Paradigma Over 2030: la gran turismo del futuro

Paradigma Over 2030: la gran turismo del futuro

Il progetto Paradigma sovverte molte tematiche legate alla tradizione storica della carrozzeria italiana sviluppandole in chiave inedita, coniugando stile e funzionalità. “Non vi è moda, non vi è tendenza, ma eternità dello stile e, per la prima volta, anche delle funzionalità”, afferma il designer Salvatore Tommaseo, giovanissimo demiurgo di questo progetto alquanto interessante. “L’obiettivo di Paradigma Automobili è quello d’inserirsi nella nicchia dei costruttori in piccolissima serie, con una tiratura di soli 19 esemplari per ogni modello”, aggiunge Tommaseo e la Paradigma Over Gran Turismo 2030 sembra avere tutte le carte in regola rappresentare il suo brand visionario. Che ha come obiettivo quello di racchiudere in un’unica vettura tutte quelle tecnologie oggi in fase embrionale, ma che con tutta probabilità saranno pronte per il mercato consumer entro quindici, vent’anni. Tra le fonti d’ispirazione, un’accurata analisi dell’intera produzione automobilistica italiana e, come spesso accade in ambito automotive, l’aeronautica militare.

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WIRELESS. La Paradigma sarà completamente elettrica – si parla di circa 650 cavalli – per essere priva di manutenzione, ma con una concezione completamente diversa da quella delle odierne full electric: non sono previste batterie, ma un’abitacolo in grafene accumulante che fungerà sia da struttura portante, sia da accumulatore d’energia per il funzionamento dell’auto. Il grafene, scoperto casualmente meno di dieci anni fa, è attualmente ad uno stadio embrionale di sviluppo, ma le sue proprietà vanno già oltre i limiti dell’immaginazione: un singolo strato di suoi atomi ha una robustezza cinque volte superiore a quella dell’acciaio, vanta una notevole capacità elettrica, assorbe soltanto il 2 percento di luce e può essere prodotto tramite stampaggio 3D. La Paradigma sarà una delle auto più leggere del suo segmento, grazie alla totale assenza di cablaggi; questa sarà compensata tramite la trasmissione wireless di tutte le informazioni e dell’energia all’interno del perimetro di bordo. Anche per quanto riguarda il sistema propulsivo saranno impiegate tecnologie oggi allo stato embrionale: si parla infatti di un sistema motore/sospensioni/sterzo all-in-one a trasmittori induttivi ovvero una trasmissione elettromagnetica della potenza alle ruote tramite un supporto bi-braccio che garantisce anche la rotazione e l’escursione delle stesse. 

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PANORAMICA. Nella prima fase di ricerca stilistica, concentrata sulla definizione delle proporzioni e dei volumi delle fiancate, si è lavorato sullo sviluppo del frontale e del posteriore partendo dalla vista zenitale: prima è stata determinata la particolare intersezione volumetrica, quindi è stata integrata con armonia la cabina ‘a goccia’. Da segnalare l’assenza di loghi nella parte frontale e posteriore della vettura – tuttavia presenti comunque nella parte laterale – per suscitare interazione e curiosità da parte di chi osserva. La Paradigma sarà una vettura davvero panoramica, caratterizzata da una cabina in materiale elettrocromico trasparente; avrà due lunotti separati a forma circolare che faranno il verso alla parte posteriore dei jet. L’architettura di questo veicolo vuole rivoluzionare l’intero segmento delle GT: stop a cofano lungo e abitacolo in posizione arretrata, via ad una volumetria differente che supera quanto visto fino ad oggi. Alluminio battuto a mano da un lato – il legame con il passato – platino e grafene dall’altro – a rappresentare il futuro. 

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LED E LASER PER LA SICUREZZA. In tema di sicurezza, esternamente, è stato introdotto un innovativo sistema di stop olografici integrati nel doppio lunotto della vettura, capaci di regolare la propria luminosità in base all’intensità della frenata, ma anche di simulare l’intera lunghezza della vettura, permettendo a chi la precede di orientare meglio la percezione visiva della strada. La stessa attenzione è stata rivolta all’anteriore, con un sistema di luci microled la cui profondità del fascio luminoso è doppia rispetto a quella garantita dai gruppi ottici di oggi; non manca un dispositivo di stop anteriore, che avvisa i pedoni quando la vettura è in fase di rallentamento. I tergicristalli saranno virtuali — funzionamento ad aria compressa — e l’apertura delle portiere ricorderà la metamorfosi di un robot Transformer; la vettura sarà lunga 507 cm, larga 205 cm e alta 127 cm. Tutto sarà supportato da sensori ladar ‘laser detection and ranging’ – utilizzati in ambito militare – che superano i sensori radar tradizionali, poiché sanno vedere anche oltre l’ostacolo. Guida assistita 3.0 insomma, che non sarà autonoma – ma la Paradigma sarà predisposta a farlo – bensì coadiuvato da una specie d’assistente supplementare istantaneo.

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EMOZIONANTE. Internamente, la Paradigma sarà sviluppata intorno al concetto di Intelligenza Molecolare — basata sullo studio avanzato del grafene, non più del silicio — con modalità d’interazione vettura/conducente totalmente diverse rispetto agli ADAS che troviamo nelle vetture odierne: la Paradigma sarà in grado di leggere le intenzioni e le emozioni di chi siederà al posto di guida, adattandole alla dinamica di marcia, nonché alle sensazioni che la vettura trasmetterà ai suoi passeggeri. Saranno disponibili tre differenti tipologie d’interni: l’E-textile in primis, platino satinato e grafene. Il primo è un tessuto digitale cucito attorno a sottili lamelle autoregolanti che “leggono” le metriche anatomiche di chi è seduto, adattandosi  in maniera ergonomica. Una visione estremamente futuribile, un’esperienza sensoriale che, considerando la massa di 1050 kg e lo scatto da 0 a 100 km/h in meno di due secondi, si preannuncia tanto innovativa quanto memorabile. Evviva il Made in Italy, evviva il suo genio inarrestabile. Largo alle nuove generazioni e appuntamento, per adesso, al Concorso d’Eleganza di Villa d’Este 2030. Noi di Veloce non mancheremo di certo.

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Un commento su “Paradigma Over 2030: la gran turismo del futuro”
  • Alberto Spriano ha scritto:

    Le batterie strutturali non sono la suggestione di un concept virtuale come questa Paradigma Over Gran Turismo 2030, sono una realtà conclamata.
    Conclamata nel Tesla Battery Day svolto il 22 settembre 2020 quando venne presentata la cella 4680 con la struttura cilindrica strutturalmente collaborate fino a diventare il pianale della vettura.
    L’utilizzo dei pacchi batteria come elemento strutturale non è l’unico vantaggio. Con il nuovo design (fattore di forma) della cella si aumenta di cinque volte l’energia stoccata e di sei volte la capacità di alimentazione con una riduzione del costo di commercializzazione per kWh del 14% e una riduzione dei costi di produzione (66% investimenti e 76% dei processi nella produzione dei catodi non più in cobalto), infatti i 3 catodi sono in ferro, nickel-manganese, nickel mentre l’anodo è in silicio, questo è quanto dichiarato da Elon Musk, inoltre le celle 4680 si raffredderanno alle estremità grazie al fattore di forma diverso.
    Il battery pack con celle 4680, per mezzo della struttura cilindrica di ogni cella, è reso collaborate con le superfici dell’involucro formando una struttura honeycomb macrocellulare.
    I macrocellulari honeycomb hanno una resistenza geometrica notevole a tutte le sollecitazioni, torsione, pressione, complessione, flessione e pressoflessione sia in lega di alluminio che in compositi o combinati.
    La prima vettura ad impiegarli è stata la Wolf WR7 di Harvey Postlethwaite, pannelli honeycomb in lega di alluminio con superfici incollate in fibra di carbonio. Leggera e resistente a flessione, momento torcente e a James Hunt.
    Tutti gli elicotteri, il Concorde velivolo supersonico passeggeri, la Ford GT40 Mk IV e gli sci Fuego e Ghiaccio di Lamborghini impiegavano il macrocellulare.
    Per questa ragione e sulla base dei calcoli strutturali di resistenza alla torsione, alla pressoflessione, compressione e taglio, l’insieme delle prossime Tesla con pianale piattaforma 4680 macrocellulare comporteranno l’eliminazione del consueto telaio in profili scatolati di alluminio a doppio o tripla anima ed una riduzione dei pesi.
    Riduzione del peso, aumento della resistenza, semplificazione produttiva e struttura a nido d’ape in modo tale da aumentare la resistenza e contemporaneamente ritardare la propagazione di un eventuale incendio.
    Poi abbiamo le batterie strutturali inglobate ed integrate nei pannelli carrozzeria grazie a materiali compositi innovativi multifunzionali in grado di sopportare carichi meccanici e contemporaneamente di immagazzinare energia elettrica. Oltre alla configurazione sandwich con nucleo honeycomb abbiamo la configurazione standard composita a strati.
    Considerati gli sviluppi e l’evoluzione nell’aumento della densità gravimetrica delle celle, l’attuale superficie della piattaforma di una Model 3 sarà adeguata a distribuire celle 4680 per non meno di 100 kWh di capacità ad un costo inferiore.

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