Opel, 160 anni in 10 modelli (+1)
TANTE STORIE IN UNA. Da piccola bottega di macchine da cucire a fabbrica di biciclette a colosso dell’industria automobilistica. Ne ha fatta di strada, la Opel. I suoi primi 160 anni di storia, che ricorrono questo mese (l’azienda fu fondata a Rüsselsheim, in Germania, nel settembre del 1862) contengono capitoli che ne raccontano molte altre, dalle prime vetturette che agli inizi del secolo scorso cominciarono a mettere in moto i tedeschi ai grandi successi ottenuti sia sulle strade di tutti i giorni che nelle competizioni sportive più importanti del mondo. Di storie, senza seguire un preciso ordine cronologico, noi di Veloce ne abbiamo selezionate dieci (più una): una per ciascuna automobile che, a proprio titolo, ha contribuito a rendere grande la casa del fulmine.
OPEL CORSA
Nella nostra parte di mondo, la Corsa è sinonimo di Opel sin dal suo esordio, nel 1982, quando irrompe sulla scena automobilistica europea e, con il suo stile fresco e sbarazzino, fa strage di cuori tra gli automobilisti più giovani. Le versioni sportive, dalle GSi della prima ora – oggi ricercatissime dai fan più sofisticati delle “piccole bombe” anni ’80 – alle più recenti e potenti OPC, sono protagoniste di una storia a parte che fa ancora emozionare tantissimi appassionati.
OPEL ASTRA
Sorella maggiore della Corsa, raccoglie l’eredità della Kadett nel 1991, ricoprendo con nuova linfa e ambizioni ancora maggiori il ruolo di berlina media della casa in un segmento di mercato in cui, a farla da padrone, è la connazionale Volkswagen Golf. In poco più di trent’anni si sono succedute sei generazioni, con, oltre alle classiche configurazioni a due e a tre volumi, carrozzerie coupé, cabriolet e station wagon. Il successo della Astra dura ancora oggi, con un modello che non passa inosservato grazie a un look più grintoso e giovanile rispetto al recente passato.
OPEL OMEGA LOTUS
Riuscireste a immaginare una Opel in grado di dare filo da torcere a una Porsche o una Ferrari? Negli anni ’90, sulla scia di “operazioni a effetto” come la Lancia Thema 8.32 e la Ford Sierra RS, la casa di Rüsselsheim bussa alle porte della Lotus per trasformare la Omega, una sobria e tranquilla grande berlina da famiglia, in un autentico animale da corsa. I tecnici della casa inglese aumentano la cilindrata del motore sei cilindri della versione Evo 500 da 3 a 3,6 litri, sostituiscono l’albero motore, inseriscono una testata a 24 valvole e aggiungono due turbine Garrett. Risultato? 377 CV e una spaventosa velocità massima di 283 km/h.
OPEL SPEEDSTER
I contatti tra la Opel e la Lotus – all’epoca di proprietà, come la casa tedesca, della General Motors – si riallacciano all’alba degli anni 2000. Nella Speedster, assemblata dal 2001 al 2006 nella storica fabbrica della casa inglese, a Hethel, si ritrovano intatti filamenti del Dna della Lotus Elise di seconda generazione. Le poche modifiche nella zona posteriore del telaio n alluminio, necessarie per ospitare i più grandi motori Opel (un 2.2 aspirato da 147 CV e un 2.0 sovralimentato da 200 CV), non modificano di una virgola il comportamento stradale dell’auto, pura e verace nella guida come la sorella di passaporto britannico.
OPEL GT
Con la sua originalissima forma “a bottiglia di Coca-Cola” costituisce un esempio illustre di come, una volta, la parola osare non era mai vista come un tabù, nemmeno per un marchio generalista come Opel. La bella carrozzeria, ispirata alla muscolatura potente e sinuosa della Chevrolet Corvette di fine anni ‘60 e super aerodinamica (il Cx è migliore rispetto a quello della coeva Porsche 911), poggia sulla base meccanica della Kadett B, dalla quale proviene anche il motore 1.1 da 60 CV. Deriva dalla Rekord C, invece, il più grande 1.9, che può contare su una potenza massima di 90 CV.
OPEL CALIBRA
Nei piani dell’azienda avrebbe dovuto raccogliere l’eredità delle grandi coupé Opel del passato, dando nuova linfa a una tradizione cominciata sul finire degli anni ’60 con la GT e proseguita con la Manta B, una vettura che alla metà degli anni ’80, dopo aver raggiunto il picco di popolarità scaturito dai successi nei rally, comincia a perdere colpi sul mercato. In realtà, con la Calibra, la casa del fulmine è riuscita a fare molto di più, rinnovando l’immagine dei suoi modelli sportivi e lottando alla pari con le migliori concorrenti dell’epoca, dall’italiana Fiat Coupé alla corazzata giapponese formata da Nissan 200SX, Toyota Celica e Mitsubishi Eclipse. Una vera bomba la versione 2.0i 16v Turbo 4×4, forte di ben 204 CV e capace di sfiorare i 250 km/h.
OPEL TIGRA
In pochi direbbero che sotto le forme originali e sbarazzine di questa grintosa coupé si cela lo scheletro della Opel Corsa di seconda generazione. Ma proprio qui sta il capolavoro della casa di Rüsselsheim: trasformare un’utilitaria in una piccola sportiva con tutte le carte in regola per conquistare una nuova platea di clienti desiderosa di mettersi alla guida di una macchina senza inutili pretese e con la quale è praticamente impossibile passare inosservati. Disegnata in Germania e assemblata nello stabilimento spagnolo della General Motors, a Saragozza, dal 1994 al 2001 è stata prodotta in più di 250.000 esemplari. Un successo che fotografa molto bene un periodo in cui le emozioni al volante erano abbordabili per quasi tutte le tasche.
OPEL KADETT
Pur con alcune interruzioni, la lunghissima carriera della Kadett, un modello davvero mitico nella storia della Opel, inizia nel lontano 1936 e si conclude solo all’alba degli anni ’90. Il modello rimasto più famoso, per via dei successi ottenuti nei rally, è senza dubbio quello di terza generazione, prodotto dal 1973 al 1979. La versione GT/E, dotata dello stesso, grintoso motore 1.9 a iniezione da 105 CV della Manta GT/E, toccava i 180 km/h. Agile e assai spettacolare per il suo comportamento spiccatamente sovrasterzante, fu un’ottima palestra per tanti futuri campioni del volante, da Walter Röhrl a Miki Biasion, da Jean-Pierre Nicolas a Rauno Aaltonen, solo per citarne alcuni.
OPEL ASCONA 400
Se con la Kadett la Opel ha infiammato i grandi rally degli anni ’70 e ’80, con la più grande e potente Ascona ne ha scalato l’olimpo. Il momento apice della carriera della coupé da corsa della casa tedesca è la stagione 1982, quando nel Campionato del mondo di rally, tra gli agguerritissimi mostri del neonato Gruppo B, a spuntarla è la Ascona B 400 in livrea Rothmans di Walter Röhrl e Christian Geistdörfer. Tra i grandi piloti che l’hanno guidata, in quegli anni di pura adrenalina e pieni di rischi, anche i velocissimi finlandesi Ari Vatanen e Henri Toivonen.
OPEL ZAFIRA OPC
Nella storia della Opel una menzione d’onore non poteva non spettare a una delle monovolume più “pazze” che si siano mai viste. Bastata sul pianale dell’Astra G, ma con un passo allungato di circa 9 centimetri, la Zafira di prima generazione (1999-2005) non presenta alcuna velleità sportiva, ma nella versione OPC, spinta da un quattro cilindri 2.0 a benzina sovralimentato, si trasforma in una multispazio che dà del tu alla velocità. Con 200 CV e la spinta vigorosa del turbo la lancetta del tachimetro corre fino a 220 km/h.
OPEL MOKKA-E
La nuova crossover al 100% elettrica della casa del fulmine, che ha un’autonomia di percorrenza stimata di circa 340 km (ciclo WLTP) e le cui batterie si ricaricano fino all’80% in mezzora, ne sintetizza alla perfezione tendenze e obiettivi per il futuro: “aggredire” il mercato con una gamma di modelli dalle linee fresche e giovanili, con un occhio di riguardo all’impatto sull’ambiente.