Morgan CX-T: british style, per l’Armageddon
Dici Morgan e ti vengono in mente signori di mezza età con la coppola tartan alla Jackie Stewart e tranquille passeggiate a motore su qualche strada secondaria verde, silenziosa e lontana dai guai.
E INVECE NO. Il piccolo costruttore inglese ci stupisce e tira fuori dal cilindro la CX-T, una interpretazione in chiave off-road della classicissima Plus Four. Può sembrare una novità per vetture di questo tipo, ma in realtà la nuova arrivata ci riporta a quando, negli Anni ’10 e ’20 del secolo scorso, alcuni proprietari di Morgan gareggiavano, con buoni risultati, nelle competizioni trialistiche dell’epoca. Allo stesso tempo, questa roadster baja-style strizza l’occhio a una tendenza sempre più visibile di auto stradali declinate in configurazione ‘safari’, frutto del lavoro di aziende molto note (ad esempio la ACS di Singer, sublime interpretazione delle classiche 911 Safari) o di geni dalla project car facile fatta nel garage (come Iliya e Nikita Bridan, i papà della Dropped Alfa).
RIVISTA DAI MAGHI INGLESI DELLA DAKAR. Il progetto è stato sviluppato insieme a Rally Raid UK, specialista nella preparazione di veicoli per la Dakar, e rappresenta una vettura da avventura, non certo pensata per le dure competizioni in off-road ma ricca di tante astuzie per un uso aggressivo come sospensioni maggiorate, ripari in acciaio spesso per proteggere gli organi meccanici dagli urti o la pratica cartuccia di ricambio del filtro aria ad attacco rapido. Oltre ad accorgimenti più orientati al pilota, come la plancia rivisitata con luci per la lettura delle mappe – o di un road book –, o le casse Pelikan per ricambi e bagagli che si incastrano perfettamente nel roll bar – sicurissimo ma senza le omologazioni ‘da gara’.
DALLA MATITA DEI DESIGNER AL GARAGE DI 7 FORTUNATI. Un sogno del team di design di Malvern appeso a una lavagna in ufficio, che però viene notato da uno degli investitori (l’azionista di maggioranza è il fondo di private equity Investindustrial, fino a pochi mesi fa proprietario anche di Aston Martin) e dal CEO Steve Morris, che decidono di darle una chance. Piccola ovviamente, solo sette esemplari verranno prodotti per i clienti più la demo della Casa. Gli acquirenti avranno la possibilità di personalizzarle secondo i propri gusti (come per tutte le Morgan d’altronde), aggiungendo ad esempio i supporti per il trasporto di una tavola da surf o altri accessori per assecondare le proprie passioni. Anche perché gli acquirenti delle CX-T dovranno sborsare oltre 170.000 sterline, quindi saranno votati all’avventura certo ma senza troppe rinunce o compromessi, che si tratti di un raid in Marocco o di raggiungere un campo da golf nel mezzo del nulla.
INGLESE MA COL CUORE TEDESCO. C’è tanta BMW in questa Morgan, come in tutta la produzione attuale della Casa di Malvern. Tutta la line up del marchio (Plus Four e Plus Six, la 3 Wheeler quest’estate saluta il listino) monta i turbo quattro e sei cilindri della casa dell’elica, che su vetture che pesano poco più di un migliaio kg assicurano divertimento e rapida usura delle gomme posteriori. La CX-T non fa eccezione: monta il quattro cilindri 2 litri (quello della BMW 330i per intenderci) e per l’occasione prende anche in prestito il sistema di bloccaggio del differenziale X-Drive, che in questo setup permette di selezionare alternativamente 3 posizioni: tutto libero, bloccaggio al 45 percento, bloccaggio totale. Abbastanza opzioni per togliersi dalla maggior parte degli impicci, nonostante l’assenza della trazione integrale.
UNA MORGAN POST-ATOMICA. In conclusione, la CX-T è una Morgan più adatta alle lande desolate di Mad Max e a motoristi senza paura che alla sonnolenta campagna inglese (fatta di gentiluomini che si trascinano faticosamente tra il te’ delle cinque e una serata in black tie) preferiscono sempre la guida ‘sporca’ e veloce. È l’elogio del calabrone, sulla carta condannato dalle leggi dell’aerodinamica a restare a terra e che invece, fregandosene, volteggia in aria senza fatica. È una chiamata alle armi contro la guida moderna, imbrigliata dai controlli elettronici e dalla necessità di fare auto che sono pensate per uno scopo preciso e solo quello, che siano le prestazioni di una hypercar o la comodità per una famiglia numerosa di un suv o di una monovolume. No, la Morgan CX-T è una macchina da raduno della domenica che invece è pronta per la sabbia del deserto o un pomeriggio a derapare in una cava. Sbagliata direbbe qualcuno, eccelsa diciamo noi. (Testo: Cesare Sasso)