Alfa Romeo Eagle, la sportiva targa mai nata

Alfa Romeo Eagle, la sportiva targa mai nata

Vi siete mai chiesti che aspetto avrebbe un’Alfa Romeo con la carrozzeria tipo targa? Forse non è esattamente il periodo migliore per perdersi in simili fantasticherie, ma mezzo secolo fa il cielo sopra la casa del Biscione era di un azzurro così terso che sognare in grande era inevitabile…

SE FOSSE NATA… La domanda, quindi, si potrebbe riformulare così: vi siete mai chiesti che aspetto avrebbe avuto un’Alfa Romeo con la carrozzeria tipo targa nel 1975? Un’auto sportiva con il tettuccio rigido rimovibile, la casa milanese non l’ha mai prodotta in serie, ma se avesse deciso di farlo, sarebbe probabilmente stata molto simile all’Alfa Romeo Eagle.

Il prototipo dell’Alfa Romeo Eagle e, sotto, nel disegno in trasparenza, la meccanica dell’Alfetta berlina del 1972 su cui è basata

Il prototipo dell’Alfa Romeo Eagle e, sotto, nel disegno in trasparenza, la meccanica dell’Alfetta berlina del 1972 su cui è basata

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SOGNO AMERICANO. All’epoca, la casa milanese una Spider di nome e di fatto l’aveva già. E che spider: l’affascinante “coda tronca”, erede della mitica “Osso di seppia” del 1966. Ma le auto con la capote in tela, che si vendevano bene in Italia e in Europa, negli Stati Uniti dovevano fare i conti con regole sulla sicurezza in caso di ribaltamento molto più severe. Alcuni costruttori, come la Fiat con la X1/9 e la Porsche con la 914, riuscirono a rispettarle, creando, peraltro, due supercar in miniatura dall’indiscusso fascino.

Alfa Romeo Alfetta Spider (1972)

Alfa Romeo Alfetta Spider (1972)

DUE TENTATIVI (A VUOTO). L’Alfa Romeo, che con la Duetto, grazie al film Il Laureato del 1967, aveva visto esplodere la propria popolarità in America, non stette certo a guardare e provò a sondare il terreno americano due volte nel giro di due-tre anni. Prima con l’Alfetta Spider, nel 1972, poi, nel ’75, con la Eagle. Entrambe nacquero sui tavoli da disegno della Pininfarina e la seconda, in particolare, dalla matita di Aldo Brovarone, all’epoca fresco della nomina a responsabile del centro stile dell’atelier torinese e già autore di capolavori come la Maserati A6 GCS e la Dino 206 GT, oltre che, insieme a Battista Pininfarina, dell’Alfa Romeo Spider del ’66.   

Cinque generazioni di Alfa Romeo Spider. Quella azzurra, al centro in terza fila, è l’ultima ed è uscita di scena nel 2010, senza eredi

Cinque generazioni di Alfa Romeo Spider. Quella azzurra, al centro in terza fila, è l’ultima ed è uscita di scena nel 2010, senza eredi

UNA STORIA CHE TORNA ATTUALE. L’Alfa Romeo Eagle, che nelle forme si rifaceva vagamente alla 33 TT 12 con cui la casa milanese all’epoca dominava le gare di durata, ma poggiava sulla meccanica transaxle dell’Alfetta, con davanti il 1.8 bialbero a carburatori da 122 CV e sospesi in un unico blocco al retrotreno la frizione, il cambio e il differenziale, non vide mai le luci della catena di montaggio e in futuro, di un’Alfa Romeo con carrozzeria targa non si sarebbe più parlato, almeno in termini così concreti. Ma a cinquant’anni di distanza, e a quindici dal pensionamento dell’ultima Spider, che non è mai stata sostituita, questa vecchia storia valeva senz’altro la pena di essere raccontata.

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