Manhart fa la M8 che la BMW non ha mai fatto

Manhart fa la M8 che la BMW non ha mai fatto

Settembre 1989. Al salone di Francoforte la Bmw svela qualcosa di inedito, un modello completamente nuovo. Siglata E31, quella grande coupé, nome commerciale Serie 8, è un mix inebriante di lusso e sportività. Le linee sono tese e slanciate, i motori potenti, il comfort degno di una limousine.

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CHE “BELVA” SAREBBE STATA… Il libro degli ordini comincia a riempirsi in fretta. V8 o V12, da 286 a 326 cavalli, con la 850 Csi da 381 cavalli, in cui c’è lo zampino della divisione Motorsport della casa, a fare la gioia degli appassionati più sportivi. Insomma, ce n’è per tutti i gusti, e le prestazioni sono così elevate che di una M8, a Monaco, non avvertono il minimo bisogno. Ufficialmente, non verrà mai prodotta, anche se un prototipo esiste, e leggenda vuole sia mosso da un enorme V12 con più di 550 cavalli. 

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QUATTRO PISTONI IN MENO, MA CHE GRINTA! Il tuner tedesco Manhart, stregato dalla linea e dalle doti tecniche della Serie 8, ha deciso di colmare quella che, evidentemente, riteneva una lacuna imperdonabile nella gamma della coupé bavarese. In che modo? Con la MH8 5.0 V8 Limited, una specie di omaggio alla M8 che non ha mai visto le luci della catena di montaggio. Non cominciamo benissimo, dato che la MH8 è carente di quattro cilindri rispetto al colossale V12 del prototipo BMW, nonché di parecchi cavalli. Ma tutto il resto non è da disdegnare, anzi. Al posto di un dodici cilindri Manhart ha piazzato il V8 siglato S62 della brutale M5 E39, leggermente rivisto per essere ancora più feroce e portato alla soglia dei 420 CV, 120 in più della 850 e 40 in più della versione sportiva Csi. Il cambio è un manuale a sei marce, e il sound dev’essere di quelli che fanno tremare i polsi, a giudicare dai quattro minacciosi cannoni di scarico che sbucano dal paraurti posteriore. 

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VIETATI GLI ECCESSI. Esteticamente la Serie 8 è già affascinante di suo, e per fortuna il tuner ha solo “svecchiato” – senza farsi prendere troppo la mano – la linea. Cerchi Concave One di 20’’ calzati da pneumatici Continental Sport Contact 7, molle HR per un assetto più acquattato di qualche decina di millimetri, ammortizzatori Bilstein B6, distanziali, discreto spoiler posteriore e freni a disco forati da 340 mm con pinze a quattro pistoncini. Tutto ciò non ha reso la grossa coupé un fuscello o una KTM X-Bow, ma ha comunque affinato dinamica e prestazioni.

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PROFUMO DI NUOVO. Per fare le cose come si deve fino in fondo, Manhart ha restaurato anche il sottoscocca, pulendolo, trattandolo e cambiando ogni componente soggetto a usura, come boccole, guarnizioni e cuscinetti. Gli interni – un vero salotto viaggiante – sono stati rifoderati con un look più fresco e sportivo. I sedili ora sono in pelle e Alcantara, e le raffinate cuciture riprendono i colori della divisione M; volante, leva del cambio e del freno a mano sono sempre in Alcantara. Manhart produrrà solo cinque esemplari della MH8, a un prezzo – contando le loro richieste medie, già solo per i componenti aftermarket – che si preannuncia stellare.

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