L’ascesa delle classiche: +16 percento in 5 anni
Ve lo abbiamo raccontato: mai come questo inizio 2021 le cronache dell’automotive mondiale sono state all’insegna dell’elettrificazione e della mobilità a basso impatto ambientale (qui per saperne di più), tanto da dare l’impressione che il mondo dell’auto sia solo quello che verrà o che sta arrivando. Quasi che la passione per la velocità, le linee, la selleria, la meccanica e i rumori di un motore con cilindri e pistoni non avessero più cittadinanza in un mondo sempre più dominato dai micro-chip e dall’urgenza di farsi trovare in pole-position nella gara alla sostenibilità. E invece la passione esiste ancora e lotta insieme a noi. E fa anche soldi. Almeno per quelli come Hetica Klassik – un fondo lussemburghese quotato a Francoforte nato su iniziativa del gruppo svizzero Hetica – che daranno la possibilità a risparmiatori a caccia di occasioni di investire in auto d’epoca.
COME OPERE D’ARTE. E a conferma che la passione per le auto è viva e vegeta, gli investimenti in macchine storiche sembrano una scommessa neanche tanto rischiosa. Come sottolineano in Hetica Klassik, negli ultimi cinque anni quegli investimenti, infatti, “hanno prodotto una crescita costante del 16 percento, con punte del 33 percento per modelli particolarmente rari e ricercati”. Il ‘caveau‘ del fondo è a Lugano in un garage “sottoposto a sorveglianza totale, climatizzazione e controllo dell’umidità”. In questo Fort Knox dei motori, le auto classiche vengono custodite e mantenute “in perfetta efficienza, nonché valorizzate e proposte in vendita al momento giusto anche attraverso aste internazionali”. Il settore, sottolineano quelli di Hetica che di investimenti ne capiscono e il denaro ce lo mettono se gli torna ingrassato, ha mostrato di “non risentire delle fibrillazioni economiche provocate dai cambiamenti politico-sociali e dagli umori ondivaghi dei mercati finanziari”.
UN BUSINESS DA DUE MILIARDI. In Italia, secondo i dati forniti dal fondo, il volume d’affari correlato alle auto storiche viene valutato intorno ai 2,2 miliardi di euro, includendo anche acquisti e vendite, manutenzione e restauro, gare e raduni, e il conseguente turismo nazionale ed estero. Nel comitato tecnico del fondo sono presenti esperti del settore come Cesare Fiorio, già direttore sportivo della Ferrari e vincitore di 18 titoli mondiali conquistati con Lancia e Fiat, e Mariella Mengozzi, direttore del Museo dell’Auto di Torino. Insomma… Mentre ‘tutti’ guardano al futuro, le eccellenze del passato su quattro ruote, sono ancora oggi una certezza per il cuore degli appassionati, tanto quanto per il loro portafoglio…