Più elettrico, meno smog: le previsioni per il 2030

Più elettrico, meno smog: le previsioni per il 2030

La studio sarà  un po’ di parte, anche se è firmato CNR e questo dovrebbe far da garanzia, e forse anche un po’ ottimistico, ma val la pena conoscerne il contenuto, perché quanto meno fa riflettere e dà un contributo al dibattito attuale sulla transizione elettrica.  E lo studio dice questo: con un ricambio del parco circolante di veicoli privati e della logistica verso una mobilità fatta da mezzi elettrici per il 2030, si avrebbe una riduzione dell’inquinamento fino all’89 percento in meno e dei costi sociali che si pagano in termini di salute fino a 3 miliardi di euro. 

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DIECI ANNI PER RIDURRE LO SMOG. La proiezione è contenuta nel rapporto ‘Più mobilità elettrica: scenari futuri e qualità dell’aria nelle città italiane’, realizzato dall’Istituto sull’inquinamento atmosferico del Cnr in collaborazione con Motus-E, l’associazione italiana per lo sviluppo della mobilità elettrica in Italia. Dai risultati ottenuti è evidente che, all’interno di uno scenario più ampio di ricambio del parco veicolare privato, la penetrazione di una percentuale di veicoli elettrici (4 percento -veicoli privati – e del 5 percento -veicoli commerciali leggeri – per lo scenario al 2025 e 20 percento – veicoli privati – e il 15 percento veicoli commerciali leggeri – per lo scenario al 2030) giochi un ruolo fondamentale nella riduzione delle concentrazioni degli inquinanti locali, in particolare di NO2 e comunque significative di PM10.

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CINQUE CITTÀ. Lo studio prende in considerazione la dispersione in atmosfera e al suolo degli inquinanti e l’impatto delle emissioni in cinque città: Torino, Milano, Bologna, Roma e Palermo. L’analisi guarda a due scenari: uno al 2025 e uno al 2030, con riferimento all’attuale parco circolante di veicoli privati e della logistica. Lo scenario al 2025 considera un allargamento della mobilità elettrica in misura del 4 percento di veicoli privati e del 5 percento di veicoli commerciali leggeri; lo scenario al 2030 porta la quota di elettrico al 20 percento per i veicoli privati e al 15 percento per i commerciali leggeri. Le proiezioni effettuate dicono che la riduzione delle concentrazioni degli inquinanti locali, in particolare di NO2 (biossido di azoto) passerebbe da un minimo del 47 percento a Bologna a un massimo del 62 percento a Roma nello scenario al 2025; e dal 74 percento a Palermo fino all’89 percento nella Capitale, nello scenario al 2030. Impatto ridotto, ma comunque importante per il PM10. Se si osservano i risultati dello scenario 2025 la percentuale di riduzione parte da un minimo del 28 percento (Bologna) fino ad un massimo del 38 percento (Palermo); per lo scenario 2030 l’abbattimento non è così determinante come per NO2, con riduzione tra il 34 percento e il 46 percento. Più mezzi elettrici si traduce “anche in una significativa riduzione delle stime sul numero di vittime causate dall’inquinamento atmosferico per città come Milano, Roma e Torino: il costo sociale associato al numero di decessi evitati varia tra circa 140 milioni e circa 2 miliardi di euro nello scenario al 2025, e circa 222 milioni e 3 miliardi nello scenario al 2030″.

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