Mostro Barchetta Zagato powered by Maserati, omaggio a due miti

Mostro Barchetta Zagato powered by Maserati, omaggio a due miti

LA PIÙ POTENTE DI TUTTE. È stata per lungo tempo la macchina da corsa più potente della sua categoria e la storia narra che in carriera non rimediò neppure un guasto meccanico. Forse anche per questo, nel 1957, il grande Stirling Moss scelse una Maserati 450S per correre la 24 Ore di Le Mans, certo che la Zagato e il mago dell’aerodinamica Frank Costin chiudendo la carrozzeria della barchetta del Tridente con un padiglione basso e rastremato sarebbero riusciti a dar forma a un bolide capace di tagliare il vento.

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LASCIÒ MOSS A BOCCA APERTA. Sempre la storia racconta che Moss, quando vide per la prima volta la Maserati 450S per lui modificata dalla Zagato, esclamo: “È bella come un mostro!”. Quasi una contraddizione in termini che, però, spiega assai bene il contrasto, meraviglioso e nettissimo, tra la ferocia del potentissimo motore V8 della vettura e l’eterea bellezza della sua carrozzeria, plasmata con le nude mani, come fosse levigata dal vento, dai maestri artigiani dell’atelier milanese. Sessantacinque anni dopo, l’esercizio di stile si ripete, anche se, questa volta, l’obiettivo non è realizzare la macchina più veloce di tutte. E a sette anni tondi di distanza dal primo omaggio a quell’auto leggendaria, la coupé Mostro Zagato powered by Maserati, la carrozzeria di Terrazzano di Rho presenta nell’esclusiva cornice del Concorso d’Eleganza di Villa d’Este un’affascinante variazione sul tema.

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SOLO PER CINQUE. A Cernobbio, sul green carpet dell’elegantissimo parco del Grand Hotel Villa d’Este, fino a domenica 22 maggio il pubblico potrà ammirare la nuova Mostro Barchetta Zagato powered by Maserati, che partecipa al contest nella categoria riservata alle concept car e ai prototipi. L’esemplare in mostra sulle rive del lago di Como è stato consegnato oggi al suo fortunato proprietario ed è il primo dei soli cinque allestiti dalla Zagato. Le auto sono già state tutte assegnate a facoltosi collezionisti con una predilezione per le creazioni dell’atelier milanese, il cui rapporto di collaborazione con la Maserati iniziò nel lontano 1931 con la 8C 2500 Sport Zagato, proseguendo con la realizzazione di una decina di modelli sportivi fino al 1957, anno del debutto del “Mostro” con cui Stirling Moss e Harry Schell parteciparono senza molta fortuna, non riuscendo a concludere la gara, alla venticinquesima 24 Ore di Le Mans.

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DNA DA CORSA. Disegnata da Norihiko Harada, vice presidente del Design Zagato, la Mostro Barchetta Zagato dei giorni nostri s’ispira nelle forme alle più belle barchette realizzate dai fratelli Maserati prima con il marchio del Tridente e successivamente, a partire dal 1947, per la OSCA, la piccola officina meccanica da loro fondata in seguito alla cessione della fabbrica di famiglia alla famiglia Orsi. Con due posti secchi, il parabrezza avvolgente e una carrozzeria del tutto simile allo scafo di una barca da corsa, proprio come si usava un tempo, l’auto poggia su una monoscocca in fibra di carbonio alla quale, al posteriore, è fissato un telaietto in acciaio con funzione di supporto per il serbatoio della benzina, i tubi di scarico, le sospensioni posteriori a doppio braccio oscillante con gruppo molla-ammortizzatore di tipo pushrod (le anteriori seguono lo stesso schema) e il differenziale.

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PESO PIUMA E MOTORI DA URLO. Con un peso di appena 1200 chili, equamente distribuito sui due assali, il divertimento è assicurato, data anche l’assenza di ogni aiuto alla guida elettronico. E la presenza, sotto il cofano della Mostro Barchetta Zagato powered by Maserati, abbinati a un cambio sequanziale a sei rapporti con innesti frontali, di due potenti motori del Tridente: i clienti potranno scegliere tra il 4.2 V8 aspirato da 420 CV, derivato dal motore della Ferrari 360 Modena e già montato sulle Maserati Coupé e Spider, Granturismo e Quattroporte, e il nuovo Nettuno, ovvero il plurilodato 3.0 V6 bi-turbo da 630 CV della Maserati MC 20.

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