Officine Fioravanti: la nuova Testarossa è realtà

“L’inarrestabile progresso della società contemporanea, in genere, si preoccupa di soddisfare la nostra fame di tecnologia, comodità e facilità d’uso. In campo automotive ciò ha disperso il sentimento più primordiale che ci lega ad una vettura ovvero quel piacere di guida puro, non filtrato dall’elettronica. Per contro, in un’ormai ristretta lega di uomini straordinari, ha preso vita una necessità che si sta rivelando fondamentale al mantenimento dello spirito più tangibile quando si parla di emozioni: quello analogico. Il bisogno irrefrenabile di vintage e di tutto ciò che questa macro categoria può comprendere è stato una delle spinte più forti per l’inizio dell’avventura di Officine Fioravanti”. 

MIAMI VICE, IL RITORNO. Così recita l’incipit del comunicato stampa ufficiale, ricevuto contestualmente al lancio di questa Testarossa rivista dai ragazzi di Officine Fioravanti. Una presentazione fuori dai soliti schemi, avvenuta sulle banchine del Porto di La Spezia tra container e gru colossali. Sembrava un set di Miami Vice all’italiana. Ad accoglierci, con tanto di caschetto di sicurezza — che abbiamo indossato anche noi — c’erano gli artefici di questo progetto, Tusco Cavalli e Giorgio Ricchetti. Poco più che ventenni, eccentrici, pragmatici e molto coraggiosi. Aggettivi che potrebbero essere utilizzati per descrivere sia lo show che la fuoriserie vista e toccata con mano proprio due sere fa.  Analizzandola si capisce istantaneamente di trovarci di fronte al prodotto di un lavoro meticoloso dove — come ci è stato detto — ingegneri, designer ed artigiani italiani sono passati sotto l’egida della proverbiale precisione elvetica. Un programma di restauro tutt’altro che conservativo, partito da un esemplare di Testarossa monospecchio e monodado, come quello della fortunata serie americana dove Sonny Crockett e Rico Tubbs davano la caccia a trafficanti d’alto bordo scorrazzando per Miami nei loro completi di Armani.

RISPETTO. L’iconica linea disegnata a suo tempo da Leonardo Fioravanti è rimasta totalmente inalterata. Esternamente, se non fosse per quei cerchi meravigliosi da 17” all’anteriore e da 18” al posteriore che catturano subito l’occhio più attento, penseremmo di trovarci davanti ad una Testarossa del 1984. Ora è possibile montare pneumatici sportivi ultraperformanti, miraggio lontano se fossero stati mantenuti i 16” originali. La Testarossa di Officine Fioravanti, nel sacrosanto rispetto della tradizione, è stata l’oggetto di un upgrade qualitativo molto ponderato, che si è servito della tecnologia più avanzata disponibile sul mercato. Un modus operandi che esalta l’anima e lo stile di una vettura classica, senza arrogarsi il diritto di cambiarne radicalmente aspetto e/o peculiarità tecniche.

QUALITÀ. Niente fibra di carbonio — negli Anni ’80 non era ancora utilizzata — ma ammortizzatori Ohlins regolabili elettronicamente con sistema front lift, barre antirollio regolabili in sei posizioni e impianto frenante Brembo con pinze da sei pistoncini all’anteriore e quattro al posteriore, in cui l’intervento dell’ABS può essere regolato in 12 differenti modalità. Idem per il controllo di trazione. Sì, perché di potenza da gestire ce n’è molta. L’avevamo già intuito lo scorso maggio e ora ne abbiamo avuto la conferma. Il 12 cilindri V di 180° da 5 litri è passato da 390 a 510 cavalli con 600 Nm di coppia massima — ed è possibile scegliere se sfruttarli tutti o se godersi la Testarossa con la potenza di una volta — e può raggiungere i 9000 giri al minuto. Velocità massima dichiarata 325 km/h. Come una F40. L’aumento di potenza e di coppia non è stato raggiunto con qualche strampalato sistema di sovralimentazione, bensì con una serie di interventi mirati che hanno interessato blocco motore, iniezione, avviamento, distribuzione, aspirazione e scarico. Quest’ultimo, composto da collettori in Inconel e terminali interamente in titanio, è dotato di valvole che ne consentono l’apertura per un suono che fa venire la pelle d’oca. Ah, il peso complessivo della vettura è diminuito di circa 130 chilogrammi. Non male.

LUSSO RETROTECH. Gli interni sono stati rifatti completamente; tutti gli elementi in plastica hanno lasciato il posto a dettagli in alluminio ricavati dal pieno. Non mancano: impianto audio premium di ultima generazione, prese di ricarica USB-C e un kit bagagli su misura. A bordo anche un vero cellulare in stile Yuppies che, grazie ad un sistema sviluppato da Officine Fioravanti, si collega via bluetooth direttamente al vostro smartphone. Tutto è interamente customizzabile dai futuri clienti, che potranno seguire il riallestimento della loro Testarossa passo dopo passo, scegliendone colorazioni, feature e materiali. Proprietari fortunati, che potranno (per)mettersi in garage un’icona senza tempo con il privilegio di poter assaporare tutto il fascino di una supercar degli Anni ’80, accompagnati però da livelli di performance, sicurezza e tecnologia contemporanei. Un viaggio nella storia e nel tempo, emozioni ormai lontane che ritornano nel presente: Officine Fioravanti sembra proprio essere il futuro del tempo passato.