Nilu: il futuro delle hypercar può essere ancora analogico
Le automobili vecchia scuola stanno diventando una specie in via d’estinzione, sacrificate sull’altare dell’elettrificazione e della digitalizzazione. Anche un marchio fortemente tradizionalista come la Bugatti ha ceduto al fascino del plug-in, seppur abbinato a un brutale V16 aspirato, con la Tourbillon. E chi cerca una supercar “old school” ha a disposizione una margherita con sempre meno petali. Ma ora a quella margherita se ne aggiunge un altro di petalo, grazie alla Nilu. Fondata da Sasha Selipanov, designer che sa il fatto suo in tema di vetture ad altissime prestazioni avendo lavorato con la Bugatti e la Koenigsegg (giusto per dirne un paio), la Nilu27 è un’azienda che volta le spalle ai modernismi imperanti, evitando l’elettrificazione, la digitalizzazione e altri aiuti tecnologici, per offrire una guida grezza e senza filtri.
VOGLIA DI ANNI ‘60. L’ispirazione arriva dalle auto che correvano in Formula 1 e alla Le Mans negli anni ‘60. A ciò si aggiunge un tocco di stile italiano, la filosofia Bauhaus secondo cui la forma segue la funzione, le vecchie muscle car a stelle e strisce, la matematica e una colonna sonora metal d’avanguardia. Ne risulta un’auto con sezioni trasversali e curve sinuose, con un design snello e aerodinamico. Alla base della Nilu c’è un telaio monoscocca in fibra di carbonio, con telai ausiliari tubolari in lega di alluminio. A bordo trovano posto due persone, che entrano nell’abitacolo attraverso portiere ad ala di gabbiano e si siedono su sedili in posizione fissa e incassata. L’unico schermo a bordo è quello dello specchietto retrovisore, che funziona con una telecamera. Tutto il resto totalmente analogico. Il volante compatto e rotondo promette un feedback e una precisione eccezionali.
MOSTRA LE SUE GRAZIE. Ma il cuore pulsante della Nilu è posizionato alle spalle dell’abitacolo: il V12 di 6,5 litri prodotto insieme alla neozelandese Hartley Engines lasciato orgogliosamente in mostra grazie a un vano motore scoperto. Naturalmente aspirato, il V12 sfonda la barriera dei 1000 cavalli, scaricati a terra dalle ruote posteriori attraverso un cambio manuale open-gate a 7 marce, un vero inno alla guida grezza e analogica fornito dall’italiana Cima. Attorno al V12 ci sono sospensioni a doppio braccio oscillante pushrod con bracci oscillanti molto lunghi e visibili dalla parte posteriore. A fare da tramite tra la supercar e l’asfalto c’è il terno di gomme Michelin Pilot Sport Cup 2 R, di 265/35 R20 anteriore e 325/30 R21 posteriore. Anche cerchi e impianto frenante arrivano dall’Italia: di AppTech i primi, di Brembo in carbo-ceramica il secondo.
DAL VIVO IN CALIFORNIA. La Nilu27 ha annunciato che i primi 15 esemplari della Nilu saranno dedicati alla pista, ma che l’azienda sta sviluppando anche una versione omologata per la strada che sarà disponibile in 54 unità. Dopo essere stata mostrata a un gruppo selezionato di VIP durante un evento privato a Los Angeles, l’auto debutterà in pubblico il 15 agosto sulla rampa di Pebble Beach a Monterey (in California), prima di apparire al Concept Lawn al Concorso d’Eleganza di Pebble Beach il prossimo 18 agosto. Chi non fosse in zona potrà anche provarla, anche se solo virtualmente, nel videogame per smartphone CSR Racing 2!