Mercedes SLK, quando vince l’originale
UNA SFIDA TUTTA TEDESCA. A metà degli Anni 90 i quattro costruttori di prestigio tedeschi hanno dato vita a una sfida sul tema delle spider compatte che ha rivoluzionato il settore. Da un lato, l’Audi TT, con le sue forme arrotondate, ha lanciato ai massimi livelli la figura dello stilista Peter Schreyer, divenuto in seguito capo del design della Kia e ceo della Casa sudcoreana. La particolarità? La disponibilità della trazione integrale sulle versioni più potenti, a cominciare dalla 1.8 Turbo da 180 CV. Da parte sua, la BMW, con la Z3, non ha semplicemente offerto una spiderina di razza a James Bond nel film Goldeneye ma è riuscita a creare l’erede in formato ridotto della leggendaria 507 roadster, seguita da ben tre generazioni di Z4, l’ultima delle quali è tuttora a listino, tutte sempre e solo a trazione posteriore. Quanto alla Porsche, seppe trasformare da prototipo ad auto di serie la Boxster, facendone la prima reale sorella minore della 911 dopo i parziali insuccessi di 924, 944 e 968. Per riuscirci, puntò sull’impostazione con motore centrale 6 cilindri boxer e tante parti condivise con la 911 della serie 996, che all’inizio soffrì la scomoda parentela. E la Mercedes-Benz? Anche la Casa di Stoccarda, lato Sindelfingen, realizzò in quel periodo l’obiettivo di creare una roadster compatta di serie senza stravolgere lo stile della concept-car di partenza.
UN TETTO CHE HA FATTO STORIA. Presentata a Firenze nell’estate del 1996 dopo che il prototipo aveva riscosso unanimi consensi nei saloni dell’automobile dove era stato esposto in precedenza, la Mercedes-Benz SLK (nome in codice R170) è un modello iconico non solo per la Casa della stella a tre punte ma in senso più ampio per tutta la storia dell’automobile, trattandosi della prima roadster-coupé moderna, con il tetto metallico ripiegabile elettricamente, soluzione poi ripresa anche dalla penultima e dalla terzultima generazione della SL. La prima generazione è stata prodotta fino al 2004. Oggi è un pezzo da collezione, che merita un investimento di almeno 7.000 euro per esemplari in ottimo stato della prima serie (R170 appunto) dotati di motore 4 cilindri, con o senza compressore volumetrico. Chi vuole stare alla larga da rischi legati all’affidabilità punti sulla SLK 200 da 136 CV con cambio manuale: ha meno elementi che si possono rompere. Le 200 e 230 Kompressor (192 e 193 CV rispettivamente) sono più godibili nel misto e nei percorsi di montagna, specie in salita, ma consumano un po’ di più e richiedono una manutenzione più attenta. Possono valere 1000-2000 euro in più rispetto all’entry-level se in perfetto ordine.
INVESTIMENTO SICURO. Capitolo a parte per le 6 cilindri, introdotte con il face-lifting del 2000, con il quale è arrivato anche l’ESP per le 4 cilindri: la SLK 320 da 218 CV vale 10.000 euro, la SLK 32 AMG, giunta un anno dopo e dotata di 354 CV, almeno 15.000 euro, complice la produzione di soli 4333 esemplari (non numerati). Attenzione agli interni e in particolare al rivestimento del cruscotto e del tunnel centrale, che tende a scrostarsi: sistemare questi elementi costa almeno 2000 euro.
INTERNI: MEGLIO FARLI SISTEMARE DA PROFESSIONISTI. Un’operazione di detailing, condotta da specialisti del settore come quelli di Car Care Garage Monza, è consigliabile sia se si è appena acquistato un esemplare bisognoso di cure sia se si intendere rivendere al massimo prezzo la propria Mercedes SLK. Prestare attenzione anche alla cinematica del tetto ripiegabile: deve muoversi senza incertezze. Tutte le SLK della serie R170 hanno spazio sufficiente all’interno, anche per una vacanza in coppia, e offrono un comfort soddisfacente pure nei lunghi viaggi. Tanti i vani portaoggetti, piccoli e grandi, dove riporre gli oggetti da tenere a portata di mano, e le tasche, dietro i sedili (con intelaiatura in acciaio per ridurre lo spessore degli schienali), dove nascondere carte stradali e cappellini.
CONSUMA POCO. Date tutte queste caratteristiche, non ultimo il consumo contenuto, 7-8 litri ogni 100 km guidando in modo tranquillo (per la Mercedes SLK 200 aspirata), è ideale per un week end al mare (o in montagna!) e anche per tutti i giorni, persino in città, viste le dimensioni compatte: è lunga infatti appena 4 metri. Attenzione però: la SLK non è un’auto sportiva in senso stretto, semmai è una grand tourer. Il volante dal diametro eccessivo e lo sterzo non particolarmente pronto non favoriscono certo le andature a ritmo di prova speciale. Ma è sicura, frena bene e offre una stabilità apprezzabile.
COME SCEGLIERLA. Con interni in pelle la Mercedes SLK è elegantissima, purché, come si diceva poc’anzi, siano in buono stato. Bellissimo il colore giallo dei primi esemplari, inaspettatamente elegante visto con gli occhi di oggi, in luogo del diffuso e più banale argento. Bianca è un classico. Nera attira il caldo insopportabilmente, specie d’estate. Pregevole anche in blu e rosso scuro metallizzati. Ma, scelte cromatiche a parte, è fondamentale optare per esemplari con pochi chilometri, tagliandi regolarmente eseguiti alle scadenze previste e non bisognosi di cure a livello di meccanica e carrozzeria. Anche perché, si sa, i ricambi e la manodopera Mercedes-Benz non sono a buon mercato.