Senza Ginevra sarà la fine dei grandi motor show?

Senza Ginevra sarà la fine dei grandi motor show?

C’erano una volta i grandi saloni dell’auto, c’erano perché adesso non ci sono più. Quelli che non sono scomparsi sono stati fortemente ridimensionati, almeno in Europa. L’ultimo della lista è il Salone di Ginevra, che non si è mai ripreso dall’interruzione dovuta al Covid e che prima di spirare ha avuto un ultimo momento di orgoglio, rivelatosi però solo un penoso tentativo. Onestamente mi manca molto, come addetto ai lavori e come appassionato, ma di fronte all’ineluttabilità è meglio rassegnarsi e in fretta. Del resto, che in Europa il concetto di Salone fosse in crisi non era certo una novità.

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TORINO E BOLOGNA. Anzi l’Italia è stata pioniera di questa estinzione, prima con il Salone di Torino e poi con il Motor Show di Bologna, defunti all’inizio del secolo a circa dieci anni di distanza l’uno dall’altro. Costi altissimi, poco ritorno rispetto agli investimenti, disaffezione del pubblico, impoverimento del Paese, nuove generazioni meno appassionate, prodotti sempre meno attraenti…la lista delle cause di questi decessi potrebbe essere ancora più lunga e, a seconda del punto di vista, alcune hanno più peso di altre. Ma, quali che siano le cause, questo è il risultato.

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LA PASSIONE. Le manifestazioni che sono sopravvissute, così come le nuove che sono nate, hanno in comune le stesse ragioni d’essere: un tema centrale molto specifico, una forte presenza di appassionati e un coinvolgimento minore ma preciso delle grandi Case auto. Un ottimo esempio sono gli eventi di auto d’epoca, oppure quelli dedicati alle auto sportive e alla guida in pista. Esempi meno esaltanti sono invece alcune kermesse all’aperto, dalla disposizione “diffusa”, che pur di catturare il pubblico lo fanno partecipare gratis, piazzando le auto dove di solito si passeggia guardando le vetrine e con il gelato in mano.

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LE AUTO PER TUTTI. Le automobili “per tutti” sono sempre meno interessanti per il pubblico, che le vede sempre più come elettrodomestici o addirittura come un fastidio necessario per muoversi da “A” a “B”. Anche il ruolo di status symbol è sempre meno importante, soprattutto per chi non può spendere certe cifre per i marchi premium. Così i Saloni di auto “per tutti” hanno sempre meno significato. Per convincere le persone a spostarsi e a spendere soldi, bisogna puntare sulla passione, che purtroppo riguarda sempre meno le auto del presente e sempre più quelle del passato.

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CINA E USA. Lontano dall’Europa non è così. In Cina e negli Stati Uniti, i Saloni sono sempre molto frequentati anche se per motivi diversi. Quello cinese è un mercato in fortissima espansione e quindi l’attenzione è altissima, sia quella del pubblico che quella dell’industria, che investe moltissimo. Quello americano, invece, è un mercato piuttosto stabile, che non è stato perturbato dalla demonizzazione dell’auto, dall’aumento dei prezzi e da leggi miopi come quelle che in Europa hanno causato la sparizione di auto appassionanti ma alla portata di tutti.

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