Mini Strip: la one-off firmata da Paul Smith
La partnership tra Mini e Paul Smith era stata annunciata lo scorso novembre, mettendo in luce un approccio innovativo al tema della sostenibilità nella produzione automobilistica. Seguendo il leitmotiv ‘Semplicità, trasparenza, sostenibilità‘, la Mini Strip porta in dote idee ispiratrici per una progettazione automobilistica più sostenibile. Come suggerito dal nome, il processo è iniziato smontando completamente una Cooper SE e solo gli elementi che il designer riteneva assolutamente necessari sono stati poi definiti, implementati e assemblati sempre in ottica eco-friendly. Designer appassionato di biciclette, libri e molto altro ancora, Paul Smith ha posto delle domande che hanno fornito nuovi stimoli per esplorare il campo oltre l’ovvio: “Conosco e amo l’auto esistente, ma rispettando il passato e guardando al futuro abbiamo creato qualcosa di molto speciale. Mi sento davvero privilegiato dal fatto che il team Mini mi abbia dato la fiducia e la libertà di ripensare in modo laterale l’approccio al design della vettura. Credo che insieme abbiamo creato qualcosa di veramente unico”.
LESS IS MORE. La carrozzeria è stata lasciata allo stato grezzo, senza applicazione di vernice colorata, ma solo di una sottile pellicola di vernice trasparente per proteggere l’auto dalla corrosione. I segni delle finiture di fabbricazione sono stati consapevolmente lasciati intatti sui pannelli di acciaio zincato per identificare chiaramente l’auto come un oggetto funzionale e un compagno robusto per la vita quotidiana. Le sezioni della banda nera di Mini sono state stampate in 3D a partire da plastica riciclata e le loro qualità materiali di base sono state lasciate a vista, come i pannelli di metallo. Smith — che di tanto in tanto ama modificare personalmente le sue biciclette da corsa — ha fornito l’ispirazione per le viti a vista nelle parti aggiuntive. Anche gli inserti funzionali e distintivi della grembialatura anteriore e posteriore sono stati prodotti con un processo di stampa 3D, che ha dato vita alla loro sorprendente struttura. La griglia del radiatore della Strip e i copriruota contribuiscono a ridurre la resistenza aerodinamica, incrementando così l’autonomia. Questi rivestimenti sono realizzati in Perspex riciclato, risparmiando sia peso che risorse. Lo stesso materiale è stato scelto anche per il tetto panoramico che permette di intravedere la struttura in gran parte nuda della scocca all’interno.
ABITACOLO SPOGLIO, MA ‘VESTITO’. Aprendo le portiere si scoprono le caratteristiche strisce di Paul Smith in una vivace composizione a cinque colori. Lo sportello di ricarica aggiunge un tocco verde neon quando viene aperto, mentre il disegno di una spina elettrica inciso sullo sportello è opera dello stilista stesso. Tutte le rifiniture interne sono state volutamente omesse — ad eccezione del cruscotto, del topper pad e del ripiano portapacchi — trasformando la scocca nella caratteristica visiva dominante dell’abitacolo. È stata colorata di blu su richiesta esplicita di Paul Smith, producendo un effetto particolarmente accattivante. Invece del solito design a più parti, il cruscotto è costituito da un’unica grande sezione semi-trasparente con una finitura in vetro fumé. Gli unici comandi fisici nell’abitacolo sono più in basso, dove si trovano gli interruttori a levetta per gli alzacristalli elettrici e la funzione start/stop.
RICERCA DEI MATERIALI. L’abitacolo è completamente privo di pelle e cromo, con sedili rivestiti in un tessuto a maglia. Il design completamente monomateriale per i rivestimenti dei sedili implica la completa riciclabilità; i tappetini sono fatti di gomma riciclata. Il loro motivo simile alla pavimentazione di un terrazzo è un sottoprodotto del processo di riciclo e di produzione e dimostra positivamente come gli elementi costitutivi multicolori godano di una seconda vita come parte di questo materiale. Anche il cuscinetto del cruscotto, l’interno delle portiere e il ripiano del portapacchi mostrano una geometria molto semplificata e sono fatti di sughero riciclato. Con la sua piacevole fermezza combinata con una sensazione di morbidezza, il sughero potrebbe diventare in futuro un sostituto della plastica espansa. Grazie alla riciclabilità e al suo status di materia prima rinnovabile che ‘trattiene’ effettivamente l’anidride carbonica durante la produzione, possiede il potenziale per ridurre i gas serra. Un altro effetto collaterale positivo del tessuto a maglia e del sughero è che sono entrambi materiali a poro aperto e migliorano l’acustica interna. Il volante, anch’esso un punto focale dell’interno, è stato ridotto alle funzioni più essenziali. Il suo cerchio è stato avvolto da un nastro da manubrio in puro stile ciclistico da corsa. Tre razze di alluminio collegano la corona all’ammortizzatore del volante, il cui rivestimento in rete permette di vedere l’airbag dietro. Le maniglie nelle portiere sono fatte di corda da arrampicata avvolta e, insieme alle cinture di sicurezza abbinate, ravvivano l’interno con la loro finitura arancione brillante. Come le maniglie, gli apriporta in alluminio fresato sono alloggiati nella parte interna delle portiere in sughero e forniscono un tocco finale d’alta classe in quest’area. Rivolgendo lo sguardo più in alto, troviamo l’unità airbag esposta nel montante del tetto. Questo ha lo stesso effetto del passaggio visibile dei cavi nell’interno, attirando deliberatamente l’attenzione su funzioni che vengono normalmente nascoste durante la produzione ma che qui vengono utilizzate per ottenere un effetto estetico piacevole.