Ballando con le stelle al museo della Mercedes
PARCHEGGIO DIFFICILE. Dalle autostrade tedesche senza limiti, ai 40 km/h imposti in quasi tutta la città di Stoccarda, tranne le vie più centrali, dove vige l’obbligo di non superare i 30 km/h. E ovviamente la “Gruene Plakate”, ossia il bollino verde (da richiedere e applicare al parabrezza obbligatoriamente anche per i veicoli con targhe non tedesche), che esclude dall’ingresso in città le auto più inquinanti. Arrivare a Bad Cannstatt non è un gioco da ragazzi e in Mercedesstrasse, la via in fondo alla quale c’è il Mercedes-Benz Museum, se arrivate in camper come noi, il parcheggio non è semplice, anche perché i carpark del museo hanno un’altezza massima di 190 e 210 cm, il secondo buono solo per i Volkswagen California e i Mercedes Marco Polo, ma non per mezzi più grandi come il nostro Grand California 600.
SI COMINCIA CON LA PROJECT ONE. Superate queste difficoltà, le rampe pedonali del museo della stella a tre punte vi guideranno in un ambiente ricco, di auto e di stile, in un edificio avveniristico fuori e dentro, con due ascensori a vista che vi porteranno 34 metri più in alto per cominciare la visita delle 11 sale, disposte in ordine cronologico, dall’avvento dell’auto, alle concept car più attuali. Ad accogliervi, la AMG Project One (il prototipo del 2017) e poi, prima dell’ingresso (utili le cuffie che in base alla vostra posizione descrivono il contenuto di ogni sala), si trovano le rampe per raggiungere il piano inferiore, dove potrete fare acquisti nello shop e rinfrescarvi nella cafeteria.
DAIMLER, BENZ, MAYBACH E… MERCEDES. È il momento però di salire in ascensore fino al piano superiore e iniziare la visita a quella che qui definiscono “la storia dell’automobile”. Proprio i primi veicoli esposti, risalenti alla fine del XIX secolo, riportano alle origini dell’auto e dei marchi Daimler, Benz e Maybach, dai quali ha tratto origine la storia dei veicoli motorizzati, destinati nel giro di un ventennio a sostituire le carrozze a cavallo. A centro sala, il triciclo e il quadriciclo motorizzati, accanto alle pareti i primi veicoli a motore e tanti documenti in eleganti bacheche. Scesi di un piano, seguendo il percorso lungo il perimetro interno dell’edificio, eccoci in un grandioso salone che ospita, tra le altre, la più antica Mercedes esistente oggi, la 50 HP Simplex del 1902, non distante dalla 75 PS Doppelphaeton del 1908, mossa dal primo 6 cilindri prodotto dalla Daimler Motoren Gesellschaft. Della “prima moderna automobile” prodotta al mondo è esposto, su un grande piedistallo bianco, un autotelaio.
DAL PULLMANN A DUE PIANI, AL CAMPER MARCO POLO. Una sala a un livello intermedio ospita veicoli di grande fascino. Ci sono un autobus a due piani a telaio Mercedes (per le città inglesi), alcuni pullman granturismo e quattro tra le automobili più significative della storia Mercedes-Benz, la berlina 300 SEL 6.3 e la prima station wagon “ufficiale” della stella a tre punte, la serie S123, qui rappresentata dalla 300 TD. Accanto a loro, uno dei primi esemplari della Classe V Marco Polo, il camper strettamente derivato dalla maxi-monovolume Mercedes: un progetto ispirato al Volkswagen California su base Multivan.
MERCEDES IN VOLO. Scendendo da un piano all’altro, si trovano alcuni slarghi dove è possibile riposarsi sui gradoni e scattare fotografie panoramiche alle sale poste più in basso mentre, sospesi ai soffitti, aeroplani (motorizzati Mercedes) e motori aeronautici descrivono la varietà della produzione della Casa di Stoccarda.
LE GRANDI AUTO D’ANTEGUERRA. “Deutschland über Alles”: così si chiama l’inno tedesco. Ad ammirare il piano dedicato alle Mercedes degli anni ‘30 verrebbe da dire però “Mercedes über Alles”. Che si tratti di auto sportive, come le SSKL che vincevano le gare di durata, o di convertibili da granturismo, come la 500 K e la 540 K, o dell’ammiraglia 770 “Grosser Limousine”, il concetto non cambia. Sono queste le più grandiose vetture del costruttore tedesco, almeno prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale.
DALLA “PONTON” ALLA “GULLWING”. Un piano sotto, la storia prosegue negli anni ’50 con la berlina ministeriale 300, la piccola “Ponton” 180 (primo modello della stella a tre punte con carrozzeria autoportante), esposta quasi provocatoriamente accanto all’enorme camion L1100, e poi, in un angolo dedicato, le sportive 300 SL: una “Gullwing” Coupé, una Roadster e l’unica SLR Uhlenhaut (dal nome del progettista Rudolf Uhlenhaut) rimasta di proprietà Mercedes-Benz, visto che il secondo esemplare in luglio è stato venduto all’asta per 135 milioni di euro. C’è anche una 300 S Cabriolet A del 1954 nelle vicinanze: ma rappresenta un modo di viaggiare con i capelli al vento antitetico rispetto alla potente 300 SL Roadster.
PUBBLICO A DISTANZA. Mentre proseguiamo il nostro viaggio nel tempo della Casa tedesca, osserviamo che in questo museo quasi tutte le auto, ordinatamente esposte, poggiano su pedane sopraelevate molto ampie, che rendono impossibile avvicinarsi. Una “distanza di sicurezza”, viste le migliaia di persone che quotidianamente visitano il Mercedes-Benz Museum. Comprensibile ma anche discutibile, considerato quanto abbiamo visto pochi nei musei svedesi di Volvo e Saab e, per certi versi, anche in quello Porsche poco distante da qui.
L’INNOVAZIONE È DI CASA. Ci avviciniamo ai giorni nostri e il museo dispensa qualche bella sorpresa, come la 300 SE “Messwagen” trasformata in station wagon per la raccolta-dati nei collaudi dei modelli di serie. Nella sala dedicata alle innovazioni troviamo anche la 230 SL “Pagoda”, con il suo avveniristico hard-top; il prototipo di vettura sicura ESF 22 (su base Classe S); la 300 SD riservata al mercato nordamericano e la moderna 190 E (serie W201) che riportò la Casa di Stoccarda nel segmento D.
“CLIENTI” FAMOSI. Nella sala delle vetture delle celebrità non poteva mancare la “Papamobile” (su base della Classe G modificata), accanto alla ML del film “Jurassic Park”, alla berlina 300 del cancelliere Adenauer, alla 600 Pullman e alla 770 “Grosser Limousine” dell’imperatore giapponese Hirohito. Un po’ malconcia, però, è la 190 SL dell’astronauta della NASA David Randolph-Scott, tra i primi uomini a camminare sulla Luna. Ma ci sono anche la 190 E 2.3 dell’attore Nicholas Cage, oltre a una CLA “art car”.
MANCANZE PESANTI. A questo punto dell’esposizione balza all’occhio la mancanza, probabilmente voluta, delle cosiddette “youngtimer”. Non c’è la minima traccia della Serie 124, della prima Mercedes stradale a trazione integrale (260 e 300 E/TE 4Matic), della la prima “compatta” con motore V8 (500 E), delle berline e coupé della serie 126 (nonostante il pregevole lavoro stilistico dell’italiano Bruno Sacco, delle prime AMG “ufficiali” come la C36 e la E50 e della SLK R170, la roadster-coupé che pure ha aperto un’epoca con il suo hard-top metallico retrattile elettricamente. Soluzione poi utilizzata anche su due generazioni della SL, sulle SLK R171 e R172 e sul restyling di quest’ultima, la SLC appena uscita di produzione.
LA RICERCA DELLA SOSTENIBILITÀ. Nel salone dedicato alle innovazioni più recenti, sono riservati i posti d’onore alla SLS elettrica, alla Classe B a idrogeno e alla prefigurazione della GT4 AMG, oltre che al prototipo aerodinamico Auto 2000, qui in versione turbodiesel.
TUTTE LE SL IN UN’UNICA SALA. L’esposizione dedicata alla SL permette di vedere sia il modello più recente, il primo e unico a 4 ruote motrici, sia le 300 SL delle origini, compreso il prototipo del 1952, passando per tutte le generazioni intermedie tra le quali sono degne di nota la rara 500 SL R107, con la sua verniciatura bicolore, la SL500 1000 Miglia 417 della serie R231 e la SL500 Edition SL della generazione R230.
LE AUTO DA CORSA: UN MUSEO NEL MUSEO. Ultime emozioni, ma che emozioni, con l’esposizione delle vetture da competizione. È come un museo nel museo, dove figurano, accanto alle F1 moderne, i gioielli del DTM, le auto da rally più significative, le sport-prototipo (comprese le Sauber motorizzate Mercedes degli anni ’89 e ‘90), le gloriose sportive degli anni ‘30 e ’50, le “frecce d’argento” dell’epoca nazista, fino alle prime “Baby Benz” in versione corsaiola. Al netto del rimpianto per alcuni modelli veramente storici mancanti, è proprio un bel vedere!
Mercedes Benz Museum
Mercedesstrasse 100
70372, Stoccarda
Orario di apertura: da martedì a domenica, dalle 9 alle 18
Biglietti: 12 euro, ridotti 6 euro
Sito internet: mercedes-benz.com/museum