Veloce intervista: Jorge Lorenzo
Da quando è andato in “pensione” dalla MotoGP, Jorge Lorenzo ha deciso di godersi la vita e di questo programma fa parte anche la Porsche Carrera Cup Italia in cui il pilota maiorchino è impegnato per la seconda stagione consecutiva. Il tre volte campione del mondo della MotoGP è al volante della 911 GT3 Cup del team Q8 Hi Perform. “Cerco di mettermi costantemente alla prova, ed è per questo che, dopo essermi avvicinato per la prima volta alle quattro ruote lo scorso anno, ora la vera sfida starà nel raggiungere risultati migliori” ci ha detto Jorge Lorenzo durante la tappa di Misano della Porsche Carrera Cup Italia, dove abbiamo avuto modo di intervistarlo in una pausa nel weekend di gara “Sono felice di gareggiare nuovamente con il team Q8 Hi Perform, una squadra di professionisti con cui condivido i valori di una famiglia e un gran desiderio di vittoria. Insieme ci impegneremo al massimo per tagliare il traguardo della competizione” ha aggiunto Jorge prima di iniziare ad ascoltare le nostre domande.
Come è la tua vita dopo essere andato in “pensione” dalla MotoGP?
Uno spettacolo! Ho molto tempo libero e faccio solo quello che mi piace e che mi rende felice. Ho questa fortuna, ma mi sono sacrificato per quasi 30 anni per raggiungere i miei obiettivi e alla fine è andata bene. Meno dell’1% dei piloti che iniziano da piccoli riescono a vincere anche solo una gara, figurati un mondiale. Quindi immagina quanto sono stato fortunato.
Come sta andando questa nuova esperienza della Porsche Carrera Cup Italia?
La MotoGP era una ragione di vita, mentre qui corro un po’ per divertimento. Però mi piace e voglio fare il meglio possibile. Quando mi metto il casco voglio sempre provare a vincere anche se sono ancora un po’ lontano dai primi. In ogni caso, se la gara non va come mi aspettavo non la prendo così male come quando correvo con le moto, dopo un po’ mi passa. È un’altra mentalità, ma la competitività non va mai via.
Parlando del tuo stile di guida in auto, in che cosa ti senti più forte e che cosa vorresti migliorare?
Lo scorso anno mi mancava un po’ la frenata ma quest’anno sono migliorato. Ormai si tratta di piccoli dettagli, mi manca poco. Ieri per esempio ero a mezzo secondo dal primo. In certe curve tecniche potrei essere un po’ più veloce. Invece nel mantenere il ritmo di gara, nell’essere concentrato, mi sento sempre forte, come quando ero in moto. Però lì facevo il “martello” per vincere, qua per arrivare nella top ten (ride, ndr).
Quale è la differenza più grande tra guidare in pista un’auto e una moto?
Con un po’ di allenamento tutti sono in grado di andare un po’ veloce in auto, ma con la moto invece no. O inizi da bambino oppure è impossibile essere competitivo. In auto sei completamente fermo nell’abitacolo e devi muovere mani e piedi, in moto devi spostarti continuamente e l’equilibrio è importante. Stare un centimetro più avanti o più indietro cambia completamente il comportamento della moto.
In futuro ti piacerebbe tornare in MotoGP, magari come team manager?
Direi di no, preferisco tornare nel paddock come turista, senza responsabilità e senza impegni di lavoro.
Ti piace andare in moto in strada, fare mototurismo?
Non vado molto in moto in strada. Sono una persona molto pragmatica e ho utilizzato la moto per avere successo nella vita. Non sono proprio un super appassionato, la maggior parte del tempo vado in macchina. In ogni caso anche in auto non vado forte, non voglio prendere multe. Però mi piace avere belle auto, con un bel sound, infatti sto aspettando con molta ansia l’anno prossimo quando mi arriverà la 911 GT3 RS.
Che cosa ne pensi del passaggio di Marquez in Ducati, nel team Gresini?
I piloti giovani hanno un livello alto, ma secondo me Marquez è ancora il migliore. Salirà su una moto che non conosce, anche se è la migliore in griglia e poi c’è da vedere quanto sarà diversa da quella ufficiale. Lo considero comunque tra i favoriti per vincere il mondiale nel 2024.
Secondo te come mai le Case storiche giapponesi sono in crisi in MotoGP?
Negli ultimi 5-7 anni le Case europee hanno fatto grandi passi in avanti, iniziando da Dall’Igna che ha preso la Ducati quando pagava due secondi al giro e l’ha resa la moto migliore della griglia. Poi KTM ha preso qualche ingegnere da Ducati e anche un po’ di ispirazione, facendo un grande lavoro e quindi è migliorata. Aprilia ha seguito più o meno la stessa strada con l’arrivo di Rivola. Invece i giapponesi non sono riusciti a migliorare così tanto tecnicamente.
Chi vedi come favorito tra Bagnaia e Martin per il titolo di quest’anno?
È molto difficile, ti direi 50% per uno. Vincerà quello che farà meno errori e che cadrà di meno. Nella MotoGP di oggi vanno tutti forte, puoi arrivare primo o sesto per questione di dettagli. Martin è un po’ più esplosivo ma Bagnaia ha la consapevolezza di essere già campione e lo vedo un po’ più solido. Scegliere uno dei due è veramente impossibile.
Il grande pilota scozzese e 3 volte campione del mondo Sir Jackie Stewart, ha scritto che per essere veri grandi campioni non basta solo vincere corse e titoli, ma occorre comportarsi nell’ arco della carriera sportiva secondo un etica basata su valori di corretteza, sportivita’ e rispetto degli avversari.
In altre parole, uno si puo’ dire essere un vero grande campione, se e’ anche un esempio morale per i giovani ed i tifosi dello sport.
Il buon Lorenzo e’ stato un pilota che ha vinto molto ma, considerando alcuni brutti episodi dal punto di vista etico e sportivo della sua carriera, vedi la “combine” con Marquez per far perdere a Rossi un mondiale, o le gratutite cattiveri scritte contro il compagno Dovizioso a fine carriera, non sara’ mai considerato dagli appassionati un grande campione e soprattutto, non sara’ mai ricordato come una persona per bene od un esempio a cui ispirarsi.