londra. O, infine, distrutta o nascosta durante la guerra con l’intenzione di recuperarla dopo il conflitto. Oggi potrebbe trovarsi nascosta chissà dove, in attesa di essere ritrovata.