10 (cilindri) e lode: Dodge Viper RT-10

Nell’autunno 1987 il boss di Chrysler Bob Lutz e il capo del Design Tom Gale iniziano a ragionare su un’auto sportiva: motore con elettronica avanzata, sospensioni d’avanguardia e impronta a terra possente. Lutz vuole una sorta di Cobra moderna: sofisticata ma non una meraviglia high-tech con turbo, ABS, quattro ruote sterzanti, trazione integrale e ammortizzatori elettronici. Avrebbe invece seguito un approccio “puro”: tanta potenza, cambio meccanico e sicurezza attiva scarna. La Dodge Viper Concept viene presentata al Salone di Detroit del 1989 e le reazioni sono così positive che il responsabile tecnico Roy Sjeoberg passa subito allo sviluppo del modello di produzione.

8 LITRI CON LO ZAMPINO DEL TORO. La carrozzeria definitiva è pronta nei mesi successivi e a dicembre è completato un prototipo marciante. Sebbene un motore V8 sia utilizzato per la prima volta nel modello di prova, l’auto definitiva monta un V10, deliberato nel febbraio 1990. Questo è sviluppato con Lamborghini, allora di proprietà del Gruppo, ha una cilindrata di 488 pollici cubici (8 litri) ed è abbinato a cambio manuale Tremec T-56 a sei rapporti. Eroga 400 cv a 4.600 giri e produce 630 Nm a 3.600 giri. L’approvazione ufficiale da parte del presidente di Chrysler Lee Iacocca arriva nel maggio 1990. Un anno dopo, Carroll Shelby, coinvolto nel progetto, esegue una serie di giri dimostrativi alla 500 Miglia di Indianapolis con un esemplare di pre-produzione. Nel novembre 1991 la Dodge Viper RT-10 definitiva è presentata alla rete di vendita e nel gennaio 1992 iniziano le consegne.

SCARPE EXTRA LARGE. La bomba americana brucia lo scatto da 0 a 100 km/h in 4,2 secondi e tocca 180 miglia orario (290 km/h). Ha scarichi laterali, cerchi a tre razze da 17 pollici di diametro e enormi gomme da 275/40ZR17 davanti e 335/35ZR17 dietro. Parti delle sospensioni indipendenti, come le estremità dei tiranti e parti dei mozzi delle ruote anteriori, provengono dal pick-up Dodge Dakota. Il corpo vettura è costituito da un telaio tubolare in acciaio con pannelli in vetroresina ottenuti mediante stampaggio a trasferimento del materiale (RTM). Il frontale è in un unico elemento e le portiere hanno larghi sfoghi d’aria per il calore del motore alla fine dei passaruota. Mancano, inoltre, le maniglie esterne delle porte e i finestrini laterali; è disponibile un leggero tetto ma è considerato “di fortuna”. Le tendine laterali in tessuto e plastica trasparente, azionate da cerniere, possono essere inserite nella portiera e fissate a mano quando necessario. I sedili sono dotati, infine, di supporto lombare gonfiabile. Secondo le fonti i dati di produzione sono tutti discordanti. Della prima generazione, prodotta, fino al 1996, si stimano complessivamente circa 6.700 esemplari.