Nuovo giorno, nuovo restomod: Jensen Interceptor
Design vigoroso e di origine italiana, un grosso V8 da più di 300 cavalli, trazione posteriore o integrale, interni in pelle ed un nome davvero figo. Eppure la Jensen Interceptor – muscle car inglese degli Anni ’60 e ’70 – non ebbe mai un gran successo. Il fatto che quasi tutti gli esemplari fossero automatici, i problemi elettrici e di ruggine, i consumi, lo schema di sospensioni vetusto e altre pecche non fecero mai decollare le vendite, né resero la Interceptor desiderabile agli occhi dei collezionisti rispetto ad altre coupé simili. Davvero particolare la versione FF a trazione integrale e dotata di ABS, così come la MkIII mossa da un V8 da 385 cavalli, ma nonostante queste desiderabili caratteristiche molti non ricordano la muscolosa GT.
UNA SCELTA INASPETTATA. Molti, ma non tutti. La Jensen International Automotive, azienda dell’Oxfordshire specializzata nel restauro di Jensen, ha calato un asso bello grosso presentando la Interceptor ‘Mk5’. Ad una prima occhiata la Mk5 non sembra uno stravolgimento drastico rispetto alle altre serie di Interceptor, pare solo più curata e rifinita per il mondo moderno. Grosso errore. Questo rifacimento classico è un restomod diverso da tutti gli altri, non solo perché si basa su un modello che poca gente fila (scelta audace, sarebbe stato molto più facile buttarsi sulla Delta o su una E30) ma anche perché… è ibrido. La JIA sapeva di dover smuovere le acque e far scalpore per rendere intrigante la nuova Interceptor, così ci ha piazzato sotto un motore spaventoso.
UN FIUME DI CAVALLI. L’azienda inglese ha tenuto fede alla tradizione americana della Jensen, piazzando un V8 small block LT4 della GM da 6.2 litri con ben 660 cavalli, il doppio rispetto alla FF originale. Non contenti, e per prendere due piccioni con una fava, gli specialisti oltre manica hanno montato all’anteriore un telaietto artigianale che accoglie due motori elettrici da 120 cavalli e una batteria da 35 kWh: in questo modo si mantiene la tradizionale trazione integrale della FF e si ottengono 780 impressionanti cavalli, 60 in più di una Ferrari 488 Pista!
UN ALTRO MONDO RISPETTO AGLI ANNI ’60. La JIA è già avvezza ai restomod su base Interceptor, dato che producono da tempo le versioni S e R, ma la Mk5 è un territorio completamente inesplorato. Il comparto elettrico aggiungerà molto peso, non un problema insormontabile contando che la Jensen non è mai stata né leggera né con l’indole dinamica di una Atom; inoltre supponiamo che i Nm di quel V8 ibrido passeranno quota 800, più che sufficienti a muovere quasi due tonnellate. Per completare il tutto i ragazzi della Jensen International Automotive offrono interni in pelle e alluminio, freni AP Racing, cerchi da 17’’, 18’’ o 19’’, nuovo borbottante scarico, aria condizionata e sospensioni indipendenti. Il meglio dei due mondi – classico e moderno – con un tocco di futuro. Non sembra per niente male.