Bonneville Speedway: la velocità corre sul sale
C’era una volta, nel Pleistocene, il lago Bonneville. Siamo nell’America Settentrionale, circa 32mila anni fa, in una zona oggi compresa dagli odierni stati di Nevada, Idaho e Utah. Dopo l’ultima glaciazione, qui si forma uno specchio d’acqua salata di circa 50mila chilometri quadrati e profondo oltre trecento metri. Poi 14mila anni fa le temperature iniziano ad alzarsi sempre di più e l’evaporazione supera l’apporto di acqua: il livello del lago diminuisce e la sua concentrazione salina aumenta. Rimangono solamente il Gran Lago Salato, a nord ovest di Salt Lake City, e delle immense distese di sale il cui spessore raggiunge i due metri, simili ad un deserto bianco. Sul finire del diciannovesimo secolo, cercando il percorso per una gara di biciclette, W. D. Rishel s’accorge che questo luogo sembra essere fatto apposta per correre veloce. Molto veloce. Nel 1914 convince Teddy Tetzlaff a stabilire un record di velocità e la sua Blitzen Benz 2 raggiunge i 228 km/h.
DOVE SI CORRE. Da allora, all’inizio di ogni estate, lo Utah State Highway Departement realizza una pista specifica per queste imprese, il Bonneville Speedway. Si tratta in realtà di tre circuiti: il primo è un rettilineo di 10 miglia, il secondo un ovale lungo dieci o dodici miglia – in relazione alle condizione del manto salino – e infine un rettilineo più breve da cinque miglia per i veicoli ‘lenti’. I tracciati sono delimitati da una riga nera centrale e da alcuni riferimenti, dopo il secondo miglio, che indicano il miglio raggiunto. Tutt’intorno, gli strumenti per le varie rilevazioni.
ARRIVANO LE JET CARS. Bonneville Salt Flats balza agli onori della cronaca intorno agli Anni ’30, quando diventa teatro delle sfide tra Malcolm Campbell e Ab Jenkins per la conquista del record di velocità su terra. In queste annate il celebre Bluebird di Campbell nel 1935 agguanto il primato con 484.59 km/h. Nel 1949 Bonneville diventa la pista ufficiale per queste sfide. Negli Anni ’60 arrivano i veicoli a turbina, con i primati di Art Arfons e Craig Breedlove che si superano a vicenda, spesso a distanza di pochi giorni. Il primo – con il suo The Green Monster -raggiunge i 927.87 km/h nel 1965, il secondo – dopo esser stato il primo uomo a passare la soglia delle 500 miglia orarie nel 1964, 526.27 per la precisione ovvero 846.96 km/h – alla guida dello Spirit of America Sonic 1 fa fermare gli strumenti di rilevazione a 966.57 km/h.
DUE E QUATTRO RUOTE. I mille chilometri orari vengono superati per la prima volta dal Blue Flame di Gary Gabelich, quando raggiunge i 1001.66 km/h nel 1970. Da qui in poi Bonneville viene utilizzato solo per record di velocità su due ruote o per la Speed Week, evento che rappresenta una delle tre sessioni annue ufficiali per chi vuole cercare di agguantare il record di Gabelich. Tra le due ruote non a motore, da sottolineare il record del 2018 di Denise Mueller-Korenek: ha raggiunto i 296 km/h pedalando dietro ad un dragster appositamente modificato per eliminarle qualsiasi tipo di resistenza aerodinamica.