L’Aston Martin Valkyrie arriva su strada
Lo sviluppo della Aston Martin Valkyrie procede senza sosta: gli ingegneri di Gaydon dopo aver completato la modellazione digitale e le simulazioni al computer e in galleria del vento e aver fatto debuttare il primo prototipo sul tracciato di Silverstone lo scorso luglio sono entrati in una nuova fase del progetto Valkyrie: i test stradali. E proprio nei dintorni di Silverstone la hypercar inglese – per la prima volta dotata di targhe – si è mostrata sulle strade aperte al pubblico.
11MILA GIRI. Aston Martin costruirà 150 Valkyrie stradali e i primi esemplari di serie sono attesi per la seconda metà dell’anno. L’hypercar costruita in collaborazione con Red Bull Advanced Technologies, ricordiamo, è mossa da un V12 Cosworth aspirato capace di girare fino a 11mila giri e abbinato a un sistema ibrido di tipo Kers; la potenza combinata è di 1160 cavalli e 900 Nm di coppia massima.
Adrian Newey ha creato in questa Valkyrie un effetto Venturi con depressione sotto il fondo senza ricorrere alla chiusura con minigonne.
Sicuramente non serve per la deportanza l’alettone posteriore che probabilmente chiude il flusso sopra l’auto, accelerandolo per aumentare ancora di più la differenza di velocità tra i due flussi d’aria, sopra e sotto.
Bisognerebbe vederla rovesciata questa Valkyrie, per scoprire i segreti del fondo, il diffusore estrattore e l’ingresso dell’aria in entrata, sul muso.
La carenatura aerodinamica delle ruote esprime la ricerca delle Proteus Bluebird di Campbell.
In effetti questa Valkyrie sembra una land speed car anni ’70 prima dell’era turbogetto, per questa forma aerodinamica così fluida.
Sopra l’aria scorre velocissima, sotto, lungo il fondo Venturi è rallentata.
Siamo di fronte a una wing car a ruote coperte senza minigonne dalla forma aerodinamica avanzatissima.
Depressione, deportanza, incidenza e resistenza all’aria da record?
Onore e merito ad Andrea Bonomi, presidente di Investindustrial, il fondo di investimenti che detiene la maggioranza delle azioni di Aston Martin e che si è avvalso delle capacità manageriali di Andrew Palmer e del genio di Adrian Newey realizzando qualcosa di innovativo, di unico con un’aerodinamica ineguagliabile.
Aston Martin fateci un regalo: pubblicate un’immagine dell’analisi fluidodinamica computazionale (CFD) per consentirci di vedere le linee di flusso e le pressioni dell’aria di questo capolavoro a ruote coperte di Adrian Newey.