L’esclusività dei numeri primi
IL MAGNIFCO “7”. Da ideatore di saloni dell’auto all’aperto, a costruttore di bolidi da corsa: il passo è breve se di professione sei un sognatore, di nome fai Andrea Levy e non c’è un secondo della tua giornata in cui non pensi a costruire una supercar per andarci in pista. Mente del Parco Valentino e della AutoLook Week a Torino, e oggi patron del MiMo a Milano e Monza, l’imprenditore torinese ha coinvolto nel suo nuovo progetto alcune delle eccellenze nel panorama del motorsport mondiale. Ne è venuta fuori un’auto da sogno riservata all’uso in pista, la 777 hypercar, che sarà costruita dal neonato marchio 777 Motors in soli 7 esemplari, venduti al prezzo di 7 milioni di euro.
LA SUA CASA SARÀ MONZA. Di questa “belva”, per ora, esistono solo i disegni, a firma di Umberto Palermo, vecchia conoscenza di Levy, che per lui, in passato, ha già “confezionato” un paio di one-off super esclusive. Per poter toccare il primo prototipo dell’hypercar in carbonio e metallo, però, occorrerà ancora un po’ di pazienza: sarà svelato a ottobre davanti alla statua di Juan Manuel Fangio, dietro il paddock dell’autodromo di Monza. Ed è proprio nelle strutture dell’autodromo lombardo che saranno stabilmente ospitate le vetture, una volta terminate la produzione e le consegne ai proprietari, a partire dal 2025. Naturalmente pronte a scendere in pista ogniqualvolta i loro facoltosi piloti lo desidereranno.
BINOMIO ITALIA-INGHILTERRA. Sotto la “pelle” disegnata da Palermo, la 777 hypercar celerà una meccanica altamente sofisticata e parente di quella delle sport prototipo che corrono nelle corse di durata più famose al mondo, a cominciare dalle 24 Ore di Le Mans e Daytona. Lo sviluppo sarà seguito da un team di progettisti della Dallara, mentre l’inglese Gibson sta realizzando appositamente un 4.5 V8 capace di sviluppare 730 CV a 9000 giri senza cedere alla “moda” odierna del binomio turbo-ibrido, partendo dai suoi motori per i prototipi che gareggiano nel Campionato del mondo di endurance. Il propulsore, tra l’altro, funziona con carburanti sintetici che permettono di ridurre del 65% le emissioni di anidride carbonica. A Varano de Melegari la Dallara produrrà la monoscocca in fibra di carbonio (il peso annunciato dell’auto è 900 kg) ma seguirà anche lo sviluppo dell’aerodinamica: insomma, le specialità della casa, che da cinquant’anni è un punto di riferimento nella costruzione di auto da corsa per le più disparate categorie, dalla F1, alla IndyCar, dalla F2 alla Formula E.
PER GUIDARLA CI VORRÀ IL FISICO. Per ora, la 777 hypercar ha assaggiato solo l’asfalto virtuale dei simulatori, incluso quello, fantascientifico, della Dallara, con il quale, normalmente, si allenano i piloti di F1 della Ferrari. A questo portento di tecnologia, di cui esiste un “gemello” all’interno del circuito di Indianapolis, avranno accesso anche i proprietari dell’auto, che potranno così allenarsi e imparare a conoscere i segreti del loro “missile” da 370 km/h, nell’attesa di stringere tra le mani il volante vero. Il pacchetto all-inclusive, disegnato per regalare un’esperienza che va oltre la macchina, comprende due altri cadeaux: uno speciale macchinario per sviluppare un collo d’acciaio (e servirà per forza, perché i primi dati forniti dai computer indicano forze tra i 3,5 e i 4g grazie a una downforce che alla massima velocità arriva a 2100 kg) e un simulatore professionale per allenarsi in pista “on demand” nel salotto di casa.
AL SIMULATORE HA GIÀ FATTO FAVILLE… In tutto ciò, per supportare costantemente i futuri “piloti”, c’è già un team dedicato di ingegneri e meccanici. E lo stesso accadrà a Monza, dove i proprietari delle sette 777 hypercar, quando affronteranno la pista, potranno dialogare a due vie con i box e la sala di controllo della pista attraverso il sistema radio integrato nel casco, realizzato dall’italiana Stilo. Sono invece griffati Sparco, e cuciti su misura, guanti, tuta e scarpe che i piloti riceveranno a corredo dell’auto. Insomma, non resta che attendere la vettura vera per vedere l’effetto che farà. Intanto, la telemetria del simulatore ha fornito un tempo sul giro secco a Monza: 1’33’’ fatto registrare dai collaudatori. Significa solo una decina di secondi in più rispetto a una monoposto di F1. Mica pizza e fichi…