Nuova Honda CB300R, piccola a chi?

All’estero è diverso. Anzi, era diverso. Sì perché storicamente qui da noi il centauro sbocciava sui motorini, si affinava sulle 125 e poi era pronto per il salto nell’iperspazio delle maximoto. Come se in mezzo ci fosse l’abisso. Ci sono stati anni in cui, invece, le cilindrate intorno ai 300/350 cc erano quelle che muovevano Italia e italiani (anche nei GP). Quelli sportivi puntavano sulla 31⁄2 della Morini, per esempio, bicilindrica affilata e cattiva, i macinatori di strada erano per le Guzzi, mentre i nostalgici delle corse epiche avevano le Gilera. Ma parliamo di mezzo secolo fa, almeno. Per fortuna la storia si ripete e gli amanti delle cilindrate di mezzo, quelle maneggevoli e urbane, briose, ma sincere, da qualche tempo sono tornati ad avere sogni possibili. E divertenti. 

MONO, LEGGERA E EURO 5. L’ultima della specie è questa giapponesina dal nome altisonante: Honda CB300R. Monocilindrica con 4 valvole, 6 marce (con indicatore di quella inserita sul cruscotto Full LCD) e, soprattutto, 144 chili col pieno di benzina (10 litri), è la naked per chi va al lavoro in moto, ma nel weekend non disdegna le gitarelle in compagnia. Gli steli delle forcelle Showa, rovesciati e da 41mm, sono un ottimo biglietto da visita che mettono subito in chiaro come ti tratterà questa Honda. Sulla buona e sulla cattiva strada (a proposito, c’è anche un nuovo rivestimento della sella per un comfort in più). Freni a disco su entrambe le ruote, ABS, la pinza davanti a 4 pistoncini ha l’attacco radiale. La guida nel traffico, tra macchine e semafori rossi non è mai entusiasmante. Vero. Ma c’è di buono che con la frizione assistita (leggi: più leggera), almeno non diventa estenuante. Pensata per lei, lui e patentati A2 in generale, può essere la prima moto per scooteristi pentiti o la scelta di centauri che hanno voglia di tornare in sella.