2 milioni di euro per la “widow maker” della Lancia
PIÙ PREZIOSA DELLA INTEGRALE. Le versioni sportive della prima Lancia Delta sono oggetti da collezione, da anni. Ma qualcuna più di altre. È il caso, ad esempio, delle HF Integrale Evoluzione e delle serie speciali a tiratura limitate prodotte tra il 1993 e il 1994. Ma è la Delta S4 a sbancare il listino delle auto da collezione della Casa torinese. In versione stradale vale oggi 10 volte una buona HF Integrale Evoluzione: 1 milione di euro contro 100 mila. E le versioni Gruppo B, che hanno gareggiato nel Mondiale Rally del 1985 e 1986 (e in misura minore dell’Europeo e dei campionati nazionali) valgono il doppio. Recentemente, infatti, è passata di mano per una somma senza precedenti la più vittoriosa delle Delta S4 ufficiali, nei colori Martini Racing: quasi 2 milioni di euro (1.636.250 sterline inglesi, per la precisione). Si tratta dell’auto che Henri Toivonen portò al successo sia al RAC Rally del 1985, sia al Monte-Carlo del 1986
OBIETTIVO: AUDI. Dalla fine degli anni ’60 alla prima metà degli anni ’90, la Lancia è stata protagonista assoluta nei rally, con la Fulvia Coupé, con la Stratos, con la Rally 037 e poi proprio con la Delta S4, “prepensionata” quando la FIA mise al bando le vetture del Gruppo B – ritenute troppo veloci e pericolose – a vantaggio di quelle di Gruppo A, lasciando così spazio alla Delta HF4WD e delle sue eredi. La Delta S4 nacque dal progetto SE 038, che fu deliberato per sfidare l’Audi quattro, che già dal suo debutto, nel 1981, aveva suonato la campana a morto per le auto da rally a 2 ruote motrici. Cesare Fiorio, Sergio Limone e Giorgio Pianta furono gli artefici, nei rispettivi campi, del progetto della S4, tanto brutta quanto efficace sui percorsi cronometrati dei rally.
DOPPIA SOVRALIMENTAZIONE. Il telaio era uno “spaceframe” tubolare, perché si pensava che una struttura del genere potesse essere riparata più facilmente nel corso delle gare. Il motore – montato in posizione posteriore centrale, anziché anteriore come sulla Delta normale – era completamente nuovo, con una cilindrata limitata a 1759 cc perché questo consentiva una riduzione del peso minimo in base al regolamento del Gruppo B. La Lancia aveva già sperimentato la sovralimentazione con la 037, che però utilizzava un compressore volumetrico azionato meccanicamente dal motore per non avere i ritardi di risposta del turbocompressore. Ma questa soluzione non permetteva di raggiungere le potenze elevate del turbo e così fu sviluppata una straordinaria accoppiata di volumetrico più turbo: il primo azzerava il ritardo di risposta ai bassi regimi, il secondo permetteva un’erogazione poderosa a quelli alti. Si trattava di un concetto ingegnoso e, nonostante la cilindrata relativamente contenuta, già nelle prime uscite la S4 Gruppo B disponeva di 480 CV.
DEBUTTO INTEGRALE. Come la 037, la S4 utilizzava il kevlar composito in tutta la vettura per mantenere il peso al minimo. Inoltre la forma esterna fu ottimizzata per sviluppare la massima deportanza possibile: non era bella ma, comunque, la linea ricordava quella della Delta di rande serie, come imposto dal regolamento. La trazione era integrale: la Lancia non aveva certo l’esperienza dell’Audi in questo campo, ma i tecnici si erano resi conto che dovevano padroneggiare perfettamente il differenziale centrale per sfruttare tutti i vantaggi delle quattro ruote motrici in termini di trazione senza compromettere enormemente la maneggevolezza.
VITTORIOSA AL PRIMO COLPO. Il debutto della Delta S4 nel WRC al Lombard RAC Rally, al termine della stagione 1985, fu subito un grande successo, con una doppietta finale per Toivonen-Wilson e Alén-Kivimäki. Di conseguenza le speranze per la stagione successiva erano alte. Anche per l’enorme talento di Henri Toivonen e la grande esperienza di Markku Alén: entrambi erano indicati come potenziali campioni del mondo. La stagione 1986 iniziò con il Rallye di Monte-Carlo e per Henri Toivonen e il suo nuovo copilota Sergio Cresto fu approntata la Delta S4 di queste foto, con il telaio 215, i colori Martini Racing e il 7 come numero di gara. Anche in questo caso la concorrenza dovette chinare la testa, perché la Delta S4 si mise dietro la Peugeot 205 Turbo 16 e l’Audi quattro.
DRAMMA IN CORSICA. Dopo il Monte-Carlo, il telaio 215 fu utilizzato come vettura di riserva per Toivonen al Rally del Portogallo, per Alén al Tour de Corse e per Mikael Ericsson al Rally dell’Acropoli. Agli inizi di maggio però si disputò un’edizione maledetta del Tout de Corse, nella quale Toivonen e Cresto persero la vita in un terribile incidente: la loro Delta S4 usci di strada e prese fuoco quasi istantaneamente. Questo fu uno degli episodi – ma non l’unico – che portò alla soppressione del Gruppo B a fine stagione. La Delta S4 vinse anche in Argentina, a Sanremo e negli Stati Uniti ma il campionato 1986 si concluse tra le polemiche: la Peugeot, con la 205 Turbo 16, conquistò sia il titolo per piloti, sia quello costruttori, perché alla Lancia vennero tolti ingiustamente i punti acquisiti con la vittoria al Rally di Sanremo.
PARENTESI NELL’AUTOCROSS. Dopo la scomparsa del Gruppo B, il telaio 215 fu utilizzato da Illide Romagna che si classificò al secondo posto nel Campionato Europeo di Autocross del 1988 e vinse la serie l’anno successivo. La ultima apparizione in pubblico della vettura fu al Rally Alpi Orientali del 1990. Dopodiché questa S4 fu venduta a un collezionista giapponese e poi, nel 2013, a un collezionista britannico che l’ha riportata nel Regno Unito. Nel 2019 è entrata a far parte della Collezione Gran Turismo e da allora è stata curata da BGM Sport. Più di recente ha fatto alcune apparizioni dimostrative in eventi come il Goodwood Festival of Speed.