Montecarlo Historique. Precisi come… un orologio svizzero
Tutto è bene quel che finisce bene. Una delle vetture più seguite, osservate, ammirate del 25° Rallye Monte-Carlo Historique, la Lancia Fulvia Coupé 1.3 S del 1970 (nella foto di copertina), perfettamente guidata da un efficientissimo duo svizzero, composto da Claudio Enz e Cristina Seeberger, alla fine ha vinto. E ha aggiunto una nuova riga al palmarès del marchio italiano nel Principato. Si tratta infatti della quarta vittoria di una Lancia nella versione storica del Rallye Monte-Carlo, dopo quelle del 2002, 2005 e 2018. E ogni volta si trattava di una Fulvia, come nel 1972, nel Campionato del Mondo Rally.
REGOLAMENTO SEMPLICE, MA RIGIDO. La 25° edizione del Rallye Monte-Carlo Historique è terminata quindi con il successo assoluto dell’equipaggio svizzero (del Canton Grigioni) su una vettura che riproponeva la leggendaria livrea rossa con cofani neri della Fulvia HF 1600 vittoriosa con Sandro Munari e Mario Mannucci al Rallye Monte-Carlo del 1972. “Non ci aspettavamo un risultato del genere, quindi siamo molto contenti”, ha detto Enz, 32 anni, in perfetto italiano, sul podio finale. “Avevo una macchina perfetta, un ottimo copilota, abbiamo fatto il necessario e tutto è finito bene”, ha aggiunto il pilota svizzero, vittorioso alla sua sesta partecipazione all’evento. Oggi, la sfida contro il cronometro per le vetture storiche non è più la velocità bensì la regolarità.
LANCIA VITTORIOSA TRA PASSATO, PRESENTE E FUTURO. Per la Lancia, un marchio in piena evoluzione dopo le promesse di almeno tre nuovi modelli dal 2024 al 2028 e del ritorno sui mercati internazionali (qui per saperne di più), la gara monegasca ha rappresentato un palcoscenico fondamentale tra heritage e futuro sottolineato dalla partecipazione di 19 vetture della Casa di Borgo San Paolo, appartenenti a clienti privati, e dalla presenza dell’iconica Lancia Rally 037 della collezione storica di Stellantis alla partenza da Torino, a ricordare i 15 titoli mondiali, tra Piloti e Costruttori, con modelli leggendari, come Fulvia, Stratos, 037 e Delta, che negli Anni ’70 e ’80, dominavano i rally internazionali.
VECCHIE GLORIE AL VIA. Il Rallye Monte-Carlo Historique ha visto la presenza, anche stavolta, di numerose vecchie glorie dei rally mondiali. Tra queste, quella dei francesi Jean-Claude Andruet e di Bruno Saby, vincitori nel Principato rispettivamente nel 1973 (fu la prima gara del Mondiale Rally, allora solo Marche) e nel 1988. Se Andruet ha ritrovato un’Alpine Renault A110 1600 S gruppo 4, molto simile a quella che portò al successo esattamente mezzo secolo prima, Saby (che si impose nel 1988 con una Lancia Delta HF 4WD gruppo A) ha corso con una Ford Capri 2300 S. Sul fronte italiano, la presenza di maggior spicco è stata quella di Maurizio Verini, in gara con una Fiat X1/9 e 146° assoluto al traguardo, anche se il miglior risultato per i portacolori del tricolore è stato il terzo posto assoluto di Giovanni e Tiziana Chiesa.
11 CASE NELLE PRIME 11 POSIZIONI. Se si guarda con attenzione ai risultati finali della 25a edizione si nota che la varietà è ovunque, con marchi leggendari: ci sono 11 marchi diversi nei primi 11 posti, e addirittura 12 nella Top 15, perché Lancia piazza 3 modelli e Ford 2. Con una menzione speciale per Porsche, che ha vinto 5 tappe di regolarità su 16 disputate, grazie a quattro modelli diversi. Delle due Ford classificate nella Top 15, su 272 iscritti, c’è una Ford Capri 2300 S che Bruno Saby ha guidato per un’intera settimana. Vincitore nel 1988 con una Lancia Delta HF 4WD il popolarissimo Bruno, non avaro di aneddoti, è stato accolto come un eroe ovunque si sia fermato questo rally, e lo ha meritato. Si è anche classificato al 4° posto assoluto, su 232 equipaggi classificati, perché quando un pilota così leggendario partecipa a un Rallye Monte-Carlo, non è per fare numero.
LA CLASSIFICA DEGLI ITALIANI E DELLE CELEBRITÀ. Degni di essere ricordati ancora il terzo posto assoluto degli italiani Giovanni e Tiziana Chiesa su Alfa Romeo Giulia TI 1600 del 1965, il 49° posto assoluto di Brazzoli-Tonoli su Porsche 911 del 1975 (lo stesso Enrico Brazzoli vincitore del titolo mondiale RGT un paio di anni fa), il 56° di Roland Kussmaul (collaudatore Porsche dell’epoca d’oro e plota di successo sia al Monte-Carlo sia alla Dakar!) su una Porsche 911 del 1965 e il 168° di Carlos Tavares che quest’anno ha ritrovato la sua Peugeot 104 ZS dopo aver disputato l’edizione del 2022 su una Lancia Stratos.