Restaurare Lamborghini è una cosa molto seria
Se vi piacciono le auto di una volta, tra i mille motivi per visitare i padiglioni di Bologna Fiere da oggi a domenica 27 ottobre c’è lo stand del Lamborghini Polo Storico. Perché un conto è vedere una supercar d’epoca in un museo, un altro è farsi raccontare, in un contesto in cui la passione per le auto storiche regna sovrana come Auto e Moto d’Epoca, qual è il modo migliore per prendersene cura e preservarne il valore nel tempo.
PRIMA E DOPO. Alla seconda edizione di Auto e Moto d’Epoca il dipartimento storico della casa emiliana ha portato un’auto che sembra nuova fiammante e una che, per ora, è solo uno scheletro di nudo metallo e attende di essere riportata all’antico splendore. Un modo molto evocativo per indicare il “prima” e il “dopo”, e quindi gli estremi del percorso di restauro che la Lamborghini offre ai propri clienti di vetture storiche.
NON C’È FRETTA… Sulla Miura, una S del 1968, al momento gli artigiani hanno ultimato solo la lastratura del cofano anteriore. I lavori, insomma, sono in pieno corso, e ci vorrà ancora un bel po’ di tempo prima che il fortunato proprietario possa riavere le chiavi del suo gioiello. Ma a giudicare dalle auto rimesse a nuovo e certificate dal Polo Storico, ne varrà senz’altro la pena.
DAGLI USA A SANT’AGATA. La Diablo SE 30 viola esposta a Bologna, invece, è la numero 99 delle 150 costruite a cavallo tra il 1994 e il 1995. Appartiene a un collezionista americano, che l’ha spedita dagli Stati Uniti a Sant’Agata Bolognese per ottenere la certificazione di autenticità della casa madre. Niente officina o carrozzeria, in casi come questo, ma lunghi scaffali in cui andare a ripescare registri di produzione, codici, date, numeri, e poi tante, tantissime fotografie per accertare, senza tralasciare il minimo dettaglio, lo stato di conservazione della vettura. Potrà sembrare un “capriccio”, o una formalità, ma per chi può permettersi un’auto del genere non sono affatto soldi e tempo buttati. Anzi…