WRC: Ogier si incorona Re di Sardegna
Il mare, il sole, il vento, ma no, non è il Salento. È la Sardegna del Rally d’Italia che a quei tre elementi ha aggiunto nel fine settimana appena concluso, dominato dal solito Sebastien Ogier su Toyota, anche i terreni rocciosi dell’interno, le sugherete e l’odore di freni e di benzina. Ma soprattutto Olbia e dintorni ci hanno messo di loro la gente. Tanta gente, tutta quella che le regole Covid consentivano, corsa a vedere le macchine sfrecciare o semplicemente ad ammirarle ferme al parco. Perché alla fine, il Rally d’Italia WRC, questo è stato: un weekend di festa, all’insegna delle auto rombanti, amatissime da queste parti, e una specie di prova generale per il ritorno definitivo alla vita normale. E in più è stata anche una bella gara con ribaltamenti di classifica, uscite di strada e sorprese in uno dei rally più duri della stagione.
I COREANI IN DIFFICOLTÀ. Chi non ha vissuto per nulla festosamente il fine settimana sono stati i piloti della Hyundai che sono passati dal dominio assoluto con possibile tripletta di metà gara a un terzo posto ottenuto dal meticoloso Thierry Neuville a 1’10”400 dal sette volte campione del mondo Ogier e a 37″2 da Elfyn Evans, sempre su Toyota. Solo settimi e ottavi Ott Tänak e Dani Sordo che nelle speciali di venerdì avevano dettato legge insieme con Neuville. Il disastro per Hyundai, che in sostanza ha ripetuto la débâcle del Portogallo lasciandosi inaspettatamente rimontare da Toyota, è iniziata con le prove del sabato. È toccato prima a Tänak fermarsi. L’estone ha urtato una pietra che ha danneggiato pesantemente la sua i20, costringendolo a ritirarsi e lasciare il comando della corsa a Ogier, in maniera del tutto analoga a quanto accaduto a Porto. Poi è stata la volta di Dani Sordo che stava dando filo da torcere al francese, essendo più di questi a proprio agio sugli sterrati. Ma lo spagnolo a fine giornata si è messo fuori gioco da solo per aver semidistrutto la sua vettura finita fuori strada dopo aver colpito una roccia seminascosta.
NEXT STOP: AFRICA. E così le Yaris hanno preso il sopravvento limitandosi a gestire il vantaggio sull’unica i20 rimasta in corsa, quella del belga Neuville che si è dovuto guardare le spalle dalla Yaris di Takamoto Katsuta, a sua volta vittima di qualche disavventura prima con le gomme poi con il radiatore, lasciato incredibilmente incredibilmente coperto dai meccanici prima della ripartenza del giapponese. Prossima tappa il Safari Rally del Kenya, prima delle due uniche gare extraeuropee sopravvissute nel calendario del mondiale. E se in Sardegna era prematuro avere le prime sentenze, ma solo confermare o smentire una tendenza, il raid africano potrebbe incominciare a dare indicazioni un po’ più precise sulle sorti del WRC, sempre più nella mani di Ogier e di Toyota e ben oltre i loro indubitabili meriti.