Prodrive P25, nuova vita per l’Impreza che ha infiammato i rally

Prodrive P25, nuova vita per l’Impreza che ha infiammato i rally

PROFUMO DI RALLY. L’odore acre della benzina bruciata. Delle gomme, avvolte da una nuvoletta azzurra mentre diventano un tutt’uno con l’asfalto, assottigliandosi curva dopo curva. Di freni e frizioni che implorano pietà, cercando di resistere fino all’ultima prova speciale. È un po’ questo, il profumo dei rally, e lo sa bene chi ne ha corso almeno uno nella vita oppure, ogni volta che può, li osserva da spettatore, aggrappato a un guardrail o seduto in cima a una collinetta sul bordo della strada. A questa grande tribù sparsa in tutto il mondo è dedicata la nuova Prodrive P25.

NE FARANNO SOLO 25. Di cosa si tratta? Beh, le immagini parlano chiarissimo, perché illustrano un progetto che è pura libidine per gli appassionati. Con la Prodrive 25, gli stessi uomini che venticinque anni fa (correva l’anno 1997) hanno trasformato la prima Subaru Impreza a due porte nella vettura da rally rimasta più famosa nella storia della casa giapponese, si sono buttati anima e corpo in un restomod a tiratura limitata che mira a rinverdire i fasti di quella straordinaria automobile, regina – anche se senza corona – del Campionato del mondo rally fino alla stagione 2000. Sognarla, la sognano già tutti, ma gli esemplari che verranno costruiti nella fabbrica di Banbury potranno permetterseli in pochi, perché sono solo 25 e costeranno la bellezza di 460.000 sterline IVA esclusa ciascuno (circa 534.000 euro al cambio attuale).

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UN RESTOMOD CHE PUNTA MOLTO IN ALTO. Messo da parte l’aspetto venale della questione, il punto è un altro. E ha che fare con una certa ambizione, ovvero rendere la leggendaria Subaru Impreza 22B un’auto migliore di quel che è stata. Da principio, ciò implica necessariamente il “sacrificio” di 25 Impreza WRX a due porte (in totale, la casa delle Pleiadi ne ha costruite 424). Eresia? Sacrilegio? Il dibattito è aperto. Quel che è certo è che i restomod, mediamente, piacciono. E che, di conseguenza e proprio per questo motivo, in esercizi come questi si cimentano ormai da un po’ in tanti, dall’italiana Automobili Amos con la Lancia Delta Futurista alla Singer, che sotto il sole della California confeziona Porsche 911 raffreddate ad aria da sogno frutto di sapienti “cannibalizzazioni” di diversi pezzi di modelli storici. La Prodrive, però, si è spinta oltre il “semplice” concetto di restauro non conservativo, vuotando tutto il sacco di esperienza nelle competizioni che contano che ha cominciato a riempire nel 1984.

ALLEGGERITA, HA UN ASSETTO PIÙ RAFFINATO. L’idea di fondo, come accennato sopra, è quella di alzare l’asticella e aggiungere un tocco d’esclusività all’auto su cui è basato il bolide da rally portato al debutto nel 1997 da Colin McRae, Kenneth Eriksson e il nostro Piero Liatti. Come fare? Mettendo la macchina a dieta, prima di tutto, quindi guadagnando punti alle voci potenza e agilità. I materiali e le tecnologie di oggi, in questo senso, hanno dato una grossa mano ai progettisti della scuderia britannica, che, per portare l’ago della bilancia a quota 1200 kg, sulla Prodrive P25 hanno fatto largo uso di fibra di carbonio. In materiale composito sono realizzati entrambi i cofani e i paraurti, il tetto, gli specchietti, le bandelle sottoporta e il grande alettone posteriore. L’ossatura è rimasta sostanzialmente identica a quella della Impreza WRX, con qualche modifica proprio là dove serve. Un esempio? Le sospensioni con schema MacPherson ora hanno bracci in alluminio regolabili, per allargare la carreggiata e modificare la campanatura delle ruote, non più da 17 bensì da 19 pollici. Dai rally deriva il freno a mano idraulico del tipo “fly-off”: una volta azionato, scollega il differenziale centrale dall’albero di trasmissione, lasciando “libere” le ruote posteriori.

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HA CAVALLI DA VENDERE. Dove la musica cambia completamente è sotto il cofano: il team della Prodrive, coordinato da David Lapworth, il responsabile dello sviluppo dell’Impreza da corsa degli anni ’90, ha sostituito il “vecchio” motore turbo con l’ultima versione sovralimenta del quattro cilindri boxer Subaru, che ha ricevuto nuove canne dei cilindri, bielle e pistoni da corsa e un comando delle valvole con fasatura variabile. La cilindrata è aumentata da 2,2 a 2,5 litri, la potenza da 280 a più di 400 CV, la coppia massima da 363 a 600 Nm. A completare l’opera, dando piena voce a tutta la potenza della Prodrive P25, provvede un impianto di scarico in titanio e acciaio inox realizzato “su misura” dalla Akrapovic.

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