Spyker: il ritorno (forse) nel 2022
Storia di una rediviva. Sì, perché la Spyker – la piccola Casa olandese costruttrice di super sportive artigianali – potrebbe ripresentarsi nel 2022 nel mercato del lusso delle quattro ruote, con il lancio di ben tre nuove modelli. Un ritorno annunciato, merito dell’ingresso di nuovi investitori, che fa da eco a quello del 2020, sfumato circa un anno fa per soli 52mila euro. Perché nonostante la fabbrica di esclusive supercar di Zeewolde abbia fatto breccia nel cuore degli appassionati con la C8 e con le apparizioni in Formula 1 e alla 24 Ore di Le Mans nel 2007, l’azienda fondata nel 1999 si ricorda anche per la sua vita travagliata, segnata dal fallimento dell’operazione di acquisizione della Saab nel 2012, dalla bancarotta del 2014 e dal lungo oblio interrotto solo nel 2016 con la presentazione della C8 Preliator (mai giunta al pubblico).
UN MARCHIO CENTENARIO. Era il 1999, appunto, quando il business man Victor Muller, insieme con il socio Maarten de Bruij, decisero di ridare lustro alla Spyker. Scelsero per la società l’omonimo nome del costruttore olandese, attivo dal 1880 al 1926 nella produzione di motori per l’aviazione. E non è un caso che tutti i modelli della casa abbiano dettagli ispirati al mondo dell’aereonautica. Quindi, dopo una breve infarinatura sul passato del marchio, passiamo ai tempi recenti e alle vicende finanziare che stanno toccando la Spyker.
NUOVI FONDI MA VECCHI INVESTITORI. Il ritorno del 2022 non è stato ancora ufficializzato dal costruttore olandese, bensì è stata diffusa la news direttamente dal gruppo di investimento guidato da Boris Rotenberg e Michail Pessis. Il primo è un miliardario di origine russa, proprietario della azienda di costruzioni SMP, mentre il secondo è il fondatore dell’impresa Milan Morady SA, specializzata nella personalizzazione di auto e oggetti di lusso. Si tratta degli stessi artefici della cordata per il ritorno della Spyker nel 2020, poi fallita per un mancato pagamento di 52mila euro al fondatore del marchio Victor Muller.
NULLA È CERTO. Con la nuova iniezione di liquidi dovrebbe quindi nascere dalle ceneri del costruttore olandese il gruppo Spyker, società a cui sarà capo lo stesso Victor Muller (il fondatore dell’azienda) nel ruolo di amministratore delegato. Tuttavia, nonostante gli intenti tra le parti, per il via della produzione si dovrà attendere la firma che tuteli i diritti i diritti d’utilizzo del marchio. I nodi da sciogliere non si fermano qui, perché anche in merito alla fabbricazione dei nuovi modelli nulla è certo: alcuni rumor danno la Russia come sede della costruzione dei corpi vetture e di parte del reparto ingegneristico, che sarà affiancato da altri uffici dedicati alla progettazione in Olanda. Sempre nei Paesi Bassi è prevista la costruzione di un nuovo stabilimento di produzione Spyker, indirizzato invece all’assemblaggio delle super sportive. A questo seguirà una rete di assistenza e supporto alla vendita in Costa Azzurra, Belgio, Lussemburgo e Francia.
FOCUS V8. Come dichiarato dallo stesso Victor Muller, il piano di rinascita della Spyker strizza sì l’occhio a soluzioni ibride per il futuro, ma sarà concentrato sull’utilizzo del motore a otto cilindri. Mentre per quanto riguarda il programma del 2022, si prevede il lancio sul mercato di tre modelli, già svelati della Casa negli anni passati, ma mai entrati in produzione: la sportiva compatta B6 Venator, la C8 Preliator (che doveva annunciare la rinascita del marchio nel 2016) e la D8 Peking To Paris, una luxury suv di medie dimensioni. Siamo nel 2022 e il mistero continua ad avvolgere la storia della Spyker, tanto da farci una domanda: che sia la volta buona per la sua rinascita? È ancora presto per dirlo, solo il tempo potrà scioglierci questo – più che giustificato – dubbio. (Testo: Federico Giavardi)