Quanto vanno forte le Formula E?
La maggior parte degli appassionati di motori tende a ignorare la Formula E, quando non a denigrarla in vari modi. Personalmente non mi hai mai entusiasmato e ho avuto modo di vederla più volte dal vero. Tuttavia, non avevo ancora mai visto una gara con le monoposto Gen3, cioè quelle che hanno debuttato lo scorso anno e che hanno alzato drasticamente il livello di prestazioni rispetto alla precedente Gen2. Ho avuto l’occasione di farlo lo scorso weekend a Misano. Il tracciato romagnolo mi è familiare, sia per averci guidato personalmente, sia per averlo imparato a memoria a forza di seguire le gare di moto.
ENERGIA. Rispetto alla MotoGP il circuito è stato accorciato di diverse centinaia di metri e quindi non ci sono riferimenti cronometrici attendibili. Tuttavia, guardando la gara è stato subito palese uno dei più grandi paradossi di questa categoria: su 28 giri previsti, per i primi 25 tutti i piloti sono andati relativamente piano, di media dieci secondi più lenti della pole position (1:16,538). Il motivo di questa lentezza è dovuto alle batteria da 47 kWh comuni a tutte le monoposto, che semplicemente non reggono la distanza di gara se si va sempre a tavoletta. E pensate che le Gen3 recuperano anche il 45% dell’energia, molto di più delle auto stradali che si fermano al 30%. Insomma, per vincere in Formula E bisogna essere scaltri e avere ottima strategia.
DEPORTANZA. Anche un certo livello di sensibilità è gradito, visto che le monoposto non hanno deportanza, usano pneumatici stradali e teoricamente arrivano a 322 km/h. Parlando con i piloti, si scopre subito che da guidare non sono un granché. La mancanza di carico e di grip le rende instabili non appena le velocità iniziano a salire sopra i 200 km/h e del resto non c’è da stupirsi, visto che sono auto nate per dare spettacolo in circuiti cittadini. Il confronto con altre vetture formula non è nemmeno da prendersi in considerazione e anche pensare a un eventuale carico aerodinamico aggiuntivo non farebbe che aumentare i consumi, peggiorando il problema dell’autonomia.
NUMERI. Infatti, nonostante la batteria pesi 284 kg, basta a malapena per concludere i 38-39 minuti di gara e la ricarica ultra rapida (4 kWh in 30 secondi) non è ancora stata approvata per motivi di sicurezza. Insomma, non bisogna farsi ingannare dai 470 CV o dai 2,8 secondi che la Gen3 impiega per passare da 0 a 100 km/h: questa non è una vettura formula, ma una supercar elettrica con il sedile singolo e forme che ricordano quelle di una vettura formula. Un’altra cosa curiosa, in effetti, è che non venga fornito il dato della velocità massima che le monoposto raggiungono in circuito, forse perché è troppo basso per essere comunicato. In ogni caso la velocità media delle gare di Misano è stata di circa 140 km/h.
EMOZIONI. Insomma, con la tecnologia attuale questo è il meglio che si può fare e gli accumulatori si confermano come il limite più grosso di ogni mezzo elettrico che voglia essere sportivo, Formula E incluse. Tutto ciò senza considerare la totale assenza di emozioni dell’esperienza in autodromo, inteso come box, paddock e pista. Non si è mai visto un circuito così silenzioso, privo di odori e di vibrazioni come quello dove corrono le Formula E. Sarà anche tutto molto sostenibile, ma l’emozione viene generata dalle sensazioni, non dalla logica razionale.