Monterey Car Week, il gotha dei motori ritorna a sgasare

La pandemia non ha certo scalfito l’allure della Monterey Car Week, l’evento culto per i motoristi più sofisticati che si incontrano nella Penisola di Monterey durante la settimana di Ferragosto. Un rito che quest’anno era ancor più atteso e che per molti collezionisti, appassionati e addetti ai lavori (soprattutto americani, tanti habitué europei hanno rinunciato a causa delle restrizioni di viaggio), si è rivelato come sempre un successo.

INVASIONE MECCANICA. Prima delle feste vip, dei concorsi inarrivabili e dello champagne che scorre a fiumi ci sono loro, le auto. Quelle che fanno le vasche avanti e indietro per la via principale di Carmel By-The-Sea o per la 17 Mile Drive di Pebble Beach. Quelle che vengono applaudite dai marciapiedi o dai tavolini di un bar, in mostra in qualche piazzetta o in sfilata per le strade della penisola e anche quelle che, per una tirata a limitatore di troppo, costringono la polizia ad accendere i lampeggianti e dare un colpo di sirena.

GLI EVENTI TOP. Poi ci sono gli eventi principali, spettacoli per pochi fortunati pronti a sborsare centinaia di dollari per passare qualche ora nei place-to-be motoristici che ormai lanciano nuove tendenze molto più dei classici saloni. C’è il McCall Motorworks Revival che dà ufficialmente il via alla Car Week, ritornato finalmente al Monterey Jet Center: in occasione dei propri 30 anni ha messo insieme la solita armata di supercar, restomod e classiche da capogiro in una serata elegante. Una specie di notte degli oscar motoristici in cui vedere parcheggiate, tra i Gulfstream pronti al decollo, vecchie GT40 insieme alle moderne nipoti, le auto di scena di Ford vs Ferrari, l’ultimo restomod di una muscle car o una raffinata Morgan del 1937. E poi ancora The Quail, il party inarrivabile dove si svelano concept – ad esempio la nuova Lamborghini Countach e altre chicche di fronte a un pubblico di aficionados abbastanza fortunati da accaparrarsi i biglietti – talmente pochi e introvabili da essere tirati a sorte –. E poi ancora Concorso Italiano, la festa tricolore dei motori con oltre 560 modelli esposti sul green del Bayonet & Black Horse Golf Course di Seaside – 5 mila metri quadrati di libidine Made in Italy in cui ti puoi imbattere, nell’arco di 50 metri, in una Fiat-Osca 1500 cabriolet, una Ferrari Enzo o nel collaudatore-leggenda Valentino Balboni – e da ultimo (in ordine strettamente cronologico) il Concorso di Eleganza di Pebble Beach, l’equivalente pagano-meccanico della messa di Natale in Vaticano. Un evento formalissimo, sempre uguale a sé stesso e con tanti piccoli riti. Come la Dawn Patrol, la sfilata alle prime luci dell’alba dei veicoli ammessi al concorso di eleganza più blasonato del pianeta. Vecchio sì, ma non stantio: 70 anni di storia che in un certo senso guardano anche al futuro, ad esempio con la nascita – quest’anno – della classe dedicata ai primi veicoli elettrici di inizio Novecento. Nel 2021 Pebble Beach ha parlato – come sempre – anche Italiano, con una sezione dedicata alle vetture uscite dalla matita di Pininfarina che ha incoronato la ormai famosissima Lancia Astura di Filippo Sole, diventata presenza fissa alle manifestazioni più blasonate.

PISTATE EPICHE. Non solo sfilate, vasche in centro, tartine e bollicine. Come ogni anno la Car Week accoglie anche quelli che a carrozzerie immacolate, concorsi e panni di microfibra preferiscono l’odore della gomma bruciata e il fascino selvaggio di qualche contatto in pista. Li trovi tutti nel piazzale del circuito di Laguna Seca, in attesa di portare qualche arzilla vecchietta o qualche supercar fresca di fabbrica a pennellare i cordoli del celeberrimo cavatappi del circuito californiano, dove ogni manche della Rolex Monterey Motorsports Reunion è una specie di rissa-reale in cui nessuno risparmia la propria macchina se questo vuol dire cedere un metro a un avversario. Elogio dell’incoscienza e della benzina piena di ottani, uno spettacolo così emozionante da essere sconsigliato a deboli di cuore e curatori di musei.

ASTE PAZZE. Car Week fa anche rima con aste senza senso, dove si battono i record per modello (ad esempio è successo quest’anno per una Porsche 911 Turbo S del 1997, che ha chiuso a 654.000 dollari) oppure si assiste a vendite stellari nate da una bidding war tra due invasati (che spesso non sono neppure in sala). Le case d’asta che la fanno da padrona a Monterey sono Gooding & Co (il partner ufficiale di Pebble Beach, quest’anno le vendite hanno toccato quota 107 milioni di dollari), Bonhams (che invece è ospite come di consueto a The Quail) e RM Sotheby’s, che invece fa tutto da sola (e incassa quest’anno 93,9 mln di dollari). Tra le curiosità del 2021 certamente la McLaren F1 del 1995 (390 km da nuova, battuta a 20,5 milioni di dollari), ma anche qualche piccola delusione come la Porsche 917 K del 1970 in livrea Gulf che, osannata prima dell’asta, purtroppo non ha trovato padrone: ulteriore testimonianza che chi entra in conclave da papa, spesso, esce cardinale. (Testo: Cesare Sasso)