Perseverance: Marte ha un nuovo inquilino
Dopo un viaggio di circa 480 milioni di chilometri durato sette mesi, il rover della NASA Perseverance è atterrato con successo sul Pianeta Rosso alle ore 21:56 del 18 febbraio 2021. L’obiettivo? Cercare possibili segni di vita passata, studiare la geologia locale e raccogliere campioni di roccia che torneranno sulla Terra – raccolti da un vettore apposito – per essere analizzati nel 2031. La storia d’amore tra il genere umano e Marte, quarto pianeta del sistema solare in ordine di distanza dal Sole, è un’entità di lunga data. Oggi, abbiamo la possibilità di trovare conferme a quanto le due precedenti missioni marziane dell’agenzia spaziale statunitense — Curiosity e Opportunity —avevano suggerito. Si, perché miliardi di anni fa Marte era un pianeta umido e con condizioni potenzialmente adatte alla vita e, chi lo sa, forse ad una futura colonizzazione. “È l’inizio di una nuova era”, ha commentato Thomas Zurbuchen, capo scientifico della NASA; “L’Italia ha un ruolo da leader nell’esplorazione spaziale e nell’ambiziosissimo programma Mars Sample Return di cui il rover Perseverance è il primo capitolo”, ha invece rivelato Giorgio Saccoccia, presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana.
INIZIA L’ESPLORAZIONE. Per l’atterraggio – che ha tenuto tutto il mondo col fiato sospeso perché prevedeva una decelerazione da 20mila a 0 km/h in meno di sette minuti – è stato scelto il cratere Jezero dove, secondo gli scienziati, si trovava un antico lago primordiale che oggi ha un diametro di 45 chilometri. Tutto è andato secondo i piani e dopo la regolare apertura del paracadute e il robot — grosso circa quanto una berlina di medie dimensioni — ha iniziato la sua avventura alla ricerca degli indizi che cerchiamo. Perseverance è dotato di una piccola trivella, un braccio robotico di due metri e diversi strumenti per le rilevazioni scientifiche. Non ultimo, dispone di un piccolo elicottero/drone chiamato Ingenuity, che a breve tenterà il primo volo per un apparecchio di questo tipo su un altro pianeta. Se quest’ultimo andrà a buon fine, le prospettiva di ricerca saranno ancora più vaste: infatti, le distanze che può percorrere un rover in alcune decine di ore possono essere percorse da Ingenuity in una manciata di secondi.
SI VOLA. Il drone alto mezzo metro da terra, ha un’apertura alare di 120 cm, pesa appena 1,8 kg ed è a guida autonoma. Si orienterà facendo affidamento sulla posizione del Sole ed è stato progettato per volare tenendo conto dell’atmosfera marziana, che è pari circa all’1 percento di quella terrestre. Il sistema propulsivo è composto da due eliche coassiali controrotanti – la cui velocità è di 3mila giri al minuto, circa dieci volte a quella di un elicottero normale – alimentate da batterie agli ioni di litio ricaricabili tramite celle fotovoltaiche. Quella di ingenuity sarà una missione della durata di soli 30 giorni e ogni suo volo durerà circa 90 secondi. L’atterraggio di Perseverance sul Pianeta Rosso è stato preceduto dall’invio della sonda Hope — di proprietà degli Emirati Arabi Uniti, entrata con successo nell’orbita marziana lo scorso 9 febbraio — e dal satellite orbitale cinese Tianwen-1, il cui atterraggio è per ora programmato tra fine marzo e inizio aprile.