Un raduno da Guinness per la MX-5
UN’IMMAGINE INDELEBILE. Diciamocelo: 707 Mazda MX-5 che girano tutte insieme su pista non si erano mai viste. E infatti quello di Modena del 18 settembre 2022 è già per tutti il raduno dei record. L’evento, con le auto disposte in file di quattro, distanziate solo una manciata di centimetri l’una dall’altra, che procedevano a passo d’uomo lungo i 2 km dell’autodromo, è entrato di diritto nel Guinness dei primati, sgretolando il precedente record di 683 vetture stabilito in Olanda nel 2013.
STORIA DI SUCCESSO. Il raduno emiliano è solo uno dei tanti aspetti di un successo clamoroso dovuto alla “formula magica” che sta alla base della Mazda MX-5, un’auto concepita e sviluppata per il puro piacere di guidare e in grado, generazione dopo generazione, dalla capostipite del 1989 al modello dei giorni nostri, di far innamorare gli appassionati di tutto il mondo, unendoli in una comunità e in una passione che non conosce limiti né confini.
PAROLA DI YAMAMOTO. Sulla bella storia della spider giapponese esiste una vastissima letteratura. L’auto è nata a Hiroshima sul finire degli anni ’80 da un’idea lanciata una decina d’anni prima dal giornalista americano Bob Hall all’allora responsabile della Ricerca e Sviluppo della casa giapponese, Kenichi Yamamoto. Ma il racconto ha tutto un altro sapore quando lo si sente dalla viva voce di un altro Yamamoto, quel Nobuhiro che ha seguito tutte le fasi della progettazione dalla NB di fine anni ’90 e oggi è ambasciatore nel mondo del modello. Ed ecco sei “pillole” di storia che noi di Veloce abbiamo selezionato tra le tante curiosità e i tanti aneddoti meno noti che l’ingegnere giapponese ha raccontato.
NATA PER PASSIONE, MA NON SOLO… Al contrario della maggior parte delle vetture che riescono ad arrivare alla catena di montaggio partendo da un foglio bianco, la Mazda MX-5 non è figlia del marketing, ma della passione per la bella guida dei suoi ideatori. Tuttavia, non c’è dubbio che sia nata per un’esigenza precisa: negli anni ’80 la casa di Hiroshima stava attraversando un periodo difficile, ed essendo una realtà tutto sommato ancora piccola, per poter rimanere nella scia delle più grandi e potenti rivali in patria aveva bisogno di un prodotto in grado di farle compiere il fatidico “grande salto”. L’idea di una piccola spider ispirata allo stile delle sportive inglesi degli anni ’60 si rivelò vincente. Ed è così ancora oggi: ormai 33 anni fa la MX-5 ha di fatto creato una nicchia di mercato che non esisteva più dagli anni ’70, superando qualsiasi rivale e diventando la roadster più venduta al mondo.
UN PROGETTO PIÚ AMPIO. Il progetto iniziale fu identificato con il nome in codice di Offline 55. Questo perché, racconta Nobuhiro Yamamoto, “eravamo convinti di avere più del 50% di probabilità di convincere i vertici dell’azienda a produrla davvero”. E, oltre alla spider, il programma di rilancio dell’azienda prevedeva lo sviluppo di una monovolume di grandi dimensioni, la MPV, e di una Keicar sportiva, la AZ-1.
TRE NOMI, UN SOLO MITO. Famosa e amatissima in tutto il mondo, in America la MX-5 è venduta come “Miata”: un nome presto diventato un soprannome globale per la vettura. In Giappone, invece, dove l’auto viene commercializzata con il nome di Eunos Roadster, è conosciuta più semplicemente come Roadster.
IL JINBA-ITTAI. Nessuno può dire di essere un vero fan della MX-5 senza conoscere il Jinba-ittai. Di cosa si tratta? Quest’espressione, in giapponese, riassume la filosofia di progettazione della Mazda. L’auto, in pratica, sta all’automobilista che la guida come un cavallo sta al cavaliere che lo cavalca. “Gli ingegneri, gli stilisti e i collaudatori che lavorano a una nuova Mazda formano un team unico – spiega Yamamoto – e per riuscire a mettere in pratica il Jinba-ittai bisogna avere una grande passione per l’auto, ma non basta. Serve anche una conoscenza profonda di ogni singolo componente della vettura. Questo è fondamentale per tirare fuori la vera anima dell’auto e creare il rapporto di fiducia reciproca tra il mezzo meccanico e il suo utilizzatore”.
L’ARTE DELLA GUIDA. Il piacere di guida che riesce a regalare una MX-5 è frutto del lavoro di abili collaudatori, i quali lavorano costantemente a stretto contatto con i tecnici di tutti i reparti coinvolti nella progettazione, nello sviluppo e nella produzione della vettura. Ma le buone capacità di guida non sono una prerogativa esclusiva dei tester: in Mazda devono saper guidare bene anche gli ingegneri, in modo da capire e risolvere, attraverso le sensazioni al volante, eventuali problemi di messa a punto. Sulla base di queste capacità, l’azienda stila periodicamente un ranking dei progettisti: i più esperti, come Yamamoto, raggiungono il livello S dopo aver completato un ciclo di studi teorici lungo due anni e accumulato 3000 ore di guida in pista e su strada.
È IN ITALIA LA COLLEZIONE PIÙ GRANDE DEL MONDO. È italiano e romano doc il più grande e importante collezionista di MX-5 al mondo. Nel 2018, per coronare una passione che l’accompagna sin da ragazzo, Andrea Mancini inaugura Miataland, uno splendido resort immerso nel verde della campagna umbra dove gli ospiti hanno la possibilità straordinaria di guidare alcune delle 49 “Miata” della collezione, che conta anche numerosi pezzi prodotti in edizione limitata.