Lotus Eletre, la rivoluzione è servita
Rivoluzione totale. Le hypercar, da oggi, hanno anche le ruote alte, cinque porte e vanno a corrente. A firmare il cambio di paradigma è la Lotus. Sotto l’ala del colosso cinese Geely, la casa di Hethel, da oltre settant’anni famosa in tutto il mondo per le sue vetture ultraleggere e belle da guidare, scommette su una vera rivoluzione: ampliare la gamma con modelli mai visti prima e infinitamente più fruibili rispetto a quelli della tradizione. L’obiettivo è concentrare sforzi ed investimenti per diversificare ed espandere la platea dei clienti su scala globale. È nata così, come pietra miliare del piano decennale Vision80 varato dalla Lotus nel 2018, la nuova Eletre, capostipite di una generazione di vetture sportive da famiglia completamente elettriche progettate nel Regno Unito e costruite, per la prima volta in Cina, a Wuhan.
“Scolpita dall’aria”. Basata sulla nuova piattaforma Electric Premium Architecture (EPA) progettata dalla Lotus, un’architettura estremamente versatile compatibile con una grande varietà di batterie e motori elettrici con potenze a partire dai 600 CV, la Lotus Eletre sarà venduta nei principali mercati globali con prezzi a partire da circa 120.000 euro, con le prime consegne previste nel 2023 in Cina, Europa e Regno Unito. Snelli e filanti, i pannelli in alluminio della carrozzeria dissimulano dimensioni importanti, con una lunghezza che supera di slancio i cinque metri e un passo di tre metri abbondanti che, per via degli sbalzi anteriore e posteriori ridotti, sembra ancor più lungo. La silhouette è più da berlina sportiva che da suv, con l’abitacolo “rannicchiato” verso la zona posteriore e numerosi punti di contatto con le sorelle Emira ed Evija. “Scolpita dall’aria”, come recita il comunicato della casa, la scocca della Eletre risponde a precise esigenze aerodinamiche, con la promessa di un’autonomia di percorrenza fino a 600 chilometri. Niente male, per un’ammiraglia a ruote rialzate che promette faville anche al capitolo prestazioni.
Prestazioni da supercar. Il sistema motopropulsore della Lotus Eletre è basato su una nuova architettura a 800 V, il che consente, collegandosi a una colonnina di ricarica ultrarapida, di rifocillare completamente le batterie in meno di venti minuti. Per il momento la Lotus non ha diffuso informazioni dettagliate sul layout bimotore della sua nuova suv, limitandosi a fornire il dato sulla potenza complessiva, pari a 600 CV generati in tandem dai propulsori anteriore e posteriore, entrambi alimentati da una batteria da 100 kWh. Se il verdetto della strada rispecchierà le performance dichiarate dalla Lotus, ci sarà da rimanere a bocca aperta, perché la Eletre promette di muoversi con la rapidità di una macchina da corsa, con uno scatto da 0 a 100 km/h in appena tre secondi e una velocità massima di 260 km/h.
È super tecnologica. Con la Eletre la Lotus compie un balzo enorme anche sotto il profilo della digitalizzazione e dell’automazione. Partire da un foglio bianco per la definizione dell’architettura di base ha consentito ai progettisti di inserire numerosi dispostivi per la guida autonoma. Che, grazie ai rilievi tridimensionali effettuati dai quattro sensori LIDAR nascosti nei passaruota anteriori e sul tetto, può raggiungere il livello 4. Si respira tanta tecnologia anche nell’abitacolo, dal disegno minimalista e offerto con una configurazione a quattro o cinque posti. L’uso massiccio di materiali riciclati, unito a una definizione degli spazi per “sottrazione”, rappresenta un nuovo modo di concepire la vita a bordo di una Lotus, immersi in un lusso che è innanzitutto rimozione del superfluo. Il tutto, naturalmente, senza rinunciare a schermi in alta definizione e comandi a sfioramento. Aspetti imprescindibili, nel pieno di una mobilità sempre più connessa e di un passaggio cruciale nella storia della Lotus.
