30 anni di Dodge Viper
Concepita nel 1989 come prototipo ma nata commercialmente nel 1992 con il lancio della prima serie, inizialmente disponibile solo con carrozzeria ‘targa’ (di fatto era una roadster con roll-bar e tettuccio smontabile), la Dodge Viper ha rappresentato la risposta della Chrysler alle supersportive statunitensi di General Motors e di Ford, rispettivamente la Corvette (almeno nelle versioni più potenti) e la GT40. Giunta dopo le rivali, molto dopo, se ne è anche andata prima, un po’ per la mancanza degli airbag laterali e per le normative antinquinamento sempre più severe anche negli USA, che avrebbero obbligato a rinunciare al V10 aspirato di 8,4 litri a favore di un qualsiasi V8 turbo o aspirato, e un po’ per gli aridi conteggi del compianto Sergio Marchionne che, pur affascinato dal modello di punta della Dodge (marchio di FCA a quei tempi e oggi di Stellantis), ne contestava le modeste vendite e il minimo impatto sul conto economico del brand. In occasione del Capital Market Day del giugno 2018, il manager italo-canadese disse che sarebbe stato ben felice di riproporre una Viper nella gamma Dodge ma che in quel momento non era in programma, perché la Viper non si è rivelata una vettura profittevole e l’auto non sarebbe stata vantaggiosa nemmeno con i motori europei. Del resto l’anno migliore dell’ultima generazione della Viper era stato il 2014, quando ne furono vendute 760 negli Stati Uniti, mentre nelle annate successive ci si è aggirati attorno alle 600 unità. La precedente generazione, prodotta dal 1998 al 2006, si era attestata attorno alle 1500 unità annuali.
I FONDAMENTALI. Con il debutto della Viper, proposta come concept-car nel 1989 ma divenuta modello di serie proprio 30 anni fa, nel 1992, il colosso della stella a 5 punte ha saputo opporre un bolide affascinante tanto quanto la Corvette. Aggiungendo alcune particolarità che non devono sfuggire agli appassionati e che non sono sfuggite certo a chi ha scelto di mettere in garage un esemplare (o più!) della Viper. Ne citiamo tre, le più importanti, quelle veramente distintive. Il motore V10 aspirato, frazionamento e alimentazione che per alcuni anni hanno rappresentato la regola in Formula 1 e che emette una sonorità inconfondibile. La cilindrata di otto litri circa, superiore a qualsiasi concorrente. La doppia variante estetica, roadster (il modello del debutto) e coupé (dal 1994), ma sempre a due posti secchi.
TARGA E COUPÉ. La Viper venne sviluppata come interpretazione moderna del concetto tutto americano di muscle car. Secondo alcuni, la fonte d’ispirazione che portò alla realizzazione di questa vettura può essere trovata nella AC Cobra, progettata da Carroll Shelby con la sua Shelby-American, che somiglia alla Viper nelle proporzioni ma che è nettamente più compatta rispetto alla supercar di fine Ventesimo Secolo. Anche se Shelby venne coinvolto nella realizzazione della Viper, molti videro in queste voci una mera operazione di marketing. L’anno zero per la Viper è il 1989, quando venne svelato e testato il primo prototipo. La versione definitiva debuttò invece come pace-car alla 500 Miglia di Indianapolis, dove furono impiegati tre esemplari, mentre le vendite presero il via solo nel gennaio del 1992. La Dodge Viper RT/10 nasce come convertibile con tetto asportabile tipo ‘Targa’ e solo nel 1996 debutta la carrozzeria coupé della Viper GTS, leggermente evoluta anche nella meccanica e caratterizzata dal tetto “double bubble”, sagomato con due bolle per ospitare due occupanti che indossano anche il casco, per esempio nei track-day.
DIECI (COMMERCIALI) CILINDRI. Il fulcro della Viper è sempre stato il motore. Inizialmente progettato come propulsore per veicoli commerciali e utilizzato sui pick-up del gruppo Chrysler venne alleggerito dalla Lamborghini, in quel momento controllata dalla Chrysler, come la Dodge. Il blocco cilindri e le testate del motore Dodge V10 vennero sostituite da elementi realizzati in lega leggera, riducendo così sensibilmente il peso originario di 360 kg, improponibile per un’auto sportiva. Gli ingegneri emiliani proposero anche degli ulteriori miglioramenti per il propulsore; la Chrysler, tuttavia, ancora incerta sui costi di produzione della vettura e soprattutto sul potenziale di vendita, preferì non attuarli. In seguito il progetto del motore fu rivisitato e, dopo che era stato migliorato dalla casa bolognese, erogava 400 cavalli e 664 Nm di coppia massima. E grazie proprio alla sua poderosa coppia – che permetteva di utilizzare un cambio dai rapporti lunghi – il consumo extraurbano dichiarato della convertibile yankee era insolitamente basso per un’auto di questo tipo: solo 11,2 litri ogni 100 km. Ma ovviamente chi era (ed è) disposto a utilizzare in modo parsimonioso un’auto nata per farsi notare e per offrire memorabili esperienze multisensoriali al volante? Senza neanche avere il cruise control!
DURA E CRUDA. La carrozzeria della vettura è realizzata in tubi d’acciaio ricoperti da pannelli in vetroresina RTM. La Viper segue la configurazione tipica delle auto sportive americane con il motore anteriore e la trazione posteriore. Altre caratteristiche salienti della vettura sono l’assenza di ogni aiuto alla guida (ABS e controllo di trazione) e il peso, di soli 1488 kg. In tema di performance la Viper RT/10 raggiunge i 264 km/h e percorre il quarto di miglio con partenza da fermo in 12″9. Nei modelli successivi la potenza del motore vede un graduale ma continuo aumento: con l’introduzione della Viper GTS la potenza sale a 460 cv, la velocità di punta a 299 km/h e il tempo sui 400 metri da fermo scende di 7 decimi di secondo a quota 12″2. Sulla GTS debuttano come dotazioni di serie il doppio airbag frontale, il climatizzatore, gli alzacristalli elettrici e la chiusura centralizzata. Nel 1996 la GTS è impiegata come pace-car alla 500 Miglia di Indianapolis, in tre esemplari.
I NUMERI DELLA PRIMA SERIE. Nei primi sei anni di produzione le vendite della Viper superano le 10mila unità; in Europa l’auto è venduta come Chrysler, tranne in Italia e Germania dove conserva il marchio Dodge. Nel 1998 la Dodge scende in campo con una versione speciale ad alte prestazioni della Viper GTS, denominata GT2 Champion Edition e commemorativa rispetto alla vittoria nel Campionato del Mondo Costruttori e Piloti. Questo allestimento è più leggero di 26 kg rispetto al modello standard: la riduzione di peso è ottenuta sacrificando alcuni equipaggiamenti. Inoltre, grazie a nuovi filtri dell’aria K&N e a un nuovo impianto di aspirazione, la potenza sale fino a 460 cv, con una coppia massima di 678 Nm. Le sospensioni sono irrigidite e le ruote in lega di serie sono sostituite dalle BBS a 20 razze, mentre uno spoiler anteriore più accentuato e un alettone posteriore simile a quello delle GTS/R da corsa sono aggiunti per migliorare la deportanza alle alte velocità. Questi equipaggiamenti si ritrovano poi sulla successiva ACR (acronimo di American Club Racing) del 1999.
LA STORIA CONTINUA (FINO AL 2017). La seconda generazione della Viper debutta nel 2003 quando i marchi Chrysler e Dodge sono entrati ormai nell’orbita DaimlerChrysler. È infatti proprio la DaimlerChrysler Performance Vehicle Operation, ora Street and Racing Technology o SRT, che si occupava dello sviluppo delle vetture più potenti del gruppo a realizzarla, denominandola SRT-10. La carrozzeria mantiene le proporzioni del modello precedente ma presenta forme più spigolose; il motore V10 passa a 8,3 litri di cilindrata, con 507 cv e 712 Nm di coppia massima, per 315 km/h. Dopo il debutto come roadster, arriva la coupé con il model-year 2006. La terza generazione vede la luce nell’aprile del 2012 con il marchio SRT e, pur presentando una linea che non è altro che un’evoluzione delle precedenti, è interamente riprogettata e mostra interni molto più raffinati che in passato. Il motore è un V10 da 8,4 litri, per 649 cv di potenza e 814 Nm di coppia. L’autotelaio dispone di sistemi elettronici disattivabili, come imposto ormai dalle norme di omologazione mondiali. Nel 2014 il marchio SRT viene accorpato a Dodge per identificare i modelli sportivi della casa statunitense e la supercar americana viene di nuovo commercializzata come Dodge Viper SRT fino all’agosto 2017 quando esce definitivamente di produzione e lo stabilimento di Connor Avenue (Detroit) viene chiuso. Pochi mesi prima dell’annuncio di Marchionne con il quale veniva messa la parola fine alla carriera della Viper vengono commercializzate le cinque serie speciali ‘finali’. Eccole.
Viper ACR 1:28 Edition: ispirata al giro record di Randy Pobst a Laguna Seca, al volante della ACR 2016, è nera con strisce rosse verticali e presenta flap aerodinamici e ala posteriore come la GT; freni carboceramici e cuciture interne rosse per esaltare lo spirito sportivo. 28 esemplari.
Viper GTS-R Commemorative Edition ACR: carrozzeria bianca con strisce longitudinali blu lungo tutta la linea della vettura, ha la stessa colorazione della Viper GTS-R GT2 del 1998 e il medesimo pacchetto aerodinamico. Prodotta in meno di 100 esemplari.
Viper VoooDoo Edition II ACR: presenta una carrozzeria completamente nera con profili rossi, il pacchetto aerodinamico esterno e freni carboceramici, come sulle prime due versioni. All’interno i sedili sono decorati con cuciture silver. Prodotta in 31 esemplari, come l’Edizione I.
Viper Snakeskin Edition GTC: carrozzeria verde senza alettone posteriore, è ispirata alla omonima versione del 2010, ha l’Aero Advanced Pack e interni neri con cruscotto specifici. All’esterno compaiono dei flap sulla coda. Prodotta in 25 esemplari.
Dodge Dealer Edition ACR:come per le altre versioni, quest’ultima avrà in dotazione i cerchi carboceramici, pacchetto aerodinamico estremo, cuciture rosse ed il telo copri vettura dal colore della carrozzeria. Le unità previste in totale sono 33.
TRA I CORDOLI. Ma la conclusione della produzione della Viper non ha coinciso con la fine delle nuove immatricolazioni: complice – probabilmente – la scelta di alcuni dealer di tenere in stock alcuni esemplari da vendere a prezzi maggiorati ai più appassionati, nel 2020 e nel 2021 sono state targate altre otto Viper, quattro per ognuno degli ultimi due anni. Da non dimenticare poi il notevole palmares agonistico della Viper, guadagnato quasi esclusivamente dalla prima generazione, che venne sviluppata dalla francese ORECA per il Campionato del Mondo Endurance, dove la supercar americana era schierata nella categoria GT2 assieme ad altri modelli vagamenti derivati dalla serie. La Viper GTS-R allestita in Francia vinse tre volte di seguito la classe GT2 alla 24 Ore di Le Mans nel 1998, 1999 e 2000 e ottenne il successo assoluto alla 24 Ore di Daytona del 2000. Altre scuderie portarono al successo la Viper GTS-R ai quattro angoli del mondo: dalla 24 Ore del Nuerburgring alla 24 Ore di Spa, dove arrivarono vittorie assolute. Memorabili i trionfi nella serie FIA GT nella classe GT2 nel 1997, 1998, 1999, 2001 e 2002, e nella American Le Mans Series nel 1999 e 2000.
automobile bellissima la vidi nella saga di gran turismo uno e da li non me la sona mai dimenticata passando anche per le GTS-R ,e la versione del JGTC CHIAMATA Dodge STP Taisan Viper GT (JGTC) ,oltre le due concept la GTS R CONCEPT 2000 anticipata dalla saga di gran turismo concept ,che anticipa il design della SRT/10 ,E alla stessa concept del 2003, oltre alle versione da gara di RT/ 10 e GTS passando per tutte quelle giocate in granturismo e possedendo anche i modellini di bburago e maisto ,peccato che solo la sorellina chopperhead dodge anche qui GT1 e GT2 NON FU MAI PRODOTTA perche toglieva spazio alla slk oltre che il suo nome gia utilizzato per non essere citata in tribunale ,e alla mastodontica concept su basa viper ,Chrysler Firepower e ALLa sorellona ram che ulitizzo il suo motore poi la SRT10 coupé 2007 e la SRT viper Viper GTS-R e GT3-R e la viper dodge srt launch edition