Aston Martin V8 Cygnet: la citycar più veloce
Nei centri delle nostre città, specialmente a Roma e Milano, capita sovente di venir sorpassati da esuberanti piloti di Smart o, qualche anno, fa dalla rivale – meno di successo – della Toyota, la iQ. In vendita dal 2008 al 2015 con motori a benzina da 68 o 99 cavalli, la iQ aveva una sorella meno conosciuta, ma davvero originale, l’Aston Martin Cygnet. Commercializzata dalla Casa di Gaydon con l’obiettivo di abbassare le emissioni di CO2 medie della gamma, la Cygnet era una Toyota iQ rivista e corretta nel design esterno e nell’abitacolo, con tutto il lusso e le finiture che ci si aspetta da una Aston Martin, ma anche un prezzo da capogiro: tre volte superiore a quello di una iQ sebbene non ci fosse nessuna differenza meccanica. Una ricetta davvero particolare, ma che in quanto a vendite non funzionò molto bene: la Cygnet entrò in produzione nel 2011, ma già alla fine del 2013 fu cancellata dalla gamma Aston Martin.
DA IDEA FOLLE A REALTÀ. Questo tuttavia non ha fermato la fantasia di uno dei suoi clienti e degli ingegneri dell’Aston Martin, tanto che al Festival of Speed di Goodwood, la Casa di Gaydon ne presentò una davvero fuori categoria, una one-off che aveva preso in prestito il V8 e 430 cavalli della Vantage S. Il progetto, realizzato su richiesta di un facoltoso cliente e opera del dipartimento “Q by Aston Martin – Commission” dedicato ai veicoli bespoke, ha definito, una volta per tutte, i dettagli di quella che, ad oggi, resta la citycar più adrenalinica del mondo. David King, vice presidente e addetto alla Special Operation del brand anglosassone, commentò a suo tempo: “La V8 Cygnet ha messo in mostra il lato più eccentrico sia di Aston Martin, sia dei suoi clienti. È stata anche un ottima dimostrazione del talento ingegneristico della nostra azienda, perché installare un otto cilindri su una citycar di queste dimensioni non è certo un gioco da ragazzi”.
UNA PICCOLA ‘BOMBA’. Il team inglese era partito da una Cygnet standard, saldando una gabbia di protezione al telaio al telaio e ricavando poi lo spazio adeguato per imbullonare il potente V8 aspirato da 4,7 litri alla minuta quattro ruote. Le sospensioni erano mutuate da quelle della Vantage prodotta tra il 2005 e il 2017, mentre un serbatoio in acciaio era stato collocato al posto del bagagliaio, utilizzando ogni millimetro disponibile. Da fuori, la Cygnet era rimasta pressoché invariata, eccezion fatta per una nuova griglia anteriore, delle prese d’aria aggiuntive e i passaruota allargati grazie a degli inserti in carbonio. Al loro interno, degli splendidi cerchi in lega a cinque razze da 19” accomodavano pneumatici Bridgestone 275/35. Nella sezione posteriore spuntava un terminale di scarico a doppia uscita, con collettori appositi e catalizzatore realizzati ad hoc. Vista la distanza alquanto ridotta, c’è da giurare che il suono di questa Cygnet V8 fosse davvero degno di nota.
MISSILE… TASCABILE! Anche il gruppo cambio/trasmissione – dotato di un cambio robotizzato Sportshift II a sette rapporti – venne ripreso dalla Vantage S, con la potenza che passava alla ruote posteriori tramite un mini albero di torsione da 9,5”. Pesando ‘solo’ 1375 kg, la Cygnet V8 vantava un peso potenza di 313 cavalli/tonnellata e riusciva a bruciare la Vantage S in accelerazione, staccando un tempo di 4″2 sullo scatto da 0 a 100 km/h. Velocità massima? 170.. miglia orarie, quindi 274 km/h. L’impianto frenante si affidava a dischi da 380 mm con pinze a sei pistoncini all’anteriore e da 330 mm con pinze a quattro pistoncini al posteriore, con lo stesso sistema ABS della Vantage S. L’abitacolo era praticamente quello di una vettura da corsa: oltre al già citato roll-bar c’erano infatti estintore, sedili Recaro in materiale composito, cinture di sicurezza a quattro punti, volante estraibile e cruscotto in fibra di carbonio. Una moda, un vezzo, un giocattolo di lusso: un vero e proprio missile tascabile.