Volkswagen annuncia sei gigafactory in Europa
Mentre da un lato girano voci su un taglio di 4mila posti di lavoro all’interno del gruppo Volkswagen per far cassa da destinare allo sviluppo delle auto elettriche, dall’altro arriva l’annuncio ufficiale di un mega investimento per costruire sei gigafactory (gli impianti di produzione delle batterie) in Europa. Il destino di Volkswagen volge sempre più verso un deciso abbandono dei motori termici e la conferma arriva dal primo Power Day voluto dal gigante tedesco nel quale il Ceo del gruppo, Herbert Diess, ha annunciato la costruzione di impianti per un totale di 240 Gigawatt destinati ad alimentare le vetture a batterie.
NON SOLO BATTERIE. i manager di VW, in particolare il responsabile tecnico Thomas Schmall, hanno anche illustrato un piano per lo sviluppo di una rete di ricarica rapida ad alta potenza da distribuire nel continente europeo, dove avrà come partner Enel, Iberdrola e BP. Nei progetti di Volkswagen c’è anche lo sviluppo di una nuova piattaforma unica per tutte le vetture e inedite batterie ‘Unified cell concept‘, in grado di aumentare l’autonomia dei veicoli e abbattere i costi di acquisto dell’auto elettrica, da montare entro il 2030 sull’80 percento dei veicoli del gruppo.
LA ROADMAP. Le prime due gigafactories saranno aperte in Svezia a Skelleftea dal 2023 e in Germania dal 2025, gestite dalla partecipata (al 20 percento) svedese Northvolt. Nel megapiano di Volkswagen che non vuole lasciare nulla al caso, c’è l’integrazione della mobilità elettrica nei sistemi energetici privati, aziendali e pubblici, dando all’auto il ruolo di batteria mobile. Secondo il progetto l’energia solare potrà essere ‘caricata’ e conservata nell’auto e reimmessa nella rete in caso di bisogno, ovvero di cali della tensione, fenomeno molto probabile con le energie alternative (qui per saperne di più).
E I TAGLI AL PERSONALE? Al momento non sono del tutto confermate, ma ci sarebbe un accordo per dei prepensionamenti totali o parziali negli stabilimenti tedeschi, in modo da liberare risorse per diverse centinaia di milioni di euro da destinare appunto allo sviluppo dei nuovi piani per la mobilità elettriche. Un taglio del ‘vecchio’ per far posto al nuovo, non solo simbolico ma concreto e tangibile, che non significa necessariamente perdita netta di occupati, ma – si spera – solo una riconversione.
È lei.
Das auto.
Volkswagen è l’unica vera contendente di Tesla.
Volkswagen è “das auto” dalla prima Golf MK1 a tutte le seguenti. Mai un guasto o un problema.
Poi il dieselgate.
Come se non si sapesse. Tutti lo sapevano.
Acceleravi da fermo, in folle e il motore non saliva di giri, insistevi e non saliva di giri: bloccato elettronicamente.
Dal turbo diesel alla svolta elettrica e quell’ID.3 pseudo monovolume indigesta e la SUV con i freni a tamburo, l’ID.4.
La piattaforma MEB full electric a trazione posteriore, quella si che convince, così le sospensioni e la batteria a celle pouch. Gli upgrade del software via Internet non funzionano a dovere. Aspetteremo quest’estate quando funzioneranno.
Ma la domanda è: perché non disegnano una riedizione della Golf MK1 per quell’ID.2 hot hatch neppure annunciata?
E tutti gli studi aerodinamici della XL1 e dell’argenteo siluro ARVW Aerodynamic Research Volkswagen?
Perché no?
Dopo lo spettacolo elettrico dell’Audi RS e-tron GT, caro Dott. Diess apra quei cassetti e le faccia queste due Volkswagen, anzi tre: la Golf MK1 alias ID.2 seguendo fedelmente le linee di Giorgetto Giugiaro, l’aerodinamica XL1 EV e perché no? Anche il siluro elettrico a due posti ARVW. Troppo di nicchia? Vorrei vedere quale pendolare o rappresentante di commercio non desideri un siluro aerodinamico ad elevata autonomia, massima efficienza e superficie fotovoltaica beninteso.
Il riferimento tecnico a cui rivolge lo sguardo attento Volkswagen è la “Revolution in Body + Battery Engineering” con batterie strutturali 4680 presentate da Mr. Elon Musk.
Volkswagen nella ricerca delle batterie allo stato solido si è affidata a QuantumScape, ma già oggi aleggia lo spettro della Tesla Model 2 hot hatch da 25.000 euro che verrà prodotta nella Gigafactory di Berlino dopo averla prima prodotta nella Gigafactory Shangai.
Mr. Musk deve onorare l’impegno preso con le autorità cinesi. Verrà presto aggiunta la Model 2 a fianco delle produzioni di Model 3 e Model Y. Per contenere i costi sarà prodotta sul telaio della Model 3 e avrà un prezzo compreso tra i 160.000 e i 200.000 yuan, circa 25.000 euro.
Volkswagen sta cercando alleanze per ripartire i costi delle celle e delle piattaforme realizzate con batterie strutturali. Il progetto ingegneristico di una vettura elettrica, inizia da un piccolo fondamentale componente: la cella della batteria.
Le piattaforme MEB e PPE di Volkswagen a causa della “Revolution in Body + Battery Engineering” con celle 4680 di Tesla saranno sostituite dalla prossima piattaforma modulabile di Volkswagen, Scalable System Platform – SSP, un progetto che integra l’elettronica di gestione, quindi inverter e cablaggi a 800 Volts, software, server e i computer della vettura. Una piattaforma strutturale ai motori autoportanti ed alle prossime batterie allo stato solido QuantumScape.
Prima dell’estate arriverà a 50.000 euro esclusi incentivi, il Bulli elettrico, l’ID.Buzz con la piattaforma MEB Commerciale che farà piazza pulita dei furgoni, van e monovolumi ibridi ed elettrici con piattaforme adattate.
Una guerra tecnologica quella della transizione elettrica che farà molte vittime. Nessuno è escluso.