Lotus Emira: sì, ci si può ancora divertire

NON CI SI DIVERTE PIÙ CON POCO. Prima del definitivo avvento della mobilità a batterie, nella nostra parte di mondo sembrerebbe esserci ancora un po’ di tempo per godersi qualche bella macchina sportiva che, in cambio di generose libagioni di benzina, sarà ben felice di restituirci tonnellate di emozioni. Una cosa, però, va detta subito: i tempi in cui al volante ci si divertiva con (relativamente) poco sono ormai lontanissimi. La crisi galoppa, la congiuntura è avversa, il costo dell’energia è schizzato alle stelle e, come se non bastasse, è cambiato radicalmente il concetto stesso di divertimento di guida: non più libero e incondizionato, ma sempre più subordinato a un’attenzione all’ambiente senza precedenti che, tra tanti buoni propositi e altrettante falle, fa sempre più rima con una crescente avversione generale nei confronti dei motori alimentati con combustibili fossili.

L’ULTIMO BALLO. Per alcune case automobilistiche, soprattutto quelle che hanno costruito la loro fortuna e il loro buon nome proprio su questi motori, il momento è davvero delicato. Pensiamo, nello specifico, ai costruttori di auto sportive: devono ripensare tutto un modo di concepire l’automobile, abbandonare quello che sapevano (e saprebbero) fare benissimo per tuffarsi, senza quasi neanche prendere fiato, in acque nuove e ben più insidiose. Guardando ai prezzi ancora abbastanza “impopolari” delle city-car elettriche, forse è meglio non chiedersi quanto, tra qualche anno, potranno arrivare a costare le auto sportive a pile. Ma il passaggio è obbligato: l’Unione europea ha deciso lo stop alla vendita di auto a benzina e diesel dal 2035 e – salvo clamorosi colpi di scena – nessuno, in questo percorso a ostacoli, potrà evitare di ripassare dal via senza tesserina verde in tasca. Se l’auto con il motore a scoppio dovrà smettere di esistere, nel senso che tra meno di quindici anni non ne vedremo più di nuove, che almeno però venga salutata con tutti gli onori che merita. Come nel caso della Lotus Emira (nella foto qui sopra).

UN CAPOLAVORO PER CHIUDERE UN’ERA GLORIOSA. L’ultimo modello con il motore a scoppio della casa di Hethel ha il sapore di un addio insieme romantico e struggente, perché relega al passato, a quel che non potrà più esserci, una tradizione lunga settant’anni. Chiedersi cosa penserebbe di questa transizione elettrica Colin Chapman (il fondatore della Lotus,) probabilmente lascia il tempo che trova, perciò meglio concentrare l’attenzione sul progetto, un concentrato di passione e sapere meccanico che promette di lasciare il segno. Con prezzi a partire da poco meno di 100.000 euro, la Lotus Emira non è per tutti, ma stiamo pur sempre parlando di una piccola supercar: una linea da urlo, motore 3.5 V6 bi-turbo da 400 CV (in inverno arriverà anche un quattro cilindri da 364 CV realizzato in collaborazione con i tedeschi della AMG), 0-100 km/h in 4,3 secondi e 290 km/h di velocità massima. Sul mercato, oggi, non sono molte le auto che, a quelle cifre, sanno dare così tanto in cambio. Le abbiamo riunite qui sotto, senza necessariamente seguire il classico criterio di un confronto per “categoria”, ma più che altro selezionando quelle che hanno un prezzo simile a quello della Lotus.

NEL SOLCO DI UNA TRADIZIONE UNICA. Non è più da un pezzo l’animale selvatico di una volta, eppure riesce insospettabilmente a conservarne i tratti più puri ed esuberanti del carattere. La Porsche 911 (nella foto qui sopra) è probabilmente la macchina sportiva rimasta più aderente al modello originario, non fosse altro per la forma inconfondibile e inimitabile, e per l’impostazione meccanica, anch’essa unica, con la trazione sulle ruote posteriori e il motore collocato dietro a sbalzo. Oggi una Carrera “liscia” costa poco meno di 116.000 euro e grazie al doppio turbo i 385 CV del suo sei cilindri piatto sembrano molti di più. Le prestazioni? In linea con quelli della Lotus Emira: da 0 a 100 km/h in 4,2 secondi e 293 km/h di velocità massima.

IL DIVERTIMENTO È SERVITO. Rimanendo sempre sotto il segno della cavallina bianca di Stoccarda, costa una quindicina di migliaia di euro in meno la Porsche 718 Cayman GTS 4.0 (nella foto qui sopra). Ha un motore aspirato da favola che tira fino a quasi 8000 giri, la trazione posteriore e, di serie, un cambio manuale a sei marce che fa il gridare al miracolo. Dettaglio non da poco: i 400 CV galoppano a centro vettura, assicurando un bilanciamento da manuale e una maneggevolezza da go-kart. Accelerazione e velocità massima sono di tutto rispetto anche al cospetto di tante supercar più esclusive e costose, con uno scatto da 0 a 100 km/h in 4,5 secondi e un allungo che si arresta solo a 293 km/h.

GUIDARE DEV’ESSERE UN PIACERE. E alla BMW lo sanno benissimo, come dimostra la M4 (nella foto qui sopra), degna erede di una stirpe di coupé ad alte prestazioni che hanno fatto innamorare tanti appassionati e contribuito a costruire un mito che riecheggia per le strade e i circuiti di mezzo mondo. Con 480 CV (che salgono a 510 nella versione più estrema Competition), il sei cilindri in linea bi-turbo bavarese appaga anche i piloti più esigenti, che nella super sportiva della casa dell’elica, per 100.000 euro tondi (optional esclusi), troveranno una fedele e “giocosa” compagna di divertimento. Le prestazioni sono esuberanti (0-100 km/h in 3,7 secondi, oltre 300 km/h escludendo il limitatore elettronico) e per guidarla senza controlli bisogna avere il “manico”.

CAVALLINO OUTLET (PER MODO DI DIRE). Il fatto che non sia più in produzione ormai da un pezzo non costituisce un elemento sufficiente a metterla “fuori classifica”: per cifre intorno ai 100.000 euro, la Ferrari F430 (nella foto qui sopra), con il suo potente motore V8 aspirato da 4,3 litri e 490 CV, è una rara fonte di emozioni, specialmente con il cambio manuale (ma ne hanno fatte pochissime, e costano di norma ben di più rispetto alle versioni equipaggiate con il più diffuso cambio elettroattuato F1). Anche con lei, naturalmente, si viaggia veloci, accompagnati da una colonna sonora da standing ovation: più di 310 km/h e 4,1 secondi per toccare i 100 km/h con partenza da fermo.