AC75: così l’America’s Cup ha preso il volo

AC75: così l’America’s Cup ha preso il volo

Come al solito, archiviate le vacanze, avrai detto “ciao ciao mare, ci vediamo l’estate prossima”. Sai una cosa? Mi sa che hai sbagliato i conti. Già perché nel 2021 torna l’America’s Cup, il che vuol dire almeno due cose: la prima è che onde, spruzzi e regate ti faranno respirare la brezza marina già a marzo. E la seconda che il tempo per prepararsi è sempre meno. Non vorrai mica fare la parte dello sfigato alla macchinetta del caffè, no? Non sei un lupo di mare? Nessun problema, studiati questa guida veloce e… buon vento.

LO SCAFO. Partiamo dai fondamentali, le AC75, come dice la sigla, sono barche progettate per l’America’s Cup e sono lunghe 75 piedi (22,86 metri). Il pezzo forte di questi scafi li vedi subito, sono quelle due ali mobili che spuntano ai lati. Si chiamano ali proprio perché grazie a queste sculture disegnate dalla fluidodinamica gli scafi escono dall’acqua e prendono letteralmente il volo. Mai come in questa edizione il contenimento di peso (6,5 tonnellate) è stato così fondamentale. Da sapere: nonostante alcune caratteristiche siano standard per tutti, ogni team ha potuto sviluppare lo scafo secondo le proprie esigenze. Risultato? Ogni barca ha una sezione diversa.

America's Cup AC75 3

LA VELA. Una delle novità delle AC75 è proprio la vela. E anche se a vederla di lato ti sembra quella di sempre, cambia prospettiva e ti renderai conto che è doppia (se non tripla). Questa nuova configurazione ha una sezione da ala di aereo che le permette di sfruttare la forza dell’aria da entrambi i lati. Ottimizzandone la resa.

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LE ALI. Azionate idraulicamente, si muovono grazie a un motore elettrico. Solitamente lavorano singolarmente, ma nei cambi di direzione le vedrai tutt’e due calate in acqua. Guardale bene. Cosa noti? Già, anche per i piedi di questi trampoli levatoi si sono ispirati ai veivoli: per questo ci sono i flap. La verità è che sono stati proprio gli aerei ad aver fatto da modello per i designer. Del resto barche così non si erano mai viste prima d’ora e per questo il lavoro di progettazione è cominciato dal fatidico foglio bianco, davanti a computer e simulatore. E non essendo evoluzione di imbarcazioni già esistenti si è dovuto guardare agli altri mezzi volanti a disposizione…

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L’EQUIPAGGIO. Alcune cose sono uguali per tutti i team (tra le più evidenti: l’albero e i leveraggi delle ali). Ma questo lo sapevi già. Una delle variabili lasciate libere, però, è la distribuzione dei pesi. Che, in una barca a vela senza motore, batterie e serbatoi, vuol dire semplicemente dove mettere l’equipaggio. Per esempio Luna Rossa l’ha piazzato molto in avanti, mentre quelli di American Magic l’hanno messo dietro. Da notare che le persone influiscono anche sul coefficiente di penetrazione dell’aria. Quindi non è solo una questione di mettiti lì e proviamo, perché tutto lo scafo è stato progettato sin dall’inizio per funzionare al meglio in una determinata configurazione. Morale, non ci resta che aspettare e vedere chi ha fatto meglio i propri conti.

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