Pininfarina Kairos: uno yacht di emozioni
Che questo Kairos non sia uno yacht lo vedi anche tu. E no, la questione non è solo che è un rendering. In realtà sei davanti a un nuovo concetto di barca: trattasi di superyacht. Va bene, magari non è il primo, ma come insegna Yahoo!, la cronologia non serve a niente se dopo ti capita un Google. Del resto che l’accoppiata Oceanco-Pininfarina sia più di un matrimonio di interesse è evidente: visto che è una vera e propria comunione di intenti. In questi Anni ’20, dopo le bolle economiche di inizio secolo e le pandemie correnti, la consapevolezza sembra essere la moda più in voga. E quindi metrature lunghe e ben distese non bastano più, come pure le soluzioni esotiche, capaci solo di strappare qualche like su Instagram. La bellezza di una barca, insomma, il piacere del mare e la qualità di vita a bordo non si misurano più in piedi. Ma in come si possono vivere.
LINEE ELETTRIZZANTI. Progettato dal cantiere navale olandese Oceanco, Kairos sfoggia forme di gran classe. Che dietro ci sia lo zampino di Pininfarina è ovvio. Eppure, l’effetto wow di questa proposta, che per ora è solo virtuale, non finisce qui. Oltre alla reinterpretazione degli spazi, tra ponti decentrati, eliporti collegati al sottocoperta da gallerie inclinate e le murate che si spalancano sul mare, c’è un’altra novità. Che riguarda la propulsione E-Hybrid. Esatto hai capito bene, è proprio un’imbarcazione a batterie (almeno per la maggior parte).
I GRECI LA SAPEVANO LUNGA. In attesa di nuovi sviluppi, però, concentriamoci su quello che sappiamo: come il nome. Che deriva dal greco καιρός. Gli antichi greci erano gente che se voleva dire una cosa non faceva tanti giri di parole, perché ne bastava una. Che significava esattamente quella cosa lì. Come il tempo. Il loro ‘chronos’, per esempio, descrive solo il lavoro dell’orologio, e cioè un segnar d’ore e minuti, parla di quantità, non qualità. Come invece capita al tempo dell’uomo, che invece è scandito da ricordi e emozioni. In una parola? Kairos, appunto. La cosa non ti sorprende, vero?