
Toyota GR Corolla, la hot hatch che viene dai rally
Nata per gli States. I fari sottili e “accigliati”, la grande bocca frontale, i fianchi bombati, le prese d’aria sul cofano, sui parafanghi e sui paraurti. I peli sulle braccia si rizzano come in una ola allo stadio solo a guardarla. Poi si sfoglia la scheda tecnica e il desiderio di metterci le mani sopra diventa irrefrenabile. Peccato che, in Europa, almeno per il momento, la Toyota GR Corolla non arriverà. Presentata qualche giorno fa a suon di burnout e testacoda a Long Beach, in California, la new entry nella gamma Gazoo Racing è il primo modello sviluppato e prodotto dal reparto sportivo della casa giapponese espressamente per il mercato nordamericano.
Ricetta consolidata. Le premesse della nuova hot hatch di casa Toyota sono le stesse che hanno decretato il successo (e il sold out) della sorellina GR Yaris: motore 1.6 tre cilindri turbo benzina a iniezione diretta, trazione sulle quattro ruote e cambio a sei marce rigorosamente manuale, per esaltare il rapporto tra guidatore e mezzo meccanico. Il pacchetto vincente, frutto dell’esperienza della casa nel Campionato del mondo di rally, è stato affinato per spremere qualche cavallo in più, facendo della Corolla l’animale perfetto per rosicchiare fino all’ultimo centimetro d’asfalto alle più acerrime rivali, Honda Civic Type-R e Volkswagen Golf R in testa a tutte. Essenzialmente grazie a un nuovo impianto di scarico, ridisegnato con tre terminali per ridurre i fenomeni di contropressione, la potenza tocca quota 300 CV. Il dato più interessate, però, è il come vengono scaricati a terra, ovvero attraverso il raffinato sistema di trazione integrale GR-Four, che ruotando un’apposita manopola sul tunnel offre tre differenti ripartizioni della coppia motrice tra le ruote anteriori e posteriori: 60-40 (per viaggiare tranquilli), 50-50 (per un comportamento neutro quando si alza il ritmo) e 30-70 (per gli amanti della guida di traverso).
Svezzata in pista. Per potersi fregiare della mitica targhetta “GR”, la Corolla ha dovuto superare severissimi esami in strada e in pista. A condurli, insieme ad Akio Toyoda, manager-pilota nipote di kiichiro, il fondatore della Toyota Motors, e presidente dell’azienda dal 2009, una squadra di piloti professionisti. Che sia un’auto derivata dalle corse, lo si capisce innanzitutto dal telaio: nella stessa divisone della fabbrica giapponese di Motomachi da cui sono uscite la Lexus LFA e la Toyota Supra A80 (sì, quella della saga di Fast&Furious…), gli operai specializzati del team Gazoo Racing lo hanno rinforzato e irrigidito, aggiungendo nuovi punti di saldatura e una gran quantità di adesivo strutturale. Il tutto con un’attenzione maniacale alla riduzione del peso finale, che grazie all’impiego di pannelli d’alluminio per il cofano e le porte anteriori e al tetto ottenuto incollando fogli di carbonio stampati si ferma a 1.474 kg, 85,7 in meno rispetto a una normale Corolla. Due le versioni previste. Alla Core, quella di “base” ed esteticamente più sobria (è persino priva dell’alettone), si affiancherà nel 2023 la Circuit Edition: equipaggiata di serie con differenziali anteriore e posteriore Torsen a slittamento limitato, come una vera macchina da corsa, è riconoscibile a colpo d’occhio per il grande spoiler sul tetto e le due prese d’aria sul cofano. Impossibile passare inosservati persino in California, dove le Ferrari e le Porsche quasi non fanno notizia.