Vanwall Vandervell S: dove ci siamo già visti?
RITORNO INATTESO. Sta per arrivare sul mercato una nuova auto ad alte prestazioni: la Vanwall Vandervell S. Ben pochi sono gli appassionati che ricordano il nome Vanwall, una delle scuderie inglesi che andavano per la maggiore nella seconda parte degli anni ’50. Oggi questo brand sta ritrovando notorietà, essendo stato acquistato e rilanciato da Colin Kolles, un imprenditore di origine rumeno-tedesca (il suo vero nome è Calin Colesnic), che tra il 2005 e il 2008 fu team principal e team manager di alcune squadre di F1 di seconda e terza fascia come HRT, Jordan, Midland, Spyker e Force India.
Niente ibrido nel WEC. La Vanwall, tra l’altro, sta per esordire nel WEC 2023 con la 680 Hypercar, che sarà guidata anche da Jacques Villeneuve, figlio di Gilles e campione dl mondo in F1 nel 1991 e in Indycar nel 1995. La stranezza è che, per le gare di durata, il marchio ha scelto di montare un 4500 V8 solo termico costruito dalla Gibson, rinunciando quindi alla possibilità, offerta dal regolamento, di utilizzare anche una power unit ibrida. Al contrario la Vanwall Vandervell S è esclusivamente a batterie, perché l’obiettivo della casa è proprio quello di essere un marchio 100% elettrico specializzato in vetture di alta gamma.
Da un dissidio con Enzo Ferrari. Ma facciamo un passo indietro nella storia per conoscere le origini della Vanwall. Fondata da Tony Vandervell nel 1955, la Vanwall nacque – secondo la leggenda – dopo uno screzio tra Enzo Ferrari e Vanderwell, che tempo prima aveva acquistato una 375 F1 per farla correre nelle gare di Formula Libera con il nome Twinwall Special. Vandervell, però, era entrato nella compagine che avrebbe dato vita alla BRM e Enzo Ferrari, scontento di questo, in occasione di un appuntamento a Maranello, prima di dargli udienza fece attendere per ore Mr. Vandervell, scatenando le ire di quest’ultimo, che decise di creare la propria monoposto.
Fu “mondiale” nel 1958. Le prime vere Vanwall, conosciute come Vanwall Specials, furono costruite per i regolamenti della F1 entrati in vigore nel 1955. Il telaio fu progettato da Owen Maddock e costruito dalla Cooper Car Company, mentre il motore 2 litri fu progettato dall’ingegnere Leo Kuzmicki, ed era essenzialmente costituito da 4 motori motociclistici Norton monocilindrici da 500 cc fusi in una unità singola. Questa vettura corse con Peter Collins nel 1954 nei GP di Gran Bretagna e Italia ottenendo come miglior risultato un 7º posto a Monza. Nel 1955 prese parte a buona parte della stagione di F1, giungendo al 9º posto nel Gran Premio di casa con Ken Wharton. Alla fine della stagione 1955 fu chiaro che il motore era tutto sommato buono, ma era necessario migliorare il telaio. Fu quindi suggerito a Vandervell di assumere Colin Chapman e la nuova monoposto si rivelò subito molto competitiva, al punto che presto arrivarono le prime vittorie, grazie anche a piloti del calibro di Stirling Moss, Juan Manuel Fangio e Tony Brooks e, nel 1958, la Vanwall vinse la Coppa FIA Costruttori di F1 appena istituita (mentre il titolo piloti andò a Mike Hawthorn su Ferrari).
Fatta su misura. I primi rendering della Vanwall Vandervell S non rivelano ancora nulla dell’abitacolo, ma secondo la Casa offriranno il meglio in termini di posizione di guida ed ergonomia, oltre a tanti riferimenti al mondo del motorsport. Pelle pregiata e fibra di carbonio a vista completeranno l’allestimento nel segno del lusso e della sportività.
Funzionalità e “cattiveria”. La Vanwall Vandervell S è una berlina hatchback a 5 porte con forme aggressive, dimensioni relativamente compatte (ma non sono state ufficializzate le misure) e una particolare cura aerodinamica. Il look estremamente sportivo è sottolineato dai parafanghi allargati e squadrati, dal grande splitter anteriore in fibra di carbonio, dalle minigonne laterali e dallo spoiler posteriore. Il profilo è dominato dalle ruote da 22 pollici che riempiono bene i passaruota, mentre il rigonfiamento dietro i finestrini posteriori ricorda vagamente la Lancia Delta S4 e i parafanghi sporgenti e muscolosi sembrano ispirati all’Audi quattro e alla prima BMW M3. E in coda c’è un deflettore integrato sopra il lunotto. Ma, complessivamente, le forme richiamano anche quelle della Hyundai Ioniq 5. Il colore di lancio è il classico verde che ricorda le origini inglesi del marchio Vanwall, ma la scelta sarà libera, nel senso che l’acquirente potrà chiedere qualsiasi tinta su campione.
Solo integrale. La Vanwall Vanderwell S sarà disponibile in due varianti, entrambe a trazione integrale: la S dispone di 320 CV, promette un’autonomia di circa 450 km, tocca i 185 km/h e accelera da 0 a 100 km/h in 4,9 secondi. La S Plus mette a terra 580 CV, con un’autonomia di circa 420 km, raggiunge i 265 km/h e “brucia” lo 0-100 in 3,4 secondi. Numeri e caratteristiche che sono simili (in modo quasi curioso) a quanto dichiarato Kia EV6.
Il prezzo? Un affarone… I 500 esemplari previsti saranno costruiti nello stabilimento Vanwall di Greding (Germania), venduti direttamente dal costruttore e distribuiti da organizzazioni partner dal terzo trimestre del 2023. Il prezzo di partenza della Vanwall Vandervell S, che il costruttore definisce “estremamente competitivo” è di 128.000 euro, tasse escluse. Questo significa che, in Italia, il listino della vettura comincerebbe poco sopra i 156 mila euro.