MotoE: silenzio! Parla Ducati

MotoE: silenzio! Parla Ducati

Le evoluzioni sono sempre esistite. Si chiamano seconde serie. O terze. Di solito sono mutazioni di pelle, ritocchi estetici per nascondere l’età. A volte però non basta e c’è bisogno di interventi veri e propri per gonfiare fiancate ormai cadenti e pistoni che non tirano più come prima. Ma fin qui, trattasi di ordinaria amministrazione, che sa di obsolescenza programmata. Ma qualche volta ci sono gli imprevisti, veri e propri cataclismi: eventi capaci di trasformare mostri sacri in dinosauri. Per questo, estinzione fa rima con rivoluzione, perché per non uscire di scena bisogna sapersi reinventare. E per farlo occorre conoscere benissimo i fondamentali. Tipo, cosa si può salvare, a cosa si deve rinunciare. Insomma, bisogna saper individuare l’essenza vera delle cose. 

Ducati Moto E prototipo

TOGLIETEMI TUTTO… MA NON I NOSTRI TELAI. A proposito, qual è l’essenza della moto? I nostri nonni avrebbero risposto il vento nei capelli, definizione datata, visto che siamo una generazione di caschi obbligatori. Noi forse risponderemmo lo star seduti a cavallo di motori scoppiettanti. Ma vista la piega presa da Stati e regolamentazioni anche questa sta per diventare obsoleta. Quindi? Cosa rimane tra due ruote se togli pistoni e benzina? Esatto, proprio quello che in Italia sappiamo fare come in nessun’altra parte del mondo: il telaio. Perché se è vero che siamo capaci di cavar conigli, anzi no cavalli, anche da pochissimi cilindri, la magia delle moto made in Italy è quella di essere mezzi facili, a cui piace scendere in piega o andar dritti sparati al massimo senza trucchi e senza inganni. Insomma, siamo gli inglesi delle due ruote. Prendi Gilera, Guzzi, MV, perfino le Vespa che furono (e penso alle small frame) sapevano dire la loro nelle curve. E poi Ducati… Già, proprio la fabbrica di pomponi ingabbiati da quei tralicci che hanno fatto scuola. Per questo le parole del pilota collaudatore Michele Pirro tranquillizzano tutti gli aficionados di Borgo Panigale, “la MotoE si comporta come una vera MotoGP: leggera, ben bilanciata. Questo prototipo mi ha dato l’impressione di essere sulla mia moto… se non fosse per quel silenzio”. Assordante.

Ducati-MotoE-prototype-6 

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Un commento su “MotoE: silenzio! Parla Ducati”
  • akra ha scritto:

    Sicuramente il futuro sarà elettrico, ma io sono nel presente e frutto del mio passato non credo che la musica del mio 1299 con akrapovic completo la cambierò con un sibilo ,con un’erogazione lineare tipo aspirapolvere…la moto è nata con il motore a scoppio e la moto elettrica non la potrà sostituire nel cuore degli appassionati.
    Anche per l’auto vale lo stesso discorso, anche se per l’auto è diverso, la usano tutti ,molti come un qualsiasi elettrodomestico senz’anima…ma la moto no..forse lo scouter…

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